Prezzi della ghisa in riduzione

Come il commercio tra diversi Stati sta influenzando la dinamica del metallo

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Ferrosi Determinanti dei prezzi

In un precedente articolo, abbiamo posto luce sull’incertezza che caratterizza i prezzi dei getti in ghisa, analizzandone le differenti componenti che ne influenzano il costo.
Tra i principali input di costo dei getti in ghisa ritroviamo, oltre al gas naturale, la ghisa in pani.
La ghisa in pani è il prodotto di base per la produzione dei getti delle fonderie, le cui applicazioni sono molteplici e trovano uso in diversi settori industriali, come quello automobilistico e meccanico.
Nel grafico che segue si riporta un confronto dell’andamento di prezzo della ghisa in pani sia di fonte doganale UE che di fonte Camera di Commercio di Milano (CCIAAMI).

confronto_ghisa

Fino alla fine del 2020 circa, le curve evidenziano una dinamica molto simile tra loro, con livelli di prezzo attorno ai 300 €/Ton. Fa eccezione la ghisa ematite (di fonte CCIAAMI), che, per tutto il periodo d’analisi, ha sempre registrato livelli di prezzo più elevati.
A partire dal 2021, questo allineamento tra i prezzi delle due fonti sembra interrompersi: inizia infatti una fase di crescita dei prezzi della ghisa in pani, i cui aumenti risultano più intensi nei beni di fonte CCIAAMI rispetto alla fonte doganale.
Nella seconda metà del 2021, seppur in continua crescita, le serie tornano ad allinearsi, fino al febbraio 2022 quando, in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, i prezzi della ghisa per affinazione e della ghisa ematite si sono spinti molto più in alto, rispettivamente del 40% e 20%, rispetto alla ghisa greggia in pani, che ha registrato aumenti di poco inferiori al 10%.
Da alcuni mesi, stiamo però assistendo a una riduzione dei prezzi della ghisa in pani, come risulta dal grafico, comune a entrambe le fonti.

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Uno dei principali timori legati alla ghisa all’inizio del conflitto è stata la disponibilità limitata del prodotto, dato che tra i maggiori player del 2021 figuravano sia Russia che Ucraina (si veda l'articolo Ghisa in pani: riprende la crescita dei prezzi a marzo).

Dai dati di fonte ExportPlanning risulta che, nonostante le forti preoccupazioni, la performance del 2022 è risultata migliore del 2021.
Come previsto vi è stata un’importante riduzione dell’export di ghisa greggia proveniente dall'Ucraina e diretta in Europa, sia in valori (-70%) che quantità (-73.5%). Ma questa riduzione è stata ben compensata dagli altri player, principalmente Brasile, Russia e Sud Africa. Nei grafici che seguono si riportano i dati del commercio europeo della ghisa greggia negli ultimi due anni, mettendo a confronto valori (in euro) e quantità (in kg).

Commercio UE ghisa greggia
2021
2022

Nel 2022 la Russia ha quasi raddoppiato le esportazioni di ghisa verso l’Europa sia in termini di valore (+80%) che di quantità (+51.5%), principalmente nella prima parte dell’anno. Infatti, in seguito al conflitto e alle sanzioni imposte, le esportazioni sono andate via via riducendosi.
Anche il Brasile ha visto un netto miglioramento dell’export in Europa dal 2021 al 2022: nel 2021, infatti, aveva esportato poco più di 200 mila tonnellate, mentre nel 2022 ha superato le 400 mila tonnellate, registrando quindi una variazione positiva di oltre il 120%.
Infine, nel 2022 il Sud Africa ha raddoppiato, in termini di valori, le esportazioni in Europa rispetto a quanto fatto nel 2021.

Conclusioni

Nonostante gli iniziali timori di carenza di ghisa greggia, che si sono inevitabilmente riflessi in un aumento significativo dei prezzi, il 2022 è riuscito a sostenere il mercato del metallo.
Il 2023 si è infatti aperto con dei prezzi, seppur ancora molto lontani dai livelli del 2020, in riduzione non solo grazie alla componente energetica in calo dalla scorsa estate, ma anche a una maggiore offerta sul mercato europeo.
Sarà molto importante monitorare i futuri sviluppi della ghisa greggia, soprattutto quando cesseranno completamente le forniture dalla Russia. Molto dipenderà quindi anche dagli altri player che dovranno compensare questa mancanza di offerta sul mercato.