Continua l'altalena del prezzo del rame

Doctor Copper Says: le dinamiche del prezzo del rame per monitorare l’economia

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Dopo l’incremento registrato la scorsa settimana, negli ultimi giorni il prezzo del rame è tornato a scendere: in particolare, si segnala una contrazione del 2.9% al London Metal Exchange (LME) e dell’2.4% allo Shanghai Futures Exchange (SHFE) rispetto ai valori di chisura di venerdì 14 aprile.
In un’ottica di medio periodo, il rame prosegue quindi nel suo trend laterale, senza fornire segnali di un deciso rialzo o ribasso.

Prezzo del rame al LME e allo SHFE

La crescita del PIL cinese non infiamma i mercati

Guardiamo allora alle news degli ultimi giorni, che hanno guidato il rientro dei prezzi del rame su valori più contenuti.
Tra i numeri rilasciati questa settimana troviamo la crescita del PIL cinese nel I trimestre 2023, che ha segnato un incremento del 4.5% su base tendenziale: trattasi di una crescita più elevata rispetto alle generali aspettative degli analisti, nonchè dell’incremento più significativo dal I trimestre 2022, quando si era registrato un +4.8%. Ciononostante, i prezzi del rame non sembrano aver celebrato questo risultato reagendo al rialzo.

Secondo le dichiarazioni del National Bureau of Statistics of China, l’economia cinese ha segnato una buona ripartenza dopo l’inaugurazione, a fine 2022, di una politica meno stringente per la gestione della pandemia. Gli ultimi dati sul PIL per il Q1-2023 segnalano, in particolare, un incremento del +5.4% su base tendenziale per il valore aggiunto del settore dei servizi, grande beneficiario dell’allentamento delle misure sanitarie, a fronte di un aumento più modesto per il settore industriale (+3%). Significativo anche l’aumento registrato nel I trimestre dalle vendite al dettaglio (+5.8% YoY).
L’industria mostra quindi una ripresa meno dinamica rispetto al terziario; prosegue invece la debolezza per il settore cinese delle costruzioni, che a sua volta non fornisce supporto al Doctor Copper. I dati del Bureau mostrano infatti una contrazione del 5.8% per gli investimenti nello sviluppo immobiliare su base tendenziale, nei primi tre mesi del 2023.

Tasso di crescita tendenziale PIL cinese (2021 Q1-2023 Q1)

Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati National Bureau of Statistics of China.

La notizia della ripresa del PIL cinese non ha dunque fornito particolare sostegno al clima sui mercati, e di conseguenza al prezzo del rame: alle dichirazioni dell’istituto di statistica di un PIL in crescita si sono infatti unite quelle di una situazione internazionale “complessa e volatile”, a fronte di una domanda domestica e di una ripresa economica che non hanno imboccato ancora un solido recupero.

Su questo clima generalmente incerto si colloca anche il prezzo dell’oro, che nelle ultime settimane è rimasto abbastanza stabile su livelli elevati, dopo la salita di metà marzo guidata dalla crisi bancaria.

Prezzo dell'oro in dollari
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Volatilità in calo per le catene del valore

Allargando lo sguardo al di fuori della Cina, ulteriore indicatore utile a monitorare le dinamiche del prezzo del rame e, più in generale, il contesto economico in cui queste si collocano, è lo S&P Global Copper Users PMI: si tratta di un indicatore composito che fornisce una panoramica delle condizioni operative presso i produttori identificati come forti utilizzatori di rame.
Rilasciato la scorsa settimana per il mese di marzo, l’indice si conferma al di sopra della soglia della neutralità, segnalando quindi un miglioramento nelle condizioni di business, benchè più modesto rispetto al mese precedente (50.5, rispetto al 53 di febbraio). Il rallentamento è stato in gran parte dovuto a un indebolimento della produzione e della crescita della domanda tra le aziende asiatiche, mentre gli utilizzatori di rame sia statunitensi che europei hanno segnalato un deterioramento più debole delle condizioni operative.

Guardando invece alle dinamiche delle supply chain in senso lato, si segnala il recente aggiornamento del GEP Global Supply Chain Volatility Index, un indicatore anticipatore che tiene conto delle condizioni della domanda, delle carenze, dei costi di trasporto, delle scorte e degli arretrati.
Secondo l’ultima release dell’indicatore per il mese di marzo, le catene globali di approvvigionamento stanno attualmente operando in modo più efficiente: ci troviamo infatti al livello più basso di “stress” delle supply chain globali da metà 2020. Secondo S&P, sebbene la domanda globale di materie prime e componenti rimanga contenuta, in linea con un generale contesto di crescita economica incerta, la tendenza risulta in miglioramento dopo aver toccato un punto di minimo nel dicembre dello scorso anno.