L’ottimismo per la guerra commerciale fa saltare il prezzo del petrolio

A seguito della dichiarazione di una possibile firma dell’accordo per la risoluzione del conflitto USA-Cina, le quotazioni del petrolio hanno registrato un +4%

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A seguito di una settimana di lieve ribasso venerdì 01 novembre il prezzo del petrolio ha registrato un salto giornaliero pari al +4% (+2 dollari), chiudendo la settimana sui livelli prossimi a due settimane fa.
La quotazione del Brent si è attestata intorno ai 61.7 dollari al barile (-0.33 dollari), il WTI a 56.6 (-0.45) e l’Oman/Dubai a 60.5 (+0.21). La spinta è stata sostenuta, prevalentemente, dal rinnovamento delle aspettative positive per la guerra commerciale USA-Cina.

Grafico 1: Andamento prezzo del petrolio
Andamento prezzo del petrolio

Dietro il rialzo di venerdì ci sono tre fattori:

  1. la dichiarazione dell’amministrazione americana in merito ad una possibile firma dell’accordo per la risoluzione del conflitto entro la fine di questo mese (fonte Reuters);
  2. l’ondata di ottimismo circa l’andamento dell’economia americana e di quella cinese. In un articolo di Reuters si legge che l’occupazione americana ha rallentato meno di quanto previsto nel mese di ottobre, mentre il PMI cinese (Caixin) ad ottobre riporta un valore pari a 51.7, un livello così alto non si vedeva da febbraio 2017;
  3. la fuoriuscita di petrolio nel Nord Dakota. La compagnia TC Energy Corp, una delle principali società energetiche del Nord America che gestisce infrastrutture, è stata costretta a chiudere l’oleodotto che trasporta greggio dal Canada alle raffinerie nel Midwest statunitense.

La spinta di venerdì si inserisce in una settimana di lievi ribassi. La variazione negativa giornaliera più forte (-2%) è stata registrata mercoledì 30 ottobre a seguito della pubblicazione del weekly report dell’Energy Information Administration (EIA). L’agenzia segnala un nuovo aumento delle scorte di petrolio pari +5.4 milioni di barili rispetto a due settimane fa.

In conclusione il mese di ottobre si chiude con variazioni congiunturali e tendenziali in dollari negative. Il Brent registra rispettivamente -5% e -26% mentre il WTI -5% e -24%.
Si segnala che dalla seconda parte del 2019, che coincide con l'inizio del rinnovamento della politica di tagli alla produzione dell'OPEC+, il prezzo del petrolio sta oscillando in un intorno ben preciso: il Brent tra 59-64 dollari al barile mentre il WTI intorno ai 54-58 dollari al barile.
In questi giorni il ministro del petrolio iraniano, Bijan Zanganeh, ha dichiarto che prevede nuovi tagli alla produzione da parte dei paesi dell'OPEC+ nel prossimo incontro di dicembre (fonte Reuters).