Prosegue senza sosta il calo dei prezzi del gas in Europa

Il rallentamento della crescita economica e le crisi susseguite negli ultimi due anni hanno portato ad un crollo della domanda di gas di oltre 100 miliardi di metri cubi

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Gas Naturale

Prosegue inesorabile la discesa dei prezzi del gas in Europa: i principali indicatori energetici hanno perso valore la scorsa settimana guidati da un quadro ribassista dei fondamentali. Il TTF month-ahead ha rotto il supporto psicologico dei 30 €/MWh.
Di seguito vengono illustrate le quotazioni di venerdì 19 gennaio sul mercato del gas naturale e la relativa variazione rispetto al venerdì precedente:

  • TTF Olanda 28.4 €/MWh (-3.6 €/MWh)
  • NBP Regno Unito 27.8 €/MWh (-3.9 €/MWh)
  • HenryHub USA 7.9 €/MWh (-2.4 €/MWh)
  • PSV Italia 29.3 €/MWh (-3.3 €/Mwh)
  • JKM Asia 30.0 €/MWh (-4.9 €/MWh)

Grafico 1: Andamento prezzo del gas naturale TTF e confronto tra i mercati finanziari

L’ondata di freddo che ha attraversato nelle prime settimane dell’anno gran parte del Continente e le tensioni in Medio Oriente avrebbero dovuto far lievitare, in teoria, i prezzi del gas. Contrariamente alle aspettative, però, questi hanno continuato a scendere. L'Europa sta beneficiando dei quantitativi record di riserve di gas accumulati lo scorso anno, nonché dell’aumento di capacità delle fonti rinnovabili e di un inverno relativamente mite.
Il rallentamento della crescita economica sta contribuendo in modo importante a limitare la domanda di energia nelle principali potenze industriali, come la Germania. A livello aggregato, la domanda europea di gas è calata di oltre 100 miliardi di metri cubi in soli due anni, scendendo al livello più basso dal 1995. Il crollo dell’offerta di gas nel biennio 2022/2023 ha richiesto un doloroso ma necessario riaggiustamento della domanda per riequilibrare i mercati del gas europei e globali.
Dopo un calo del 13% (70 bcm) nel 2022, il consumo europeo di gas è diminuito di un ulteriore 7% (35 bcm) nel 2023. L'industria, che ha subito il calo più marcato nel 2022, si è avviata verso una graduale ripresa nella seconda metà del 2023, poiché i livelli di prezzo più bassi hanno incentivato un aumento della produzione anche nei settori a maggiore intensità di gas. Resta da capire quale sarà lo scenario per i prossimi anni e se si riuscirà a tornare ai livelli pre-crisi.

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Petrolio

Settimana senza grosse variazioni per il comparto Oil: il Brent ha chiuso in linea rispetto al venerdì precedente a 78.6 $ al barile. Simile la dinamica del WTI, che ha fatto registrare l’ultima sessione quota 73.4 $ al barile, di poco al di sopra rispetto alle chiusure delle sessioni precedenti.

Grafico 2: Andamento prezzo del petrolio

Il recente taglio dell'Arabia Saudita ai prezzi ufficiali di vendita del greggio destinati al mercato asiatico (Arab Light) è il risultato di un indebolimento della domanda. Nonostante ciò, gli analisti di Reuters ritengono che questa scelta non implichi un cambiamento imminente nella politica dell'OPEC+.
La decisione di ridurre i prezzi ha sollevato molte preoccupazioni sui mercati, facendo calare i futures del Brent del 3% l’8 gennaio, giorno successivo alla decisione.
Secondo alcuni osservatori, la correzione dei prezzi ha riportato alla memoria i provvedimenti del mese di marzo 2020 e quello di novembre 2014, quando il Regno saudita tagliò i prezzi e aumentò la produzione nel tentativo di incrementare la propria quota di mercato. Contrariamente a quanto accaduto negli scorsi anni, però, il recente taglio non sarà indicativo di un cambio di rotta delle politiche di mercato del Regno, ma piuttosto ha come scopo quello di allineare il prezzo del greggio saudita con quello degli altri produttori globali.

Carbone Termico

Calano i prezzi del carbone in Europa: l’API2 month-ahead ha chiuso la sessione di venerdì a 106 $/ton, con un differenziale di -2.80 $/ton rispetto alla settimana precedente dove si era registrata una chiusura di 108.8 $/ton.

Grafico 3: Andamento prezzo del carbone termico Europa

L’anno appena concluso ha segnato un record nella produzione mondiale di energia elettrica da carbone, con l’export di carbone termico che ha superato per la prima volta 1 miliardo di tonnellate. Globalmente, l'uso del combustibile nei sistemi energetici continua a crescere nonostante gli sforzi diffusi per ridurne l’utilizzo.
La produzione dalle centrali termoelettriche a carbone è stata di 8295 TWh fino ad ottobre 2023, con un aumento dell'1% rispetto allo stesso periodo del 2022 e registrando il valore massimo storico.
Le esportazioni totali di carbone termico sono state invece di 1.004 miliardi di tonnellate per l'intero anno, con un aumento del 6.6% (+62.5 milioni di tonnellate) rispetto al 2022 (fonte dati: Kpler).
Anche le emissioni di CO2 derivanti dall’utilizzo del combustibile hanno toccato nuovi massimi storici, raggiungendo nel mese di ottobre 7.85 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, 66.7 milioni di tonnellate in più rispetto allo stesso periodo del 2022.
Nonostante molte regioni del mondo, tra cui l’Europa e il Nord America, hanno adottato misure sempre più restrittive, i volumi complessivi di estrazione, esportazione e consumo in Asia sono in aumento e non sembrano arrestarsi nei prossimi anni.