Riparte la manifattura cinese, ma la domanda di rame rimane modesta

Doctor Copper Says: le dinamiche del prezzo del rame per monitorare l’economia

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Anche questa settimana il prezzo del rame conferma la sua discreta stabilità in un contesto di incertezza. Dopo il recupero della scorsa settimana, negli ultimi giorni si segnala una nuova discesa, pari al -2.1% al London Metal Exchange (LME) e al -1.2% allo Shanghai Futures Exchange (SHFE), rispetto ai valori di chiusura di venerdì 3 marzo. In un’ottica di lungo periodo, non emergono quindi chiari cambi di rotta rispetto a quanto osservato nell’ultimo mese.

Prezzo del rame al LME e allo SHFE

I numeri del rame in Cina

La scorsa settimana gli indici PMI del settore manifatturiero cinese hanno fornito chiari segnali di ripresa. Ciononostante, in linea con le dinamiche dei prezzi, il recupero della domanda di rame da parte della Cina sembra ancora tiepido.

Più dati vertono verso questa direzione. Guardiamo, ad esempio, alle scorte di rame allo SHFE, in crescita a inizio 2023; al contrario, al LME le scorte sono arrivate a punti di minimo storico.

Prezzo del rame al LME e allo SHFE

Anche gli ultimi dati sull’import cinese, diffusi questa settimana della General Administration of Cutstoms del paese, vanno in questa direzione. A gennaio-febbraio 2023 la Cina, maggiore importatore di rame su scala mondiale, ha segnato una contrazione del 5.3% su base tendenziale per l’import di minerale e concentrati di rame, misurato in dollari; in calo del 20.6%, invece, l’import di rame grezzo e prodotti di rame.
Allargando lo sguardo al totale delle merceologie, i dati doganali segnalano una contrazione del 10.2% per l’import cinese nei primi due mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2022, a fronte di una caduta del 6.8% dell’export nel periodo considerato.

I primi due mesi del 2023 sembrano quindi chiudersi con una domanda di rame che rimane modesta, con buona probabilità ancora soddisfatta dalle scorte esistenti, anche a fronte di una ripresa delle attività industriali. Ciononostante, le speranze dei mercati finanziari rimangono orientate verso un aumento della domanda nei mesi a venire, con l’ufficiale ripartenza dell’economia del paese. Gli elevati livelli toccati dagli indici PMI per il mese di febbraio tengono quindi accese le prospettive di una ripresa, anche per la domanda di metalli.

Ulteriore notizia circolata questa settimana in merito allo stato di salute dell’economia cinese è l’esito dell’incontro parlamentare dello scorso weekend (“Two sessions”), che ha definito attorno al 5% l’obiettivo di crescita per il 2023, ritenuto dai mercati più modesto delle attese.

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News sul fronte finanziario: FED e BCE

Questa settimana il mood dei mercati, e indirettamente anche il prezzo del rame, sono stati influenzati anche da notizie sul fronte della politica monetaria. Dopo un clima generalmente hawkish nel mese di febbraio, in seguito all’uscita di dati su un’inflazione USA “stickier than expected”, nella giornata di martedì questa stance è stata confermata da un intervento di J. Powell. In occasione di uno speech tenutosi al Congresso, il presidente della Federal Reserve ha dichiarato che, con buona probabilità, l’istituto alzerà i tassi più di quanto precedentemente previsto, per tenere sotto controllo l’inflazione.
Queste dichiarazioni hanno supportato il cambio del dollaro nella giornata di mercoledì, impattando di conseguenza anche sulle commodity denominate in USD.

Guardiamo ora dal nostro lato dell’Atlantico. A fronte di un aumento pressoché certo di 50 punti base dei tassi di riferimento nel prossimo incontro di marzo della BCE, il Consiglio Direttivo sembra non sia unanime in merito all’entità e la rapidità dei rialzi dei tassi nei mesi a seguire. I nodi da sciogliere sono molteplici: si spazia dai tempi di trasmissione dei rialzi dei tassi, al tema di un’inflazione core ancora elevata. Che effetto può esercitare il calo dei prezzi degli energetici sull’inflazione core e in che tempistiche?

I dati suggeriscono come i prezzi degli energetici si trovano certamente al di sotto dei livelli toccati nel 2022; d’altro canto, si nota anche una certa stabilità nei primi mesi del 2023, al di sopra dei livelli antecedenti la crisi sanitaria.

Indice PricePedia dei prezzi dell'energia in Europa I - Daily Data - Indice Finanziario Energetici (Europa): Indice Energetici (Europa) dei prezzi finanziari di carbone, gas naturale e petrolio, pesato per i valori di import UE27

Sarà quindi l’incontro della prossima settimana che potrà fornire, anche per l’Eurozona, un aggiornamento sull’andamento previsto per le prossime mosse di politica monetaria.