Segnali di ripartenza dal gigante asiatico

Doctor Copper Says: le dinamiche del prezzo del rame per monitorare l’economia

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Negli ultimi giorni il prezzo del rame ha mostrato segnali di recupero, dopo la lieve frenata registrata a fine febbraio. Rispetto ai valori di chiusura della scorsa settimana, si segnala un aumento dei prezzi in dollari dell'1.6% al London Metal Exchange (LME) e dello 0.4% allo Shanghai Futures Exchange (SHFE).

Prezzo del rame al LME e allo SHFE

In particolare, è nella giornata di mercoledì 1 marzo che i prezzi del rame hanno registrato un rialzo, a fronte della release degli ultimi dati sul PMI cinese, tanto da parte del National Bureau of Statistics of China che di Standard & Poor’s: da entrambi gli indicatori sono giunti infatti chiari segnali di recupero per il mese appena concluso.

L’indice PMI manifatturiero rilasciato dall’istituto nazionale di statistica ha toccato quota 52.6, la più elevata nell’arco di un decennio; in crescita anche l’indicatore relativo all’attività non manifatturiera. Entrambi gli indici hanno superato le aspettative degli analisti, segnalando il chiaro avvio di una fase di ripresa.

Guardando invece ai dati di fonte S&P (Caixin China General Manufacturing PMI), anche in questo caso i numeri suggeriscono un ritorno alla crescita per il settore manifatturiero cinese grazie all’allentamento delle misure sanitarie restrittive. Le imprese intervistate hanno segnalato una crescita significativa tanto nella produzione che nei nuovi ordini, grazie ad una solida ripresa delle operazioni e della domanda da parte dei consumatori. Secondo i dati S&P, il PMI di febbraio ha toccato quota 51.6, superando quindi la soglia di 50, rispetto al 49.2 di gennaio. Ricordiamo infatti che, mentre l’indice nazionale dava già segnali di recupero lo scorso mese, l’indagini condotta da S&P (che differisce in termini di metodologia e di campione intervistato) si era limitata a fornire segnali di un allentamento della pressione sul settore.

Dopo l’iniziale entusiasmo dei mercati relativo alla diffusione di notizie di ripresa dell’economia cinese, nella giornata di giovedì il prezzo del rame ha registrato una modesta frenata. L’attenzione di trader e investitori si è concentrata infatti sui timori relativi al prossimo meeting in agenda: nella giornata di domani avrà inizio il “Two Sessions”, un incontro parlamentare annuale che raccoglie rappresentanti da tutta la Cina per discutere e validare le priorità nazionali, e al quale i mercati guardano con attenzione alla ricerca di misure di stimolo che possano supportare la crescita economica della Cina e la sua domanda di metalli.
Nel complesso, se gli ultimi dati sui PMI hanno parzialmente sollevato l’umore dei mercati questa settimana, spingendo al rialzo il prezzo del rame, non giungono ancora chiari segnali di svolta. I prezzi rimangono infatti sulla media di febbraio, e al di sotto dei recenti valori di massimo toccati nel mese di gennaio.

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Uno sguardo all’Europa

Allargando l’analisi al di fuori della Cina, si segnala l’uscita di alcuni numeri utili a monitorare le recenti dinamiche economiche.

È stata rilasciata nella giornata odierna la seconda stima ISTAT per il PIL italiano nel Q4-2022: si conferma una contrazione su base congiunturale dello 0.1%, a fronte invece di una crescita dell’1.4% su base tedenziale. I timori di recessione ormai da mesi al centro della discussione cominciano quidi a concretizzarsi, sebbene in maniera molto moderata; trattasi della prima contrazione dell’attività produttiva italiana dal Q4-2020. Prosegue invece la ripresa su base tendenziale, benchè a ritmi progressivamente più contenuti.
I consumi interni hanno contribuito negativamente al PIL, a fronte di un contributo positivo da parte della domanda estera netta.

Si segnala inoltre l’uscita della stima flash per il mese di febbraio dell’inflazione dell’Eurozona, risultata pari all’8.5% su base tendenziale. Si rimane quindi su livelli elevati, benchè in lieve rallentamento rispetto all’8.6% di gennaio. L’inflazione core1 conferma invece un trend di salita, toccando il punto di massimo storico del 5.6%.
Tra le varie componenti dell’indice, il comparto Alimentari, alcool e tabacco registra l’incremento maggiore (+15%), seguito dall’Energia (+13.7%); più modesti gli incrementi registrati per i prezzi dei beni industriali non energetici (+6.8%) e i servizi (+4.4%). Rispetto al mese di gennaio, soltanto il comparto energetico mostra un tasso di inflazione di minore intensità.

Segnali positivi giungono, infine, dallo S&P Global Eurozone Composite PMI: l’Eurozona mostra nel mese di febbraio un’espansione della business activity del settore privato per il secondo mese successivo, che ha portato a toccare un punto di massimo degli ultimi 8 mesi. In crescita anche la fiducia delle imprese, ai massimi degli ultimi 12 mesi, ma al di sotto dei livelli antecedenti l’invasione russa dell’Ucraina.
Con l’avvio della primavera, sembrano quindi giungere segnali di ripresa tanto dalle imprese UE che dal fronte cinese, ma il campanello d’allarme dell’inflazione rimane al centro della scena.


1. Si considerano tutti i beni ad esclusione di energia, cibo, alcool e tabacco.