Occhi puntati sulla Cina

Doctor Copper Says: le dinamiche del prezzo del rame per monitorare l’economia

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Dopo la salita dei prezzi del rame osservata nelle prime settimane di gennaio, che ha mostrato con chiarezza l’entusiasmo dei mercati finanziari in apertura d’anno, negli ultimi giorni i prezzi del rame hanno dato segnali di una parziale normalizzazione.
Nel complesso, rispetto ai valori di chiusura dello scorso venerdì, il prezzo in dollari ha segnato una modesta crescita di poco superiore all’1% tanto al London Metal Exchange (LME) che allo Shanghai Futures Exchange (SHFE).

Prezzo del rame al LME e allo SHFE

Market sentiment: quali segnali dalla Cina?

Rimane in campo un cauto ottimismo da parte dei mercati per la riapertura cinese, che continua a prevalere sui timori di recessione. Il principale incremento della settimana è stato registrato nella giornata di mercoledì, tanto al LME che allo SHFE.
Si confermano al rialzo anche gli indici di borsa del paese, che da fine dicembre hanno invertito il precedente trend di sostanziale stabilità.

Indici di borsa cinesi

Fonte: DailyDataLab


La ripresa cinese rimane, in ogni caso, segnata dall’incertezza. Al di là dell’attuale sentiment dei mercati e delle relative aspettative, i prossimi mesi dovranno effettivamente riscontrare un aumento nella domanda di rame, in un contesto di generale ripartenza dell’industria cinese, per confermare gli attuali rialzi dei prezzi in un’ottica di bull market.

I dati più recenti rilasciati dal National Bureau of Statistics of China forniscono, per il momento, segnali di rallentamento per gli ultimi mesi del 2022. Risale a pochi giorni fa la release dei dati preliminari sul PIL cinese nel IV trimestre: si stima un +2.9% rispetto al trimestre precedente, in rallentamento rispetto al +3.9% del Q3. L’economia cinese rimane quindi in territorio positivo, a fronte di un inevitabile rallentamento dei ritmi di crescita, penalizzati dall’ondata pandemica.
Segnali di frenata anche dagli ultimi dati sul PMI manifatturiero, in rallentamento dai mesi autunnali, e che a dicembre ha toccato un nuovo punto di minimo.

Manufacturing Purchasing Managers’ Index Cina

Fonte: National Bureau of Statistics of China

Per il momento, il Fondo Monetario Internazionale confida però nella ripartenza del gigante asiatico a partire dal II trimestre 2023, secondo le recenti dichiarazioni rilasciate a Davos dalla Deputy Managing Director Gita Gopinath.

Notizie dal Sud America

Oltre alla centrale questione cinese nell’influenzare il prezzo del rame, si segnalano anche alcune preoccupazioni sul fronte degli approvvigionamenti, in relazione a recenti proteste in Perù. Il paese sta infatti assistendo da dicembre a proteste popolari relative alla cacciata e all’arresto dell’ex presidente Castillo, impattando in parte anche sulle catene di approvvigionamento per diverse materie prime.
Giunge qualche timore anche dalle notizie dal Cile: Antofagasta, azienda mineraria cilena, ha infatti riportato questa settimana che nel 2022 la produzione di rame è risultata di oltre il 10% inferiore rispetto al 2021.

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