Gli indici delle commodity ancora in ribasso tra economia e geopolitica

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 22 maggio 2023

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LME Non Ferrosi Macroeconomia Analisi settimanale LME

Dinamica settimanale

Andamento non ferrosi

Andamento dei singoli metalli non ferrosi

  • Rame: Stabile il prezzo del rame che la scorsa settimana ha chiuso a quota 8.222 $/Ton. Spread tra spot e future è in contango.
  • Nichel: In calo la quotazione del nichel, che settimana scorsa ha chiuso al di sotto dei 21.500 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio: In aumento il prezzo dell’alluminio primario, posizionatosi la scorsa settimana a quota i 2.300 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio secondario: Stabile il prezzo dell’alluminio secondario a 1.945 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Zinco: Lieve flessione anche per il prezzo dello zinco, che venerdì ha chiuso a 2.491 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
  • Piombo: Dopo un calo settimanale, venerdì il prezzo del piombo ha recuperato le perdite posizionandosi quindi a 2.095 $/Ton. Spread in contango.
  • Stagno: In aumento il prezzo dello stagno, arrivato a toccare i 25.500 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.

Commento Macroeconomico

Un’altra settimana non positiva per gli indici delle commodity schiacciati tra un’economia globale che rallenta e la geopolitica che vede salire le tensioni tra Nord e Sud del Mondo, tra Occidente e Oriente.
In America si continua a rincorrere un accordo tra Democratici e Repubblicani sull’innalzamento del tetto del debito per scongiurare il default che potrebbe scattare il prossimo 1° giugno. Le Borse ci sperano, anche perché, in caso contrario, ciò comporterebbe non pochi problemi.
A scattare una fotografia dell’attuale situazione globale ci pensa l’Institute of International of Finance (Iif), che nel consueto Global Debt Monitor ha rilevato il nuovo record del debito mondiale salito oltre quota 300 mila miliardi di dollari pari al 335% del PIL mondiale. Nel solo 1° trimestre 2023, Stati, Imprese, Banche e Famiglie si sono indebitati per 8.300 miliardi di dollari. I più esposti sono i Paesi Emergenti e le imprese americane.
In Giappone, ad Hiroshima si è riunito il G7[1]. Tanti i temi discussi emergono la guerra in Ucraina, nuove sanzioni contro la Russia, le complesse relazioni con la Cina, la sicurezza dell’Europa e dell’Indo-Pacifico.
In contemporanea al G-7, in Cina, si tiene un vertice che sembra essere la risposta di Pechino al G7. Il presidente cinese Xi Jinping ospita il primo vertice con i leader di cinque ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan). L’iniziativa vuole consolidare l’influenza di Pechino e inaugurare una “nuova era di cooperazione” tra la Cina e l’Asia centrale, coerente con l’idea cinese di creare un altro ordine mondiale contrapposto a quello a dominazione americana.
Tutto questo avviene guardando al summit che si terrà prossimamente in Sudafrica fra i leaders dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). Qui si discuterà se allargare l’area BRICS ad altri Stati (13/19) del sud del mondo così da fare una sorta di G20 parallelo a quello già esistente, dei paesi più industrializzati.
Tutto questo per i mercati si traduce in incertezza e volatilità. Dopo i cigni neri del 2020-2022, le aziende hanno imparato ad includere l’incertezza nell’organizzazione dell’impresa per essere preparati a gestire i rischi man mano che si prospettano. E sul commercio internazionale i rischi sono tanti a cominciare da quelli legati alla fornitura delle famose materie prime critiche e ai prodotti strategici come i chip.

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La reazione dei mercati


Variazioni dei principali indici rispetto alla scorsa settimana

CRB Index: in aumento.
GSCI Index: stabile.
BDI Index-Noli marittimi: in calo.
Petrolio Brent: in lieve aumento.
Gas naturale TTF: in calo.
LMEX-Metalli non ferrosi: stabile.
Dollar Index: in aumento.


1. Il G7 (Gruppo dei 7) è il forum intergovernativo composto dai sette maggiori Stati economicamente avanzati del pianeta ossia USA, Giappone, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Italia.