Prezzo del rame in calo da due settimane

Doctor Copper Says: le dinamiche del prezzo del rame per monitorare l’economia

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Negli ultimi giorni il rame ha proseguito la fase di riduzione inaugurata la scorsa settimana: alla chiusura di ieri, giovedì 27 aprile, i prezzi quotati al London Metal Exchange (LME) e allo Shanghai Futures Exchange (SHFE) sono tornati sui livelli di inizio 2023, scendendo al di sotto dei valori toccati a metà marzo in relazione allo shock del settore bancario, per poi mostrare un limitato rialzo nella giornata odierna.
Nel complesso delle ultime due settimane si registra un calo del -5.6% per il rame quotato al LME e del -5.3% allo SHFE, che ha portato i prezzi in dollari su valori più bassi rispetto alla media degli ultimi quattro mesi. Andiamo allora ad approfondire le cause di questa fase di ribasso.

Prezzo del rame al LME e allo SHFE

News dalla Cina, tra debolezza e segnali di supporto

Nella giornata di ieri, il National Bureau of Statistics of China ha pubblicato i dati sui profitti delle imprese industriali del paese: si segnala un calo del -19.2% su base tendenziale a marzo 2023 (e del -21.4% per il complesso del I trimestre). Giungono quindi segnali di fragilità da parte di un settore che rappresenta un player chiave per il consumo di metalli, pesando anche sul prezzo del rame.
In un contesto di domanda globale che rimane tiepida, l’indicatore conferma dunque che la ripresa cinese non possa a sua volta dirsi consolidata, soprattutto per i settori dell’industria e delle costruzioni, nonostante l’abbandono della politica zero-Covid.

Si collocano su questa linea le dichiarazioni, rilasciate nella giornata odierna, dal Politburo del Partito Comunista cinese, il principale organo decisionale guidato dal presidente Xi Jinping, che ha confermato un approccio cauto e l’intenzione di supportare la domanda del paese. Si punta quindi a rassicurare gli investitori sul fatto che il governo voglia continuare a sostenere una solida ripresa, nonostante un PIL dinamico nel Q1, che si unisce però a persistenti segnali di debolezza da parte di altri indicatori economici.

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Rallenta la crescita del PIL americano

Negli ultimi giorni, hanno pesato sul prezzo del rame anche segnali di debolezza provenienti dagli USA – per i quali la FED scommette su una “mild recession”.
In aggiunta ad alcuni timori sul fronte bancario, legati agli ultimi sviluppi della First Republic Bank, è la parte macroeconomica a preoccupare i mercati in senso più ampio. Nella giornata di ieri è stata infatti pubblicata dal Bureau of Economic Analysis una stima del PIL USA per il I trimestre 2023 che sembra confermare le prospettive di un rallentamento. Il PIL ha registrato un incremento dell’1.1% (su base annua) rispetto al trimestre precedente, in chiaro rallentamento rispetto al +2.6% registrato nel Q4-2022, e di entità inferiore rispetto alle aspettative dei mercati. Più elevata, invece, la crescita su base tendenziale, risultata pari al +1.6%.

Prezzo del rame al LME e allo SHFE

Rispetto al IV trimestre 2022, la decelerazione del PIL reale nel I trimestre dell’anno in corso ha riflesso principalmente una flessione degli investimenti privati in scorte e un rallentamento degli investimenti fissi non residenziali. Questi movimenti sono stati in parte compensati da un'accelerazione della spesa per consumi, da una ripresa delle esportazioni e da un calo più contenuto degli investimenti fissi residenziali. La spesa dei consumatori è aumentata tanto per i beni che per i servizi; tra i beni, il maggior contributo è venuto dall’automotive.

A fronte di una crescita economica modesta, l’inflazione USA ha invece confermato la sua resilienza. Nel I trimestre, l’indice dei prezzi PCE (Personal Consumption Expenditures) ha segnato un aumento del 4.2% rispetto al trimestre precedente, in accelerazione rispetto al +3.7% registrato nel Q4-2022. L’indice risulta ancor più elevato escludendo i prezzi del cibo e dell’energia (+4.9%, in accelerazione rispetto al +4.4% del trimestre precedente).

Sarà la FED a chiarire, all’inizio della prossima settimana, le prossime mosse di politica monetaria volte a gestire il complesso quadro che si delinea.