BCE, da colomba a falco

Doctor Copper Says: le dinamiche del prezzo del rame per monitorare l’economia

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Nei primi giorni della settimana i prezzi del rame sono tornati a segnare un modesto rialzo, mantenendosi però ancora al di sotto del picco raggiunto a gennaio. Rispetto ai valori di chiusura della scorsa settimana, il prezzo in dollari del rame quotato al London Metal Exchange (LME) mercoledì ha segnato un incremento del 2.8%; +1.8% per il prezzo quotato allo Shanghai Futures Exchange (SHFE).
Non si è però trattato dell’avvio di un nuovo trend di rialzo: già giovedì si è registrata, infatti, una modesta frenata rispetto al giorno precedente, confermata in modo più accentuato nella giornata di venerdì.

Prezzo del rame al LME e allo SHFE

Il clima sui mercati

L’incertezza continua a mantenere saldamente le redini della scena sui mercati finanziari, a fronte di prospettive di recupero dell’economia cinese che continuano a slittare. Alcuni commentatori ipotizzano una ripartenza in primavera, ma la cautela rimane d’obbligo. I prezzi suggeriscono modesti segnali di recupero della domanda di rame nella prima parte della settimana, ma non sembrano, per il momento, fornire segnali di consolidamento.

Da segnalare, in questo quadro, anche il ruolo del dollaro, che si colloca da inizio febbraio in una fase di apprezzamento, e che sta rendendo le commodity denominate in dollari più costose per gli holder di altre valute. Guardando ai prezzi in euro, vediamo infatti come il prezzo del rame abbia nuovamente toccato i massimi di gennaio tanto al LME che allo SHFE, per poi tornare a scendere nella giornata di oggi.

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Si conferma l’influenza sul prezzo del rame anche da parte della politica monetaria USA, orientata sulla linea “higher for longer”. Sono infatti stati rilasciati pochi giorni fa i verbali dell’ultimo incontro della FED, tenutosi tra fine gennaio e inizio febbraio, che hanno confermato una stance tendenzialmente hawkish.
Le preoccupazioni per una politica monetaria restrittiva che potrebbe continuare a pesare sull’attività economica più a lungo di quanto precedentemente atteso, unite a quelle per una domanda cinese ancora modesta, contribuiscono quindi a contenere un deciso rialzo dei prezzi del rame.

In linea con l'incertezza sul prezzo del rame, anche il prezzo del petrolio sembra rimanere moderato da un cap di generale incertezza, fatte salve modeste fluttuazioni. Il quesito che accomuna i mercati sui due fronti è se la domanda industriale possa o meno accelerare a sufficienza da guidare i prezzi al rialzo o se, al contrario, possa prevalere la spinta recessiva. Nella prima parte del 2023 i due prezzi si sono mossi in modo allineato, segnalando l'esistenza di determinanti comuni. Nelle ultime settimane hanno iniziato a muoversi in modo opposto, mantenendosi però all'interno di range limitati.

Prezzo del rame al LME e allo SHFE

Lo stato di salute dell’economia

Guardando agli indicatori che contruibuiscono a indagare e valutare il dibattuto stato di salute dell’economia, si segnala la recente release dell’ultimo S&P Global Flash Eurozone PMI per il mese di febbraio, dal quale giungono segnali positivi.
A febbraio il tasso di crescita della business activity dell’Eurozona ha infatti mostrato un’accelerazione, toccando un punto di massimo degli ultimi nove mesi, e segnalando un miglioramento della performance del settore dei servizi, nonchè un ritorno alla crescita per l’output manifatturiero. Trattasi dell’effetto congiunto di una crescita della domanda e della fiducia, nonchè un progressivo aggiustamento degli intoppi della catena del valore. Al tempo stesso, cala l’inflazione per i costi degli input, soprattutto per il settore manifatturiero.
Il PMI è arrivato a toccare quota 52.3, superando con chiarezza la soglia dei 50, rispetto al più modesto 50.3 di gennaio.

Di pari passo, l’Eurostat ha invece rivisto al rialzo l’inflazione dell’Eurozona per il mese di gennaio, che è passata dall’8.5% precedentemente stimato, all’attuale 8.6%.
Il PMI e l’indice dei prezzi al consumo delineano quindi lo scenario di un’inflazione forte in un’economia che però, per il momento, mostra una discreta resilienza. In questo contesto, le aspettative dei mercati puntano ad una prosecuzione della stance restrittiva della BCE più a lungo di quanto precedentemente atteso, e sicuramente oltre il rialzo previsto per marzo. Dopo anni da colomba, la banca centrale di Francoforte spicca ora, agli occhi dei mercati, per il suo nuovo ruolo di falco.