Il 2023 si apre con i prezzi dei metalli non ferrosi in calo

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 9 gennaio 2023

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LME Non Ferrosi Macroeconomia Analisi settimanale LME

Dinamica settimanale

Andamento non ferrosi

Andamento dei singoli metalli non ferrosi

  • Rame: Nella scorsa settimana i prezzi del rame hanno chiuso in ribasso, appena sopra gli 8.360 $/Ton. Spread tra spot e future è in backwardation.
  • Nichel: Nella settimana scorsa i prezzi del nichel hanno chiuso in ribasso toccando quasi la quota di 28.000 $/Ton. La volatilità continua a salire e rimane su livelli alti. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio: I prezzi dell’alluminio primario hanno chiuso in ribasso, scendendo sotto i 2.300 $/Ton. Il tasso di volatilità è alto. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio secondario: In salita i prezzi ufficiali dell’alluminio secondario che chiudono a 2.100 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Zinco: Anche il prezzo dello zinco è in calo. La settimana scorsa sono scesi sott a 3.000 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
  • Piombo: Nella settimana scorsa i prezzi del piombo hanno chiuso a quota 2.235 $/Ton. Spread in backwardation.
  • Stagno: In crescita i prezzi dello stagno, che questa settimana hanno superato i 25.000 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.

Commento Macroeconomico

Che anno è stato il 2022? E che anno sarà il 2023? Di seguito alcuni eventi che hanno caratterizzato l’anno appena terminato, ma che saranno presenti anche nel 2023.

  • La guerra in Ucraina. L’invasione russa si è capito sin da subito che non era un fatto locale, bensì qualcosa che riguarda tutto il mondo e andava a modificare i fragili equilibri internazionali definendo i due blocchi principali: USA e Unione Europea con Gran Bretagna, Giappone e altri da una parte e Cina, Russia, India e altri, dall’altra parte. Realisticamente questa immagine ci sarà anche nel 2023.
  • La “scoperta” delle materie prime fondamentali. UE senza il gas russo. Con la guerra abbiamo scoperto le tante fragilità dei paesi europei nel comparto delle materie prime. Dopo i Chip, il gas che ha mandato in orbita i prezzi dell’energia elettrica e non solo. Si chiudono i rubinetti con la Russia e si aprono i rubinetti con altri paesi (africani e non) che non sono il massimo dal punto di vista geopolitico. Si parlerà di gas e di Price Cap, anche nel 2023
  • Il Covid. La Cina, da dove tutto è partito nel 2020, è ancora dentro, anche se Pechino fa di tutto per nascondere “ancora” la realtà dei fatti. E i cinesi scendono in piazza per protestare e, addirittura, contestano il leader maximo Xi Jinping. Ne riparleremo anche nel 2023.
  • Eventi climatici estremi. Uragani e tempeste si alternano a ondate di caldo sopra le medie storiche provocando inondazioni e siccità. In Italia non dimenticheremo l’immagine del nostro grande fiume, il Po', ridotto ad un rivolo oppure Ischia devastata dalla pioggia. E le tante conferenze globali continuano a rinviare le misure necessarie per invertire la tendenza e soprattutto quelle per ridurre gli effetti dei disastri sulle popolazioni.
  • Inflazione e timori di recessione. La fiammata dei prezzi dei prodotti energetici (petrolio e gas) ha colpito tutte le materie prime mettendo in serie difficoltà il comparto manifatturiero a livello globale. Con il rialzo generalizzato dei prezzi è esplosa l’inflazione che ha raggiunto livelli altissimi come non si vedevano da anni in USA e in Europa.

Che anno sarà il 2023?

Tutto porta a pensare che le immagini relative al 2022, saranno ancora presenti nel 2023 che si apre all’insegna dell’incertezza e con una sola certezza: la volatilità elevata dei mercati.
Dal punto di vista macroeconomico tutte le previsioni concordano in una crescita economica più bassa di quella del 2022 e in molti paesi vi sarà una recessione. I consumi caleranno e i prezzi anche.
Per quanto riguarda le Commodity, le previsioni sono generalmente a favore di un ribasso dei prezzi dovuto per lo più ad una minore domanda, almeno nella prima parte dell’anno. Per alcune commodity impattate dalla guerra in Ucraina (gas, petrolio, metalli) molto dipenderà dall’offerta che potrà essere ridotta da sanzioni o ritorsioni. In questi casi i prezzi potrebbero salire per la contrazione dell’offerta. Relativamente ai prezzi delle materie prime gli analisti sono concordi su un fatto: il 2023 registrerà ancora tassi di volatilità piuttosto alti che richiederanno alle aziende manifatturiere un’attenzione molto alta nella programmazione degli acquisti e nella gestione del magazzino.

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