L’impatto del conflitto sui prezzi delle materie prime

Analisi congiunturale delle commodity

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Energetici Ferrosi Preziosi Fibre Tessili Acciaio Legato Alimentari Chimici Organici Plastiche ed Elastomeri Legno e Carta Chimici Inorganici Non Ferrosi Congiuntura

È stato pubblicato l’aggiornamento dei prezzi di marzo 2022 sul portale PricePedia.
Inevitabilmente gli effetti dell’invasione russa dell’Ucraina si sono proiettati su tutti i prezzi delle materie prime, causando variazioni sia congiunturali che tendenziali mai prima registrate. Difatti, l’indice aggregato delle commodity PricePedia a marzo 2022 segna una variazione congiunturale (ovvero una variazione rispetto al mese precedente) del +14% e una variazione tendenziale (ossia rispetto a 12 mesi fa) del +63%.

Indice Totale Commodity (Europa), Indice in € (2017 = 100)

Come è possibile osservare dal grafico, l’indice totale delle commodity questo mese ha toccato il livello record di 181, ovvero la media dei prezzi in euro del mese di marzo 2022 ha superato la media dei prezzi dell’intero 2017 di oltre 80 punti percentuali.
Come preannunciato nel precedente articolo “I prezzi delle commodity prima della guerra”, marzo è stato un mese caratterizzato da forti aumenti. Analizzando singolarmente le variazioni congiunturali di ciascuna famiglia merceologica, salta all’occhio l’entità degli aumenti degli energetici, che in un solo mese, come da previsione, hanno subìto incrementi di oltre il 20%. Ciò soprattutto a causa della Russia e del ruolo che essa ricopre sul mercato energetico: primo esportatore di gas naturale e petrolio greggio europeo1. Quindi, tra l’aumento della domanda, scenari geopolitici instabili e l’idea di embargo contro il greggio russo un rialzo così importante era inevitabile.


Grafico 2: Marzo 2022, variazioni % in euro rispetto a febbraio 2022

Fonte: PricePedia

La seconda famiglia merceologica che ha registrato la più alta variazione tendenziale è quella dei preziosi, che a marzo segna un +9.1%. Già prima dell’invasione russa dell’Ucraina, l’attenzione degli investitori era tornata sui metalli preziosi, beni rifugio per eccellenza, probabilmente trainata non solo dalla ripresa post-pandemica, ma anche dalla ricerca di strumenti protettivi contro l'inflazione.
Al di sotto degli 8 punti percentuali troviamo i chimici organici (+7.9%), i ferrosi (+7.4%), chimica per l’industria (+6.9%) e chimici inorganici (+6.8%), seguiti da non ferrosi (+6%), plastiche & elastomeri (+6%), alimentari (+5%) e fibre tessili (+5.2%). Infine, legno & carta (+4.3%) che hanno registrato la variazione relativamente più bassa.
Anche dal punto di vista tendenziale, gli Energetici sono il comparto merceologico che più è cresciuto negli ultimi 12 mesi: in particolare l’indice è raddoppiato rispetto a quello rilevato a marzo 2021.


Grafico 3: Marzo 2022, variazioni % in euro rispetto a marzo 2021

Fonte: PricePedia

Le altre famiglie merceologiche hanno subìto variazioni al di sotto dei 50 punti percentuali.
Chimica per l’industria, chimici inorganici e organici oscillano tra +35% e +45%, assieme a ferrosi, non ferrosi e legno e carta, seguite dal comparto delle plastiche (+30%) e delle fibre tessili (+25%). Nel complesso tutti gli indici merceologici hanno segnato incrementi consistenti negli ultimi 12 mesi.
L'attuale fase è di profonda incertezza. Da un lato i segnali che provengono dalle quotazioni finanziarie dei prodotti energetici e non ferrosi indicano una continuazione di una fase di prezzi molto elevati. Dall'altro, stanno emergendo crescenti segnali di rallentamento dei livelli di attività industriale mondiale che potranno risultare un fattore di riduzione di prezzo.

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1. Il 25% di gas naturale e il 22% di petrolio che l’Europa ha importato nel 2020 proveniva esclusivamente dalla Russia.