Filiera tessile: disallineamento tra mercato reale e finanziario

A fronte del significativo recupero dei benchmark finanziari delle fibre tessili, i prezzi reali si trovano ancora su un trend negativo

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Fibre Tessili Congiuntura

Il comparto delle fibre tessili è stato, e continua ad essere, tra i più colpiti dalla crisi sanitaria: a gennaio l’indice di prezzo in euro delle Fibre Tessili segna ancora un valore negativo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-11%). Da segnalare, però, che si tratta della caduta tendenziale meno profonda da aprile 2020, segnalando quindi un percorso di lento recupero. Il trend negativo dell’indice di prezzo riflette la situazione sul mercato reale, ovvero una filiera che sconta tuttora una forte flessione nel prezzo.
Sul mercato finanziario la situazione è differente: i prezzi delle aste della lana australiana sono su un percorso di significativa ripresa, e la quotazione del cotone all’Intercontinental Exchange (ICE) registra una forte crescita, attestandosi a gennaio su livelli superiori a quelli dello scorso anno e prossimi ai livelli medi del 2019.

I grafici che seguono riportano i prezzi della lana e del cotone per i rispettivi mercati finanziari e reali; come benchmark del mercato reale è stato riportato il prezzo medio alla quale la UE importa dal mondo cotone e lana pettinata.

Grafico 1: Andamento prezzo del cotone
Andamento prezzo del cotone

Grafico 2: Andamento prezzo della lana
Andamento prezzo della lana

Dai grafici emerge chiaramente il trend negativo del prezzo sul mercato reale e l’inversione di rotta, rispetto ai livelli di minimo, dei benchmark finanziari.

Focalizzandoci sul mercato finanziario notiamo come, nella seconda parte del 2020, la quotazione del cotone abbia registrato una serie di variazioni congiunturali positive, segnando a gennaio la spinta più intensa (+8.8% in euro). La crescita sta proseguendo anche nel mese di febbraio, pari al +7% in euro (fonte: DailyDataLab).
E’ probabile, però, che la serie di aumenti vada verso ad un'attenuazione, nel medio periodo: dal confronto tra la quotazione spot e future emerge infatti che il cotone è in backwardation, ovvero la quotazione a pronti è superiore di quella a consegna 6 mesi. Ciò indica che il mercato non ritiene sostenibile un aumento così intenso per il prezzo spot, e quindi nel medio periodo è ragionevole attendersi un riallineamento delle quotazioni.

Per quanto riguarda le aste australiane di lana, benché a gennaio il benchmark di prezzo si attesti su un livello inferiore a quello del 2020, si segnala una netta inversione di rotta: dopo aver toccato un punto di minimo a settembre 2020, ad ottobre il prezzo ha registrato un incremento del 20% in euro, recuperando nell’ultimo quadrimestre circa il 46%. Dal monitoraggio settimanale1 del prezzo della lana emerge che la crescita sta continuando anche a febbraio, seppur con un’intensità inferiore rispetto a gennaio.

Il driver che ha guidato i mercati finanziari è comune: durante i primi mesi della pandemia molte aziende hanno messo a scorta la loro produzione, come raccontato in un articolo di aprile, ed ad oggi è in atto un riassorbimento delle scorte trainato dal consumo industriale cinese di fibre tessili. In Australia pesa anche una riduzione dell’offerta di lana a causa delle cattive condizioni meteorologiche (fonte: AWEX).

In conclusione, i benchmark di prezzo del cotone e della lana sono in ripresa; nel medio periodo è probabile che, dato il forte legame che sussiste tra i benchmark e i prezzi effettivi, si assisterà ad una ripresa anche sul mercato reale. La scarsa reattività del mercato reale non sorprende: nei mesi della crisi sanitaria per più comparti industriali si è verificata una disconnessione tra mercato reale e finanziario, essendo quest’ultimo più reattivo e legato a delle dinamiche di speculazione, a fronte di un meccanismo di riequilibrio tra domanda e offerta più lento sul mercato reale.


(1) Le aste australiane fanno riferimento all’indice AWEX-EMI pubblicato settimanalmente dall’Australian Wool Exchange.