Prezzo del cotone sotto pressione causa guerra commerciale

A fronte di una forte flessione della quotazione spot del cotone, il prezzo doganale europeo sembra ancora resistere

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Da più di un anno la quotazione del cotone all’Intercontinental Exchange (ICE) si trova su un forte trend negativo. A giugno 2018 il valore in dollari era di 1960 alla tonnellata, ad agosto 2019 si è attestato intorno ai 1300, segnalando una perdita di valore pari al -33%. Dietro questa dinamica c’è la guerra commerciale USA-Cina. Il cotone è infatti un bene strategico in questo contesto. La Cina è tra i primi importatori di cotone al mondo, mentre gli USA sono il primo esportatore.

Il grafico che segue riporta la quotazione al ICE del cotone spot e il prezzo doganale delle importazioni europee di cotone.

Grafico 1: prezzo del cotone doganale e finanziario
prezzo del cotone doganale e finanziario

Dal grafico emerge che da luglio 2018 la quotazione ha avuto una prima flessione, seguita da una ripresa nella prima parte di quest’anno per poi affondare nuovamente da maggio 2019. A guidare questo andamento sono le fasi della guerra commerciale. La scorsa estate la Cina ha imposto delle tariffe pari al 25% sulle importazioni dall’America di cotone, generando una prima diminuzione del prezzo. In seguito il clima di ottimismo per le trattative commerciali nei primi mesi del 2019 ha contribuito ad una ripresa del prezzo (+8%). A maggio l’annuncio di Trump di un aumento delle tariffe sui beni d’importazione dalla Cina ha fatto scattare nuove controtariffe da parte dell’amministrazione cinese, riportando il prezzo sul sentiero negativo e toccando il minimo a 1300 dollari alla tonnellata ad agosto 2019. Un livello così basso non si sperimentava dal 2016.

Osservando i flussi commerciali, la diminuzione del prezzo non si rispecchia però in una diminuzione della domanda cinese di cotone americano. Nel secondo trimestre 2019 le importazioni cinesi registrano segno positivo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (fonte Exportplanning).
Dall’analisi degli scambi reali emerge che la Cina ha perso il suo primato di primo importatore di cotone dagli USA. Il Vietnam ha preso il suo posto. Nel 2016 le importazioni del Vietnam hanno superato quelle cinesi e il loro trend non sembra arrestarsi. Le importazioni vietnamite nell’arco di 10 anni sono aumentate vertiginosamente passando da meno di 125 milioni di chili nel 2008 a 441 nel 2018 (fonte Exportplanning).

Nel grafico 1 è riportato il prezzo doganale delle importazioni europee di cotone. Nel lungo periodo il prezzo doganale UE del cotone segue la dinamica della quotazione finanziaria con un certo periodo di ritardo (fonte PricePedia). Nei mesi recenti, dall'inizio della guerra commerciale, il prezzo doganale UE del cotone ha risentito in maniera meno intensa degli sconvolgimenti commerciali. A un anno dall’inizio della guerra, a fronte di una variazione tendenziale negativa del -30% registrata dal finanziario, il cotone doganale UE segnala una diminuzione meno intensa pari al -12%. Inoltre mentre il livello del prezzo spot ha toccato il minimo dal 2016, quello doganale UE è andato leggermente sotto i livelli anteguerra.

Il prezzo doganale UE è riuscito ad attutire la caduta poiché il mercato europeo è fornito da diversi produttori. Il grafico che segue ne riporta i principali, i valori sono espressi in chili.

Grafico 2: Importazioni europee di cotone

Dal grafico emerge che Turchia e India dominano il mercato, seguono Brasile, Kazakistan e USA. Da quest’ultimi l’Europa importa ad un prezzo più elevato rispetto agli altri competitors circa 2.63 dollari al chilo. Dalla Turchia importa a 2.15 dollari al chilo, mentre dai restanti il valore è inferiore a 2.