Metalli: attenti alle scorte
Metalli non ferrosi LME - Commento del 25 febbraio 2019
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Analisi settimanale LMEDINAMICA SETTIMANALE
Performance dei singoli metalli (future 3 mesi $)
La scorsa settimana c’è stato un forte rialzo dei prezzi che ha interessato 5 metalli su 6. In evidenza il rialzo del nichel seguito da quello del rame. La chiusura LMEX è salita fino a toccare quota 3038,30 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto si trova in zona neutra ma in rialzo. Buona la correlazione col cambio del dollaro (che è si è deprezzato su tutte le principali valute) e col prezzo del petrolio che è salito.
COMMENTO MACROECONOMICO
La settimana scorsa ha registrato un generale rimbalzo delle quotazioni LME dei metalli non ferrosi.
Spiccano in particolare i rialzi di nichel e rame. A guardare i livelli delle giacenze di metallo nei magazzini
LME sparsi nel mondo, salta all’occhio il valore molto basso che per alcuni metalli ritorna addirittura indietro
fino al 2009 (alluminio, piombo, stagno, zinco) mentre per il nichel è ai livelli del 2013 e per il rame ai livelli
del 2016. Per il rame però si teme che il livello delle scorte possa scendere ulteriormente a seguito della
decisione del Gruppo Glencore di ridurre l’output di metallo nella miniera Mutada che si trova in Congo.
La riduzione potrebbe essere di 100.000 tonnellate annue.
Questa notizia ha riportato i prezzi del metallo rosso sopra quota 6450 $/ton ovvero sui massimi da inizio
anno. Un così basso livello di scorte nei magazzini della Borsa è indice della buona domanda da parte
dell’industria manifatturiera dei mesi e anni scorsi e conferma la relazione tra prezzi in salita quando
le scorte sono basse e viceversa. Quindi possiamo dire che per ora i fondamentali dei singoli metalli
stanno sostenendo i livelli di prezzo molto di più di quanto stanno facendo le stime macroeconomiche.
Queste, come risaputo, prevedono per il 2019 una crescita economica mondiale più bassa di quella
registrata nel 2018 con una conseguente possibile riduzione della domanda di materie prime a cominciare
dai metalli. Per le prossime settimane e i prossimi mesi, gli operatori dei mercati dei metalli e non solo
faranno bene a prestare molta attenzione sia alle news macroeconomiche relative alla crescita come ad
esempio quelle sui dazi commerciali, e ancor di più alle news che riguardano i fondamentali delle singole
commodities (domanda, offerta, scorte) che impattano direttamente sul trend dei prezzi. Sarà molto
importante seguire i dati dal lato dell’ offerta da parte dei produttori minerari. Gli ultimi sviluppi relativi ai
mercati del petrolio infatti ci hanno dato conferma che la riduzione dell’output da parte dei produttori,
riducendo sensibilmente il livello delle scorte, ha fatto rimbalzare i prezzi che erano scesi parecchio.
La reazione dei mercati
Completando l’osservazione dei mercati possiamo notare che sono saliti sia i prezzi del petrolio sia quelli del gas naturale. Tra le valute si è registrato un leggero calo del dollaro (che resta sempre sui massimi di periodo) e un leggero rialzo dell’euro. Tra le altre valute importanti recupero dello yuan e ribasso dello yen. In Europa si apprezza di poco la sterlina (nonostante la grande incertezza su Brexit) e il rublo, mentre si indebolisce la lira turca. Per quanto riguarda l’Italia, i pessimi dati sulla produzione industriale crollata del 5,3% su base annua, hanno fatto risalire lo spread BTP-Bund in area 280 punti. Una cattiva notizia per il nostro debito pubblico. Chiudiamo con la minaccia reiterata dal presidente americano Trump di procedere speditamente nell’aumento dei dazi sulle importazioni di automobili dall’Europa, come ritorsione per la costruzione del gasdotto Nord Stream 2. La minaccia sembra diretta in particolare alla Germania il cui saldo commerciale con gli USA è piuttosto elevato. Per il settore automotive europeo non è una buona notizia. E di conseguenza, anche per i metalli che in questo settore realizzano una parte importante della domanda.