La debolezza del Dollaro spinge il rialzo dei prezzi

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 17 luglio 2023

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LME Non Ferrosi Macroeconomia Analisi settimanale LME

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Dinamica settimanale

Andamento non ferrosi

Andamento dei singoli metalli non ferrosi

  • Rame: Sale il prezzo del rame arrivato la scorsa settimana sopra i 8600 $/Ton. Spread tra spot e future è in contango.
  • Nichel: In salita il prezzo del nichel, che settimana scorsa ha superato la soglia dei 21300 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio: In salita anche il prezzo dell’alluminio primario, posizionatosi la scorsa settimana a quota 2225 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio secondario: Crolla il prezzo dell’alluminio secondario, che scende a 1794 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Zinco: Cresce il prezzo dello zinco, che venerdì ha chiuso poco sopra i 2400 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Piombo: Sale il prezzo del piombo che venerdì ha chiuso a quota 2114 $/Ton. Spread in backwardation.
  • Stagno: In aumento anche il prezzo dello stagno, che venerdì ha chiuso a 29000 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.

Commento Macroeconomico

La settimana scorsa il comparto dei metalli non ferrosi ha visto un sensibile rialzo delle quotazioni che ha destato qualche perplessità, dato che il quadro macroeconomico mondiale è abbastanza incerto. L’economia della Cina, prima manifattura mondiale e primo consumatore di metalli, è in fase di rallentamento come bene indicano gli indicatori CPI (prezzi al consumo) e PPI (prezzi alla produzione), con il timore di deflazione. A livello di import/export, sale l’importazione di ferro e carbone e scende l’esportazione di rame e alluminio. Per quanto riguarda gli USA è tutto legato alle prossime decisioni della FED in materia di tassi d’interesse. Il tasso di inflazione, seppure in calo, è ancora molto distante dall’obiettivo della Banca Centrale, mentre per l’Eurozona, gli ultimi dati non sono esaltanti e perciò non allontanano il rischio di recessione. Preoccupa, tra l’altro, la contrazione della manifattura tedesca. Anche qui l’inflazione è la preoccupazione principale visto che le stime degli analisti la vedono attualmente sopra il 5% e sotto il 3% solo nel 2025. Per il 2023 si stima una crescita dello 0,9% e dell’ 1,5% nel 2024. Quindi, perché i prezzi delle commodity in generale e quelli dei metalli in particolare, sono saliti? Ciò è probabilmente legato alla discesa del dollaro, con l’indicatore Dollar Index, sotto quota 100 e ai minimi del marzo 2022. Un’altra possibile risposta è più legata al trading nelle Borse merci. Il rialzo dei giorni scorsi è da considerare un giro delle posizioni da short a long, scattato dopo che si sono toccati i minimi annuali. Non è possibile dire in anticipo se questa situazione durerà. È però importante ricordare che, storicamente, i mesi di luglio e agosto, vedono diminuire gli scambi nelle Borse e, di conseguenza, salire la volatilità dei prezzi.

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La reazione dei mercati


Variazioni dei principali indici rispetto alla scorsa settimana

CRB Index: in aumento.
GSCI Index: in aumento.
BDI Index-Noli marittimi: in lieve aumento.
Petrolio Brent: in lieve aumento.
Gas naturale TTF: in calo.
LMEX-Metalli non ferrosi: in aumento.
Dollar Index: in calo.