Mercato UE della soia
L’accordo commerciale USA Cina può avere effetti sui prezzi UE?
Pubblicato da Claudia Ranocchia. .
Alimentari Congiuntura
La guerra commerciale USA Cina per i prossimi 90 giorni andrà in standby.
Al G20 di Buenos Aires i due paesi sembrano aver trovato un temporaneo accordo
di tregua, con cui la Cina si impegnerà ad acquistare beni agricoli USA, in particolar
modo la soia.
In questo scenario diventa importante analizzare se il potenziale accordo
USA-Cina possa avere effetti sul mercato UE della soia.
Il mercato europeo della soia
Per capire quanto l’Europa possa essere influenzata dalle dinamiche oltreoceano è necessario
analizzare il ruolo degli USA sul mercato europeo.
L’UE importa soia sia nella forma di semi che di farine. La gran parte delle importazioni riguarda
tuttavia i semi (5.5 miliardi euro nel 2017), mentre le importazioni di farine sono residuali
(141 milioni di euro nel 2017).
Il grafico che segue riporta i principali paesi da cui l’UE importa semi di soia.

Brasile e Usa sono i principali partner commerciali europei, con esportazioni nel 2017 per entrambi prossime a 1.7 miliardi di €. A fronte di un accordo USA-Cina e di aumenti delle esportazioni degli Stati Uniti verso la Cina è probabile che il prezzo della soia americana cresca. L’eventuale aumento del prezzo delle importazioni UE dipenderà dalla relazione esistente tra i prezzi sul mercato americano e quelli sul mercato UE.
I prezzi della soia europei e oltreoceano
Semi di soia
Il grafico che segue riporta i prezzi dei semi di soia doganali delle importazioni UE e le quotazioni dei semi di soia al Chicago Mercantile Exchange (CME).

Il grafico mostra la forte relazione esistente tra prezzo doganale UE e il prezzo finanziario USA, sia nei livelli che nella dinamica. Inoltre, il prezzo doganale UE si muove spesso in ritardo rispetto al prezzo finanziario USA, segnalando una relazione di causalità tra il secondo e il primo. Oltre che dall’evidenza della dinamica dei prezzi, questa relazione di causalità è giustificata dall’importanza che gli Stati Uniti hanno in quanto fornitori sul mercato UE (circa il 35%), in grado di condizionare i prezzi, a fronte di una limitata importanza del mercato UE sul totale delle esportazioni USA (solo del 7%). Dal grafico che segue emerge chiaramente l’importanza del mercato cinese per le esportazioni americane.

Se si considera inoltre che oltre il 50% della soia prodotta in USA è venduta sullo stesso mercato americano, risulta evidente come solo la domanda cinese ha un’importanza tale da poter influenzare la domanda complessiva di soia americana.
La relazione di causalità “ritardata” tra prezzo finanziario USA e prezzo doganale UE è evidente anche nel
ciclo più recente dei prezzi. A novembre 2018, infatti, la variazione congiunturale del prezzo USA è stata di un
aumento del 3.1%, mentre i prezzi europei sono risultati ancora in calo proseguendo la fase di caduta avviata ad
agosto. E’ probabile che l’inversione di tendenza dei prezzi USA di novembre sia recepita nei prezzi UE nei mesi
a cavallo del nuovo anno.
In ottica di lungo periodo l’attuale livello del prezzo della soia non è particolarmente elevato, significativatimente
inferiore, ad esempio, ai massimi registrato a metà 2012. La stagione 2011-2012 è stata, infatti, molto complicata
per le piantagioni made in USA, a causa di una forte siccità che ha colpito in continente nord americano.
Il prezzo ha accusato aumenti del 50%, toccando il massimo
storico nell’agosto 2012: circa 500 €/tonn. Da allora il prezzo della soia si trova su un trend negativo.
Se l’accordo commerciale Usa-Cina si concretizzerà, è probabile che la maggior domanda cinese influenzi il mercato
americano determinando un aumento significativo dei prezzi. L’intensità di questo aumento dipenderà dall’aumento effettivo
delle importazioni cinesi, dalla velocità con cui altri mercati potranno sostituire le importazioni americane e
dalla possibilità degli agricoltori americani di aumentare la propria produzione.
Aspettative dei mercati
Al di là degli effetti reali di modificazione della domanda di soia americana dovuta ai possibili accordi Usa-Cina, può essere utile verificare se le notizie riguardanti la guerra commerciale in atto hanno influenzato e, se si, in che modo le dinamiche del prezzo. Il grafico che segue riporta le quotazioni giornaliere nel 2018 dei semi di soia al CME.

L’evento più significativo è stato l’annuncio di tariffe cinesi sui prodotti agricoli USA. Da maggio a fine luglio le quotazioni dei semi di soia hanno perso il 18% per poi tornare, da settembre, su un trend positivo. Focalizzando l’attenzione nelle ultime due settimane, i prezzi hanno registrato degli aumenti alla notizia di un possibile accordo per acquisti di soia americana da parte della Cina, a ridosso del G20. Quando poi l’accordo è stato effettivamente annunciato, i prezzi hanno registrato solo lievi variazioni. E’ probabile che il mercato abbia riflesso operazioni di natura speculativa volta ad anticipare gli effetti che questo accordo avrebbe potuto aver sui prezzi della soia.
Il caso della farina di soia
La farina di soia può essere prodotta o tramite la frantumazione dei semi di soia oppure utilizzando gli scarti del
processo di estrazione dell’olio dai semi. A seconda della modalità di produzione essa assume caratteristiche
commerciali diverse, con concentrazioni diverse di proteine di soia. Quella quotata al Chicago Mercantile Exchange (CME)
ha una concentrazione di proteine del 48% e risulta meno pregiata rispetto alla farina di soia “integrale”,
prodotta direttamente dai semi di soia. Il prezzo della farina 48% sul mercato americano è sostanzialmente simile a quello dei semi di soia.
Il prezzo delle importazioni UE di farina di soia è nettamente superiore a quello della farina di soia quotata sul mercato americano,
segnalando come la composizione delle importazioni UE sia diversa. Le dinamiche dei due prezzi della farina sono tuttavia molto
simili, segnalando come entrambi riflettano le variazioni dei prezzi dei semi di soia.
