Prezzi delle commodity: gli effetti dell’escalation in Medio Oriente
Forti effetti soprattutto sulla filiera del petrolio.
Pubblicato da Luca Sazzini. .
Indicatori Congiunturali Settimana Finanziaria Materie PrimeL’attacco condotto da Israele contro obiettivi nucleari iraniani ha provocato un’immediata impennata dei prezzi del petrolio, riaccendendo i timori di un’escalation militare in Medio Oriente. La possibilità di una reazione da parte dell’Iran e il rischio di un ampliamento del conflitto rendono particolarmente vulnerabile l’area del Golfo Persico, da cui transita una quota rilevante delle esportazioni mondiali di greggio.
Sebbene l’OPEC disponga attualmente di capacità produttiva inutilizzata e possa accelerare l’aumento dell’offerta per contenere le tensioni sul mercato, un eventuale blocco dello Stretto di Hormuz, passaggio cruciale per il trasporto del petrolio, comprometterebbe gran parte della fornitura. Questi timori hanno innescato un’impennata della volatilità sui mercati finanziari energetici, con i prezzi del greggio che hanno registrato un picco intraday fino al 13% nelle prime fasi della sessione di venerdì.Il Brent ha chiuso la settimana a 74.2 $/barile, recuperando interamente il crollo successivo ai dazi reciproci
del 2 aprile.
Anche prima della crescita di venerdì, i prezzi finanziari del petrolio seguivano una tendenza al rialzo, sostenuta non solo dalle tensioni geopolitiche, ma anche da altri fattori, tra cui:
- i progressi nei negoziati commerciali tra USA e Cina, che hanno alimentato le aspettative di un rafforzamento della domanda di greggio;
- le nuove previsioni dell’Energy Information Administration (EIA), che stimano un rallentamento della produzione petrolifera statunitense nel 2026;
- il deprezzamento del dollaro USA, che ha favorito il rialzo di molte commodity quotate in dollari, tra cui anche il petrolio.
Inoltre, i prezzi dei prodotti derivati dal petrolio sono stati influenzati anche dalla proposta della Commissione Europea di vietare l’importazione di prodotti raffinati ottenuti da petrolio russo, anche se lavorati in Paesi terzi. La misura, se approvata, colpirebbe in particolare le importazioni provenienti da India e Turchia, due Paesi che trasformano greggio russo ed esportano i prodotti finiti verso l’UE.
I prezzi finanziari del gas naturale TTF (Olanda) sono stati caratterizzati da un’elevata volatilità nel corso della settimana. Dopo aver subito una prima discesa sostenuta dall’aumento delle scorte europee, il TTF è ritornato a salire a seguito dell’esclation delle tensioni geopolitiche, chiudendo la settimana a 37.9 euro/MWh.
All'interno dei metalli industriali, si è registrata la prosecuzione delle diversa tendenza che caratterizza gli indici dei ferrosi e dei non ferrosi da alcune settimane: i primi in calo e i secondi in crescita.
Sviluppi commerciali
Nell’ultima settimana si sono registrati nuovi progressi sul fronte commerciale, in seguito all’accordo di Londra dell’ 11 giugno. La Cina ha annunciato l’allentamento delle restrizioni sulle esportazioni di terre rare, approvando un numero di licenze per l’esportazione verso Stati Uniti ed Europa, con validità iniziale di sei mesi. Parallelamente, gli Stati Uniti hanno manifestato la disponibilità a rimuovere alcune restrizioni all’export di chip e a facilitare l’ammissione di studenti cinesi nelle università americane, pur mantenendo in vigore le tariffe reciproche.
Sebbene queste aperture abbiano contribuito a creare un clima più favorevole e costruttivo nelle relazioni bilaterali, la situazione resta complessa: il presidente Trump continua a esercitare pressione sugli altri partner commerciali, annunciando l’intenzione di introdurre dazi unilaterali ai paesi con cui non si sarà raggiunto un accordo entro il 9 luglio.
Mentre gli Stati Uniti adottano una politica protezionistica per tutelare l'industria interna, la Cina sceglie una strategia opposta puntando a rafforzare i legami economici con l’Africa. Nel corso della Cooperazione Cina-Africa (FOCAC), il presidente Xi Jinping ha annunciato l’intenzione di eliminare i dazi per i 53 Paesi africani con cui la Cina mantiene rapporti diplomatici, offrendo inoltre condizioni commerciali più favorevoli ai Paesi africani meno sviluppati per stimolare la crescita delle loro esportazioni verso il mercato cinese.
Congiuntura USA e Cina
Inflazione USA
Nel mese di maggio, l’inflazione USA, misurata dall’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC), è cresciuta del 2.4% su base annua, leggermente al di sotto delle previsioni del 2.5%. Sebbene questo dato sia interpretabile positivamente, rimane essenziale monitorare l’impatto potenziale delle nuove tariffe commerciali, che potrebbero far salire l’inflazione oltre le stime degli analisti nei prossimi mesi. Un ulteriore rischio è rappresentato da un possibile aumento dei prezzi del petrolio, causato dall’escalation del conflitto tra Israele e Iran.
Commercio estero Cina
A maggio le esportazioni cinesi sono aumentate del 4.8% a/a, al disotto delle attese del 6% e della crescita di aprile dell' 8.1% a/a. In particolare si è registrato un netto calo delle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti (-34.4%), a fronte di accelerazioni verso UE, Africa e ASEAN.
Le importazioni sono scese del -3.4% a/a, al di sopra delle attese del -0.8%. Il calo ha interessato principalmente le importazioni dagli Stati Uniti, che sono diminuite dal -13.6% annuo di aprile al -17.95% annuo di maggio. Gli analisti prevedono un ulteriore rallentamento del commercio estero nella seconda metà dell’anno, a causa dei dazi commerciali statunitensi.
APPENDICE NUMERICA
ENERGIA
L'indice degli energetici PricePedia accentua la dinamica rialzista della scorsa settimana.
Indice Finanziario PricePedia dei prezzi in dollari dell'energia

La heatmap degli energetici evidenzia un aumento generalizzato dei prezzi del petrolio e dei suoi derivati.
Si registra, all'opposto, una riduzione dei prezzi del gas naturale statunitense.
HeatMap dei prezzi degli energetici in euro

MATERIE PLASTICHE
L'indice finanziario cinese delle materie plastiche e degli elastomeri, espresso in dollari, segue una lieve ripresa dei prezzi, favorita dal deprezzamento del dollaro statunitense e dall'aumento del prezzo del petrolio.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche

FERROSI
Gli indici finanziari dei metalli ferrosi, espressi in dollari, hanno registrato momenti di rialzo dei prezzi, legati al deprezzamento del dollaro statunitense. La tendenza di fondo rimane, tuttavia, di riduzione.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi

Dall'analisi dell'heatmap si evidenzia il calo dei prezzi dei minerali di ferro Cina e dei coils a caldo del mercato USA, quotati al Chicago Mercantile Exchange (CME).
HeatMap dei prezzi dei ferrosi in euro

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NON FERROSI INDUSTRIALI
I due indici finanziari dei metalli non ferrosi subiscono lievi oscillazioni su una tendenza dei prezzi che rimane al rialzo.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi industriali

Dalla heatmap dei non ferrosi si evidenzia il calo dei prezzi di nichel e zinco. I prezzi dell'alluminio e dello stagno registrano lievi crescite in euro che diventano più marcate in dollari.
HeatMap dei prezzi dei non ferrosi in euro

ALIMENTARI
L'indice finanziario degli oli alimentari prosegue nella sua fase di aumento, mentre gli indice dei cereali e dei tropicali registrano oscillazioni su livelli che permangono sostanzialmente stabili.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari

CEREALI
La heatmap dei cereali segnala un calo generale dei prezzi, più accentuato per quelli del frumento.
HeatMap dei prezzi in euro dei cereali

TROPICALI
La heatmap dei tropicali si tinge di verde, indicando una flessione dei prezzi.
HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali

OLI
Dalla heatmap dei tropicali emerge una leggera discesa dei prezzi dell'olio di palma, a fronte di un aumento contenuto di quelli dell'olio di canola e dell'olio di semi dei soia.
HeatMap dei prezzi in euro degli oli alimentari
