Le determinanti del prezzo della benzina

Gli aumenti degli ultimi mesi portano a interrogarci sui fattori che influenzano il prezzo del carburante nel mercato italiano

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Benzina Determinanti dei prezzi

Non vi sono dubbi che le due principali determinati del prezzo della benzina sulle strade italiane siano il prezzo del petrolio e il livello di imposizione (accise + IVA) che grava sui prodotti petroliferi.
L’aumento del prezzo della benzina degli ultimi 3 mesi è stato in larga parte dovuto all’aumento del prezzo del petrolio Brent, passato dai 75 dollari al barile di fine giugno agli attuali livelli, prossimi ai 95 dollari. Se si confronta invece l’attuale prezzo della benzina, prossimo ai 2 euro al litro al lordo delle imposte, con il corrispondente prezzo di un anno fa, compreso tra i 1.6 e i 1.7 euro al litro, la determinate più importante è risultata il ripristino dei precedenti livelli delle accise pari a 0.73 euro al litro contro i 0.48 euro al litro introdotti a marzo 2022 per calmierare i costi dei carburanti.
Nel grafico che segue è rappresentata la struttura del prezzo della benzina presso i distributori italiani.

Struttura benzina

Ci sono, tuttavia, altri fattori che concorrono a determinare il prezzo della benzina e che meritano di essere presi in esame, dato il loro contributo non marginale:

  • Dispersione del prezzo ai distributori;
  • Tassi di cambio del dollaro verso l'euro;
  • Margini di raffinazione e di distribuzione;
  • Diversa domanda per i due prodotti congiunti: benzina e gasolio.

Dispersione del prezzo

Il prezzo dei diversi distributori può risultare diverso a seconda delle forze competitive presenti sul mercato. Queste possono portare alla formazione o meno di un prezzo unico. L'analisi di questa dispersione va oltre gli obiettivi di questo articolo.
Sul portale del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (MISE) sono disponibili i prezzi medi settimanali rilevati presso i distributori italiani. Abbiamo quindi considerato il prezzo medio pubblicato come prezzo al consumo di riferimento in questa analisi.

Tassi di cambio

Il prezzo del petrolio è quotato in dollari, mentre il prezzo dei prodotti raffinati sul mercato UE sono viceversa espressi in euro. Ogni modificazione del tasso di cambio del dollaro verso l'euro si traduce quindi in una variazione del prezzo dell'input dell'industria europea di raffinazione con effetti sui prezzi finali di vendita. Di seguito è riportato il grafico dell’andamento del tasso di cambio dollaro/euro degli ultimi due anni.

Tasso di cambio

Da questo punto di vista, l'euro si deprezzato verso il dollaro dell'1.4% ad agosto e del 1.6% a settembre determinando, a parità di altre condizioni, un equivalente aumento dei prezzi della benzina e, più in generale, dei prezzi dei derivarti petroliferi.

Margini di raffinazione e distribuzione

Le rilevazioni settimanali effettuate dal MISE consentono di ottenere una misura dei margini di raffinazione e di distribuzione che i produttori e i distributori hanno applicato ai costi diretti, rappresentati dal prezzo del petrolio. Mediamente con un barile di petrolio si possono produrre 60 litri di benzina, 40 di gasolio e 35 di olio combustibile, tra fluido e denso. Considerando la differenza tra il valore dei prodotti realizzati e il prezzo di un barile di petrolio, è possibile calcolare un margine lordo di raffinazione e di distribuzione all'ingrosso dei prodotti raffinati ottenuti da un barile di petrolio. Il grafico che segue riporta il margine così calcolato.

Margini di raffinazione e di distribuzione
Margini di raffinazione e distribuzione

L'analisi di questo grafico consente di evidenziare alcuni aspetti importanti:

  • i margini di raffinazione e distribuzione sono diminuiti durante il primo lockdown, quando il costo di un barile di petrolio era ai minimi storici;
  • all'indomani dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, i margini hanno registrato un forte aumento, più che raddoppiando, raggiungendo il picco nell’agosto 2022. La causa principale di quanto descritto deve essere ricercata nella maggior dipendenza dell'UE dalla Russia per le importazioni di gasolio. I timori di possibili carenze dal lato dell'offerta hanno portato i distributori ad aumentare le scorte creando i presupposti per un aumento dei margini sia di raffinazione che distribuzione;
  • dopo aver raggiunto un picco nell'agosto del 2022, il rallentamento del ciclo industriale in Europa ha portato al parziale superamento delle tensioni dal lato della domanda con la conseguenza che i margini hanno iniziato una fase di diminuzione, arrivando lo scorso giugno a registrare livelli prossimi a 45 euro per barile;
  • con l’inizio dell’estate e la notizia di una carenza di offerta da parte della Russia sul mercato dei derivati petroliferi, i margini sono tornati ad aumentare raggiungendo la soglia dei 55 euro al barile.
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Diversa domanda di prodotti congiunti

Benzina, gasolio e olio combustibile sono prodotti che derivano dalla raffinazione del petrolio. La loro produzione può avvenire solo in modo congiunto.
La necessità di produrre contemporaneamente questi prodotti in una proporzione tra loro fissa, determina variazioni di prezzo omogenee quando il mercato si deve aggiustare a variazioni dell'offerta. Una diminuzione (o aumento) dell'offerta produce, infatti, un aumento (o diminuzione) dei prezzi di tutte le commodity prodotte congiuntamente.
Viceversa, se è la domanda di uno o più beni che si è modificata, allora la variazione dei prezzi tenderà ad avere segni opposti. Supponiamo che si registri un aumento della domanda di uno dei beni congiunti. Il prezzo di questo bene inizierà a salire fino a che il suo maggior livello non porterà i produttori ad aumentarne l'offerta. Ma l'aumento dell'offerta del bene maggiormente richiesto determinerà una maggior offerta anche per gli altri prodotti congiunti, la cui domanda non è aumentata, con conseguente diminuzione dei loro prezzi.

Dati i vincoli di produzione congiunta, non vi è necessità di riequilibrio tra i mercati dei due prodotti se il consumo di benzina risulta pari a circa 1.5 volte il consumo di gasolio. Se invece il consumo di benzina risulta maggiore di questo rapporto, allora per soddisfare i maggiori consumi di benzina si renderà necessario produrre anche più gasolio di quello richiesto, creando un eccesso di offerta su questo secondo mercato. In questo caso, a fronte di un aumento del prezzo della benzina (dovuto alla maggior domanda) il prezzo del gasolio tenderà a diminuire.

Nel tempo è possibile constatare l'esistenza o meno di questi squilibri, verificando il rapporto di prezzo tra la benzina e il gasolio. Quando questo rapporto cresce significa che la domanda di benzina sta crescendo più di quella del gasolio e viceversa nel caso opposto.
Nei grafici che seguono è rappresentato il prezzo relativo registrato sul mercato italiano, europeo e americano. Nella colonna di sinistra è riportata, per ogni mercato, la serie storica del rapporto di prezzo tra o due beni; nella colonna di destra, invece, tutti i valori sono stati raggruppati in base al mese in cui si sono registrati, restituendo una curva di distribuzione media mensile.

Prezzo relativo benzina/gasolio
Prezzo relativo Italia Distribuzione media mensile prezzo relativo Italia

Prezzo relativo UE Distribuzione media mensile prezzo relativo UE

Prezzo relativo USA Distribuzione media mensile prezzo relativo USA

Nei grafici relativi alla distribuzione mensile, si osserva chiaramente un “effetto di stagionalità” che caratterizza tutti i mercati considerati. Tra la primavera e l’inizio dei mesi estivi, nei tre mercati considerati, il prezzo della benzina aumenta rispetto al prezzo del gasolio; tra l’autunno e l’inverno si registra, viceversa, una diminuzione del prezzo relativo della benzina.

Conclusione

Ad agosto 2023, i prezzi della benzina in Italia sono stati oggetto di un insieme di fattori che hanno contributo, in modo congiunto, alla loro crescita:

  1. aumento del prezzo del petrolio;
  2. aumento, rispetto all’anno precedente, dell'imposizione fiscale;
  3. deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro;
  4. aumento dei margini di raffinazione e distribuzione;
  5. aumento del prezzo relativo della benzina.

Nei prossimi mesi, i fattori che presenteranno una maggiore certezza riguarderanno la stabilità dell’imposizione fiscale e un effetto di riduzione del prezzo relativo della benzina rispetto al prezzo del gasolio. Le maggiori incertezze, invece, riguarderanno il prezzo del petrolio sui mercati internazionali e il tasso di cambio del dollaro verso l’euro.
Per quanto riguarda la dinamica dei margini di raffinazione e distribuzione, l’ipotesi che ci sembra possibile è di una progressiva riduzione verso livelli di lungo periodo.