Prezzi delle commodity: rilevazioni da fonti primarie

Pro e contro delle diverse fonti primarie di dati sui prezzi delle commodity.

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Strumenti Strumenti e Metodologie

L'importanza che possono avere i prezzi benchmark in fase di valutazione di un fornitore, di definizione delle politiche di scorte, o di negoziazione di nuovi acquisti, suggerisce una conoscenza, anche minima, delle diverse modalità e fonti da cui essi possono essere ricavati.
Forse il prezzo benchmark maggiormente utilizzato è quello che i buyer ricavano da indagini personali fatti presso i colleghi. Questo è un metodo certamente a basso costo, ma probabilmente pecca di affidabilità. Inoltre, ha il limite certo di non essere oggettivo. E', infatti, fortemente legato alle specifiche relazioni che il singolo buyer ha con i propri colleghi. Buyer diversi, anche intervistando i medesimi colleghi, è quasi certo che otterranno indicazioni diverse. Il metodo della survey personale può risultare utile per acquisti di prodotti e valutazioni di fornitori non strategici, ma è sconsigliabile quando gli acquisti sono rilevanti e concorrono a definire la competitività e il successo dell'impresa.
Può essere utile quindi una disamina di quali sono i metodi che possono essere utilizzati per ricavare un prezzo bechmark, da fonti esterne all'impresa. I possibili prezzi benchmark si dividono in due grandi aree, a seconda dei dati da cui vendono estratti: primari o secondari.
I prezzi benchmark estratti da fonti primarie, sono prezzi ricavati da dati raccolti a questo specifico scopo. Quelli estratti da fonti secondarie, sono prezzi ricavati da dati raccolti per altri scopi, ma che contengono informazioni relative ai prezzi che possono, quindi, essere estratti con opportuni strumenti di analisi. Questo articolo si concentra sui prezzi da dati primari, rimandando ad un successivo articolo la descrizione dei prezzi da dati secondari[1].

Rilevazione prezzi da fonti primarie

Questo metodo consiste nello svolgere una indagine specificatamente finalizzata allo scopo di rilevare un prezzo di mercato, che possa essere utile agli operatori quale informazione di riferimento per le loro decisioni. E' utile premettere che questa indagine può produrre risultati apprezzabili se, e solo se, esiste, in un dato mercato, un prezzo unico (o con dispersione contenuta). Se infatti il prezzo risulta disperso, per cause merceologiche o perchè il mercato non è in grado di "scoprirlo"[2], allora viene meno il presupposto di base dell'indagine, ossia che esista in un dato mercato un prezzo unico, rilevabile tramite indagine.
La teoria statistica ha definito chiaramente quali sono le linee guida che devono essere seguite per misurare, tramite indagine statistica, un fenomeno economico. Due linee guida risultano, in particolare, fondamentali per garantire la validità e l'affidabilità dei risultati:

  • deve essere conosciuta la dimensione e le caratteristiche della popolazione di riferimento, rappresentata, nel caso di rilevazioni dei prezzi, dagli operatori che sul mercato si scambiano la commodity considerata e dalle relative transazioni;
  • il campione di indagine deve essere rappresentativo della popolazione, sia in termini di caratteristiche che di numerosità;

Se queste due linee guida sono rispettate, allora il prezzo medio rilevato presso un campione può essere considerato un buona misura del prezzo unico del mercato di riferimento. E' evidente che che queste due condizioni rendono un'indagine statistica complessa. Inoltre i prezzi delle materie prime tendono a variare velocemente nel tempo (ossia hanno una elavata volatilità). In questo caso l'indagine statistica deve svolgersi molto velocemente per avere, se non la certezza, almeno la speranza che nel periodo di indagine il prezzo non sia variato.

Esistono sostanzialmente tre tipologie di indagini che hanno lo scopo di rilevare in modo diretto il prezzo di un mercato:

  • le rilevazioni sui i mercati regolamentati;
  • le rilevazioni sui mercati Over the Counter (OTC);
  • le survey presso venditori e buyer;
Fonti primarie di rilevazione dei prezzi delle commodity

Rilevazioni sui mercati regolamentati

I mercati regolamentati sono piattaforme di scambio di titoli finanziari e sono soggetti a regolamentazione da parte delle autorità di regolamentazione finanziaria. Queste autorità stabiliscono regole e requisiti specifici che i mercati regolamentati devono seguire per garantire la protezione degli operatori e il corretto funzionamento dei mercati. Tra gli obiettivi che perseguono i mercati regolamentati, figura anche quello di rilevare in modo affidabile un prezzo che possa risultare di riferimento per gli operatori interessati. A questo scopo, nei mercati regolamentati, le caratteristiche merceologiche e commerciali delle materie prime trattate sono chiaramente e univocamente definiti. Sono inoltri raccolti i prezzi di tutte le transazioni effettuate, rendendo equivalente il campione di rilevamento alla popolazione.
Se le transazioni sono molte e avvengono con elevata frequenza, allora è possibile calcolare un prezzo medio, considerando le sole transazioni effettuate in un periodo di tempo limitato, ad esempio il giorno, e misurare come nel tempo si è modificato il prezzo della materia prima considerata.

Tuttavia non sono molti i mercati regolamentati di commodity in cui le trattazioni riguardano specificatamente acquisti e vendite di quantità fisiche della materie prime. La maggior parte dei mercati regolamentati di commodity quotano il prezzo di titoli finanziari derivati dal prezzo della materia prima, rilevati sul mercato fisico. In questo caso si tende a parlare di prezzo finanziario quotato dal mercato regolamentato, distinguendolo dal prezzo fisico, utilizzato per indicare il sottostante prezzo da cui è derivato il prezzo finanziario.
Il più delle volte, il prezzo finanziario per le scadenze a breve e il prezzo fisico spot tendono a coincidere. Questo però non è sempre vero. E' nota, ad esempio, la crisi nel marzo 2022 del prezzo del nichel al London Metal Exchange (LME), in cui l'autorità preposta alla gestione del mercato è intervenuta a bloccare le transazioni e annullare le transazioni della giornata, quando il prezzo ha raggiunto il livello di 100 mila dollari per una tonnellata di nichel, con l'esplicita motivazione che le transazioni avvenute quel giorno "non riflettevano il mercato fisico sottostante” (per un approfondimento si veda Caos Nichel).

Le rilevazioni sui mercati OTC

Una seconda modalità di rilevazione diretta dei prezzi di un commodity è quella effettuata da società specializzate su mercati non regolamentati, in cui è possibile negoziare e acquistare materie prime al di fuori delle borse ufficiali. In un mercato OTC, le contrattazioni avvengono in maniera informale, tramite negoziazione tra le parti. Questi mercati non sono soggetti a modalità standardizzate di contrattazione e compravendita e, soprattutto, i prezzi non devono essere resi pubblici. Esistono società private, terze rispetto al mercato, note come Price Reporting Agencies (PRAs) che hanno sviluppato accordi con larga parte degli operatori del mercato per rilevare il prezzo delle loro transazioni.
Data l'importanza che rivestono a livello mondiale gli scambi di petrolio, le rilevazioni sul mercato OTC più note riguardano il prezzo del petrolio. In questo mercato operano più PRAs, ma le statistiche che sono maggiormente utilizzate sono quelle prodotte da Argus and Platts.
Ogni PRA utilizza metodologie sue proprie per la rilevazione dei prezzi. Questo può portare a rilevare, per il medesimo giorno e la medesima materie prima, prezzi diversi. Raramente queste differenze risultano significative, anche perchè non vi è nessuna convenienza, per PRA tra loro concorrenti, a minare la fiducia che gli utilizzatori hanno sulla bontà delle loro rilevazioni.

Survey presso venditori e buyer

Un terzo modo di rilevazione dirette dei prezzi delle materie prime è quello di svolgere una survey presso degli operatori del settore. In questo caso non si rilevano i prezzi di transazioni effettive, registrate tramite documenti formali, ma i prezzi, che venditori e buyer dichiarano aver utilizzato nella loro transazioni nel periodo di rilevazione. I prezzi della transazioni effettive sono quindi rilevati in modo indiretto, tramite le risposte degli intervistati alla survey.

Tra le rilevazione con dati primari, questo terzo metodo è quello che presenta i limiti maggiori, a causa dei conflitti di interesse che riguardano gli intervistati, sopratutto se i risultati sono destinati a diventare prezzi di riferimento delle transazioni effettive di mercato. Sia nel caso di un intervistato venditore che approvvigionatore, la convenienza a rispondere anche in funzione del risultato che sarà divulgato è generalmente elevata. A parità di condizioni, l'intervistato che opera dal lato dell'offerta, sarà tentato di dichiarare un prezzo più alto e in crescita (o in minor calo) di quello effettivo. All'opposto, l'intervistato che opera dal lato della domanda, sarà tentato di dichiarare un prezzo più basso e in calo (o in minor crescita). L'esistenza di un conflitto di interessi contrapposto tra le due tipologie di intervistati, rende fondamentale un loro bilanciamento all'interno del campione di rispondenti. Se le due categorie hanno pesi equivalente, allora la sovrastima dell'uno tenderà ad annullare la sottostima dell'altro, avvicinando il prezzo rilevato a quello effettivo. Ma se il campione risulta sbilanciato, verso l'una o versa l'altra categoria, allora è molto probabile che il prezzo risultato della survey possa presentare una distorsione significativa rispetto al prezzo effettivo di mercato, sia nel livello che nella dinamica. Poichè gli intervistati rispondono a titolo gratuito, è molto probabile che nelle diverse interviste risultino pochi i non rispondenti tra i venditori, maggiormente interessati al risultato; viceversa, sarà mediamente elevato il numero di non rispondenti tra i buyer, per il minor interesse che generalmente ha un buyer nel prezzo di un singolo prodotto. E', quindi, elevata la probabilità che i prezzi rilevati tramite survey risultino mediamente più elevati rispetto ai prezzi di riferimento e maggiormente in crescita (o con diminuzioni minori).

Conclusioni

Nei mercati ad alta variabilità di prezzo, quali i mercati delle commodity, è cruciale per gli approvvigionatori avere dei prezzi benchmark di mercato per supportare le proprie decisioni sia nella valutazione dei fornitori, sia per definire le politiche di scorte, sia nella negoziazione di acquisto. Questo ha spinto da un lato i mercati regolamentari a divulgare i prezzi medi delle transazioni avvenute in un dato periodo e, dall'altro, alcuni operatori specializzati (PRA) a raccogliere i dati sui prezzi di un campione significativo di transazioni avvenuto, in un dato periodo di tempo, al di fuori dei mercati regolamentati.
Il prezzi rilevati sui mercati finanziari hanno il pregio di avere dei costi di rilevazione molto bassi, di essere aggiornati in tempo reale, e di riguardare l'intera popolazione di transazioni avvenute sul mercato. Hanno però il difetto di risentire non solo delle modifiche di prezzo sul mercato fisico, ma anche delle condizioni di domanda e offerta legate al titolo finanziario, che possono risultare diverse dalla domanda e offerta del bene fisico.
I prezzi rilevati dai PRA sui mercati non regolamentati OTC, hanno molti pregi, ma il difetto di avere costi di rilevazione elevati. Per cercare di superare questo limite, operatori diversa dai PRA hanno organizzato delle survey periodiche in grado di misurare, attraverso le risposte espresse da venditori e buyer, i prezzi di mercato delle diverse commodity. La robustezza dei risultati di questa modalità di rilevazione tramite survey, si scontra però con l'interesse che hanno le diverse categoria di operatori coinvolte a dichiarare prezzi diversi da quelli effettivi. Solo un perfetto bilanciamento del panel di intervistati tra venditori e approvvigionatori può evitare distorsioni, anche elevate.
In conclusione, tutti e tre i metodi di rilevazione diretta dei prezzi di mercato presentano punti di forza e punti di debolezza. Una adeguata conoscenza di questi punti è importante per utilizzare queste misure di prezzo nel modo corretto.


[1] questo articolo rappresenta lo sviluppo di un precedente articolo Fonti di rilevazione dei prezzi delle materie prime , in cui è descritta una prima valutazione dei vantaggi o svantaggi, legati all'utilizzo delle diverse fonti esterne di rilevazione di prezzi benchmark;
[2] la parola usata nella letteratura specialistica anglosassone è "price discovery". Essa indica il processo attraverso cui il mercato, tramite la libera interazione di acquirenti e venditori, determina il livello di prezzo di una commodity.