Prezzo del petrolio russo sotto al price cap

Dopo una settimana dall'introduzione del price cap, il prezzo del petrolio russo è sceso ben sotto al livello di 60 $/brl

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Petrolio Strumenti e Metodologie

Il 5 dicembre è entrato in vigore sia l'embargo UE alle importazioni (via mare) di petrolio russo, sia il price cap concordato tra UE, G7 e Australia. Entrambe le misure sono finalizzate a limitare la capacità di Mosca di finanziare la guerra in Ucraina.
L'embargo UE riguarda le importazioni via mare. Sono esentate quelle via oleodotto, a favore dell'Ungheria. Secondo le stime della Commissione UE, questi provvedimenti bloccheranno oltre il 90% del petrolio russo destinato all’Europa. Se si considera che nel 2021 quasi la metà del petrolio Russo è stato esportato nella UE, è chiaro che questo embargo porterà ad uno sconvolgimento del mercato mondiale.
Nello stesso giorno è scattato il tetto al prezzo del petrolio fissato dal G7 a 60 dollari al barile. Sulla base di questo accordo le navi cisterna del G7 e della UE potranno trasportare petrolio russo solo se il carico è stato acquistato a un prezzo pari o inferiore al limite massimo. Anche questa misura modificherà profondamente i meccanismi di determinazione del prezzo del petrolio.
Una prima indicazione sulla direzione impressa al mercato del petrolio da questi interventi può essere ricavata esaminando la dinamica dei diversi prezzi di petrolio quotati nei mercati finanziari. Nel grafico che segue, il prezzo in dollari per barile del petrolio Brent, quotato all'Intercontinental Exchange (ICE), è posto a confronto con quello del petrolio Urals di fonte russa, quotato al St. Petersburg International Mercantile Exchange (SPIMEX).

Confronto tra prezzo del petrolio Brent e Urals

Il grafico segnala chiaramente come prima dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia i due prezzi risultassero sostanzialmente uguali. Nei giorni successivi all'invasione dell'Ucraina si è formato un differenziale a favore del Brent che è progressivamente salito fino superare i 30 dollari nella seconda metà di aprile. Successivamente è leggermente diminuito sino a stabilizzarsi in un intorno di 20 dollari.
Dal grafico è ugualmente evidente come nella settimana successiva all'introduzione dell'embargo UE e del tetto di 60$, sia il Brent che l'Urals hanno registrato una forte diminuzione, chiudendo rispettivamente a 76 e 53 dollari a barile. Il prezzo finanziario del petrolio sta certamente riflettendo le aspettative dei mercati finanziari sulla prossima recessione dell'economia mondiale, ma la concomitanza con l'avvio del price cap potrebbe non essere una coincidenza, anche se il price cap riguarda il prezzo fisico del petrolio russo.

Prezzo fisico e prezzo finanziario

Il tetto al prezzo del petrolio è riferito al prezzo fisico, relativo ad un scambio reale di petrolio. I prezzi sui mercati finanziari possono riflettere dinamiche diverse da quelle dei prezzi sui mercati fisici. Nel caso del petrolio Brent sono state osservate più situazioni in cui i prezzi finanziari sono risultati diversi da quelli reali[1]. Questo impedisce di considerare acriticamente una uguaglianza tra prezzo finanziario e prezzo fisico. Può essere utile quindi un approfondimento sulla relazione esistente tra prezzo finanziario e prezzo fisico del Brent e del Urals.

Prezzo fisico e finanziario del Brent

Il prezzo del petrolio Brent è il risultato delle interrelazioni tra il prezzo di contratti finanziari, quali i future sul Brent, e contratti riguardanti scambi fisici. I primi sono contratti finanziari standard trattati in modo del tutto trasparente in diverse borse regolamentate, con un ruolo rilevante svolto da operatori finanziari. I secondi avvengono in mercati non regolamentati (Over the Counter, OTC), non pubblici, e riguardano accordi dettagliati tra produttori di petrolio, commercianti e raffinatori, sia a lungo termine che per acquisti a pronti. Quasi sempre il prezzo in questi contratti è definito come differenza rispetto ad un prezzo di riferimento.
I Prezzi sui mercati OTC non sono direttamente visibili. Esistono delle società specializzate (Price Reporting Agencies, PRA) che rilevano a fine giornata i prezzi dei diversi contratti e sviluppano degli indici di riferimento. L’indicatore più importante per il commercio mondiale di greggio è il Brent Dated (o Dtd Brent), costruito da Platts. Questo prezzo riguarda carichi fisici di greggio nel Mare del Nord che devono essere consegnati ad una specifica data, generalmente compresa tra i prossimi 10-25 giorni. Oltre a Platts, anche Argus produce un Dtd Brent, ma meno usato rispetto a quello di Platts.
I prezzi di oltre la metà del commercio mondiale di greggio utilizzano il Dtd Brent come riferimento. Ad esempio spesso i produttori africani vendono petrolio greggio ai raffinatori in Europa o negli Stati Uniti negoziando un differenziale rispetto al prezzo Dtd Brent. Un altro indicatore importante è il Forward Brent che riguarda vendite per consegne n mesi avanti.

Ci sono tre canali attraverso i quali Dtd Brent e i prezzi dei contratti forward influenzano i prezzi finanziari dei future e viceversa:
  • indicizzazione dei prezzi fisici ai prezzi future;
  • utilizzo del prezzo dei contratti forward per calcolare la compensazione a scadenza dei future;
  • l’inserimento da parte dei grandi operatori petroliferi nei propri portafogli sia di contratti forward che futures. Inoltre, lo sviluppo di contratti Exchanges for Physical (EFP) consente loro di scambiare la propria posizione da un mercato all’altro, creando un forte legame tra il prezzo dei contratti forward e quello dei futures.

I prezzi doganali

Un modo più diretto per misurare il prezzo fisico di una materia prima è quello considerare i prezzi dichiarati alla dogana dagli importatori ed esportatori. Questo metodo potrebbe, però, risultare in parte impreciso. Infatti, i flussi doganali non consentono di rilevare tramite il codice doganale le diverse tipologie di petrolio. E' possibile però considerare il grado del petrolio importato considerando il paese di provenienza. La maggior parte del petrolio proveniente dal Regno Unito è infatti petrolio Brent, come la maggior parte di quello proveniente dalla Russia è petrolio Urals. I prezzi ricavati dai flussi doganali incorporano, inoltre, in modo opaco, i diversi fattori che concorrono a determinare un prezzo, dalle modalità di consegna ai tempi di pagamento. Da questo punto di vista potrebbero risultare diversi dal prezzo di un contratto standard preso a riferimento. Fatte salve queste avvertenza, nei due grafici che seguono sono messi a confronto i due prezzi finanziari con i relativi prezzi doganali[2]

BRENT URALS
Confronto tra prezzo del petrolio Brent e Urals Confronto tra prezzo del petrolio Brent e Urals

Non vi è dubbio dall'analisi di questi due grafici che i prezzi finanziari e i prezzi doganali del petrolio, sia Brent che Urals, sono tra loro fortemente allineati. Le differenza sono marginali e quasi sempre dovute ad un ritardo di aggiustamento del prezzo doganale. I prezzi doganali utilizzati in questa analisi sono dati dalla media mensile dei prezzi di tutti i flussi sdoganati nel mese dai paesi UE dalla Gran Bretagna e dalla Russia. Questo prezzo potrebbe riflettere prezzi contrattati anche nei mesi precedenti al mese di sdoganamento delle merce, giustificando la presenza di ritardi. Le differenza nei livelli sono comunque marginali, consentendo di considerare i due prezzi sostanzialmente uguali.

Poichè i prezzi doganali non possono che essere una media dei prezzi fisici del petrolio importato, ne consegue, che nel caso del Brent e dell'Urals, la differenza tra prezzo finanziario e prezzo fisico è molto contenuta, consentendoci di dedurre che dopo una sola settimana dall'introduzione del price gap sul prezzo del petrolio russo, risultano largamente inferiori a questo tetto sia il prezzo finanziario che quello fisico.

Conclusioni

Nella settimana di introduzione dell'embargo UE e del price cap del G7 al prezzo del petrolio russo, il suo prezzo finanziario è sceso molto sotto al tetto, avvicinandosi ai 50 $ a barile. La forte relazione esistente tra prezzo finanziario e prezzo doganale, consente di considerare il prezzo finanziaro una misura molto vicina al prezzo fisico, su cui grava il price cap.
Certamente un ruolo importante nella riduzione dei prezzi del petrolio degli ultimi giorni è stato svolto dal consolidamento delle aspettative dei mercati finanziari per una recessione dell'economia mondiale nel primo semestre 2023. La concomitanza con i due interventi volti a penalizzare l'offerta russa di petrolio suggerisce, tuttavia, di considerare anche l'ipotesi di una loro elevata efficacia, almeno in una fase di debolezza dell'economia mondiale.

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[1] Christophe Barret, Brent prices: Impact of PRA methodology on price formation (March 2012). Oxford Institute for Energy Studies. Disponibile al seguente link.
[2] I prezzi doganali, misurati originariamente in dollari/tonnellate, sono stati trasformati in dollari/barile, considerando il peso di un barile di petrolio. Un barile contiene convenzionalmente 159 litri di greggio, pari rispettivamente a 132 e 137 chilogrammi di Brent e di Urals.