Le carenze di gas rischiano di bloccare il settore automotive

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 10 ottobre 2022

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

Dinamica settimanale

Andamento non ferrosi

 

Andamento dei singoli metalli non ferrosi

  • Rame: Nella scorsa settimana i prezzi del rame hanno fatto un saliscendi consistente, risalendo prima sopra quota 7.800 $/Ton e poi risalendo sopra quota 7.500 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
  • Nichel: Nella settimana scorsa i prezzi del nichel hanno chiuso in leggero rialzo con la chiusura rimasta sotto quota 23.000 $/Ton. La volatilità è un po' salita e rimane su livelli molto alti. Gli stock LME sono sui minimi pluriennali. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio: I prezzi dell’alluminio primario hanno chiuso in rialzo e sono andati sopra quota 2.300 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio secondario: Prezzi dell’alluminio secondario ancora stabili. Durante il giorno sulla piattaforma Select dell’LME vi sono pochissimi scambi. La correlazione dei prezzi tra alluminio primario e secondario è scesa. Gli stock LME sono in leggero rialzo ma ancora su valori molto bassi. Lo spread tra spot e future è a zero e praticamente senza scambi.
  • Zinco: La settimana scorsa i prezzi dello zinco sono un po' saliti sopra quota 3.000 $/Ton. Gli stock LME sono in ribasso e sui minimi. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
  • Piombo: Nella settimana scorsa i prezzi del piombo sono saliti sopra quota 2.000 $/Ton. Gli stock LME sono risultati in ribasso e vicini ai minimi pluriennali. Spread è ora in backwardation.
  • Stagno: Nell’ultima settimana i prezzi dello stagno sono scesi, andando sotto 21.000 $/Ton. Gli stock LME sono in rialzo e sui massimi annuali. Lo spread tra 3M e cash è in backwardation.

Commento Macroeconomico

Nella settimana scorsa le principali notizie macro economiche che interessano i mercati che seguiamo, possono essere così riassunte:

  • La guerra in Ucraina continua e le posizioni tra i belligeranti si allontanano
  • Il prezzo del petrolio è tornato a salire (dopo la decisione dell’Opec di tagliare la produzione)
  • I costi energetici, soprattutto in Europa, restano altissimi
  • Le aziende, soprattutto quelle manifatturiere, programmano riduzioni o chiusure

La carenza di gas rischia di fermare la ripresa del settore auto in Europa, provocando nel 2023 una riduzione della produzione dal 7 al 15% rispetto al 2021. Il taglio delle forniture porterebbe ai razionamenti con inevitabili ricadute su tutto il sistema industriale, compreso ovviamente il comparto auto che immaginava di lasciarsi alle spalle gli effetti della pandemia e della crisi dei microchip.
A seconda degli scenari, il taglio oscillerebbe tra gli 800 e i 900 mila di veicoli per ogni miliardo di metri cubi di gas che verrà a mancare all’industria automotive. Ma tutto dipenderà dalle prospettive e dalla rigidità dell’inverno, dalla scarsità del gas, dalle scelte della Ue e dei diversi Paesi. La fine del 2022 avrebbe dovuto essere il momento del riscatto dopo la riduzione a 13 milioni di unità prodotte nel 2021.
La guerra in Ucraina ha frenato gli entusiasmi, anche se l’effetto è mitigato dagli ordini record che ammortizzano fino all’inizio del 2023. I paesi più colpiti, secondo l’analisi che prende in considerazione tutta l’Europa continentale, compresa Russia e Turchia, saranno in primis la Germania e a seguire l’Italia e i Paesi dell’Est Europa con intensità diversi: minori gli effetti in Francia, dove c’è il nucleare, e in Spagna, dove c’è un miglior accesso al gas naturale liquefatto. Anche il Regno Unito avrà contraccolpi. La crisi non riguarderà solo i grandi produttori, ma tutta la catena di approvvigionamento, soprattutto chi ha maggiori consumi. Un esempio è dato dalla filiera dei pneumatici.
Conclusioni:
Guerra, costi delle materie prime, ricadute sull’economia mondiale e sulle aziende in ogni parte del mondo, unitamente all’inflazione continueranno ad essere i fattori con cui tutti dobbiamo confrontarci non solo in quest’ultima parte del 2022, ma anche nel 2023.

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La reazione dei mercati


Variazioni dei principali indici rispetto alla scorsa settimana

CRB Index: in rialzo.
RICI Index: in rialzo.
GSCI Index: in rialzo.
BDI Index-Noli marittimi: in rialzo.
Petrolio Brent: in rialzo.
Gas naturale TTF: in ribasso.
LMEX-Metalli non ferrosi: in ribasso.
Dollar Index: in rialzo.