La calda estate dei metalli non ferrosi

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 29 agosto 2022

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

Dinamica settimanale

Andamento non ferrosi

 

Andamento dei singoli metalli non ferrosi

  • Rame: Nel mese di agosto i prezzi del rame si sono mossi al rialzo, salendo sopra quota 8300 $/ton. Gli stock LME sono scesi. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
  • Nichel: Nel mese di agosto i prezzi del nichel hanno chiuso in ribasso con la chiusura appena sopra quota 21000 $/ton. La volatilità è un po' scesa ma rimane su livelli molto alti. Gli stock LME sono sui minimi pluriennali. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio: I prezzi dell’alluminio primario hanno chiuso in rialzo e sono saliti sopra quota 2400 $/ton mentre le scorte LME sono sui minimi pluriennali. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
  • Alluminio secondario: Nel mese di agosto i prezzi ufficiali dell’alluminio secondario sono rimasti pressoché stabili. La volatilità su questo mercato è molto alta durante le fasi intraday. La correlazione dei prezzi tra alluminio primario e secondario è un po' scesa. Gli stock LME sono in leggero rialzo ma ancora su valori molto bassi. Lo spread tra spot e future è a zero.
  • Zinco: Nel mese di agosto i prezzi dello zinco sono saliti sopra quota 3800 $/ton e poi hanno un po' stornato. Gli stock LME sono in ribasso e sui minimi. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
  • Piombo: Nel mese di agosto i prezzi del piombo sono scesi sotto quota 2000 $/Ton. Gli stock LME sono risultati in rialzo ma vicini ai minimi pluriennali. Spread in backwardation.
  • Stagno: Nel mese di agosto anche i prezzi dello stagno sono stati in discesa, mentre gli stock LME sono in rialzo e sui massimi annuali. Lo spread tra spot e future è in backwardation.

Commento Macroeconomico

Quella del 2022 sarà senz’altro ricordata come un’estate molto calda e non solo per i record climatici che stanno provocando siccità e alluvioni ma anche per i record dei prezzi di tante materie prime fondamentali nell’economia mondiale come i cereali e il gas.
Dopo oltre sei mesi la guerra lampo di Putin in Ucraina è ancora in pieno svolgimento e non vi sono segnali di una fine in tempi brevi. E non vi è certezza nemmeno su chi potrà vincerla questa guerra che sta facendo deragliare l’economia mondiale alle prese con tassi d’inflazione piuttosto elevati che non si vedevano da decenni, almeno in America e in Europa.
In Europa è proprio il prezzo del gas a tenere alta la tensione tra imprese e famiglie. In agosto i prezzi del gas hanno toccato nuovi massimi facendo scattare l’allarme imprese che rischiano la chiusura per via dei costi energetici, divenuti insostenibili.
Il mercato TTF di Amsterdam, dove si quota il gas, sembra fuori controllo e in mano ad uno sparuto numero di speculatori che ora sono a ricshio di copertura dei contratti future per via dell’altissimo tasso di volatilità dei prezzi. Il tutto perché il mercato del gas fisico è in tilt per via della guerra in Ucraina e della Russia (uno dei maggiori esportatori) che ne sta limitando le esportazioni. Una situazione decisamente preoccupante per le economie europee, con i Paesi che stanno correndo ai ripari alla ricerca di soluzioni che possano evitare il baratro in vista dell’inverno.
L’idea di imporre un tetto al prezzo per i Paesi Ue continua a essere discussa, ma al momento non ha trovato attuazione. Ed è difficile, allo stato attuale, ipotizzare a che livello possa arrestarsi la corsa dei prezzi. Alla base di questo balzo c’è un insieme di ragioni che sta risultando esplosivo.
La prima è senza alcun dubbio legata ai timori che la Russia possa bloccare del tutto le forniture attraverso i gasdotti che arrivano in Europa (il Nord Stream 1 in particolar modo). Un primo blocco vero e proprio è previsto per tre giorni dal 31 agosto al 2 settembre, con Gazprom che interromperà i flussi ufficialmente per lavori di manutenzione. Una simile interruzione c’era già stata in luglio. Ma la preoccupazione dei mercati è che l’attività di fornitura possa poi non riprendere. E intanto Mosca brucia il gas in eccesso che l’Europa non ritira.
In America la FED ha fatto sapere che continuerà la sua guerra all’inflazione e prepara un nuovo aumento dei tassi d’interesse di 75 punti base che potrebbe scattare a settembre. Andiamo incontro ad un settembre molto volatile e ancora dominato dalla volatilità dei prezzi energetici. E tutto questo alza il tasso d’incertezza per l’autunno e per l’ultimo quadrimestre del 2022.

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La reazione dei mercati


Variazioni dei principali indici nel mese di agosto 2022

CRB Index: in rialzo.
RICI Index: in rialzo.
GSCI Index: in leggero rialzo.
BDI Index-Noli marittimi: in ribasso.
Petrolio Brent: in rialzo.
Gas naturale TTF: in rialzo.
LMEX-Metalli non ferrosi: in aumento.
Dollar Index: in rialzo.
Metalli preziosi: in ribasso.