Un altro venerdi nero per i mercati che chiudono in ribasso

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 13 giugno 2022

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

La settimana scorsa la quotazione dell’indice LMEX è scesa sotto quota 4500 $. La chiusura settimanale è risultata al di sotto delle medie mobili a 10,20,40 gg. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra e in ribasso.
Nel complesso ne deriva un’indicazione ribassista per il breve termine. La volatilità è in discesa ma sempre su livelli molto alti.
Tra i metalli non ferrosi quotati all’LME a livello di spread tra cash e tre mesi prevale il contango. I mercati dei metalli non ferrosi cominciano a scontare che la durata della guerra non sarà breve e che le ricadute sull’economia globale saranno negative e perciò ci potrà essere una contrazione della domanda.

COMMENTO MACROECONOMICO

La settimana scorsa ha registrato ribassi generalizzati sui mercati finanziari e delle commodity.
Due le notizie principali dietro i ribassi. Il primo riguarda la decisione della BCE di aumentare i tassi d’interesse per contrastare l’inflazione nell’eurozona (giunta all’8,1% a maggio). Il primo rialzo di 25 punti base sarà a luglio a cui seguirà un altro rialzo di 25 o 50 punti a settembre.
La seconda notizia arriva dall’America e riguarda il dato dell’inflazione: +8,6% a maggio, il massimo di 40 anni. Per contrastare le tensioni sul greggio la Casa Bianca ha attinto alle riserve strategiche di petrolio, premendo sull’Opec per far si che aumenti la produzione e incentivi l'estrazione domestica, ma finora senza rilevanti risultati.
Alle spalle delle spinte inflazionistiche c’è la combinazione di fattori che vanno dalla brusca ripresa della domanda dalla pandemia, agli ostacoli nelle catene globali di approvvigionamento, fino alla guerra della Russia in Ucraina e conseguenti sanzioni internazionali contro Mosca.
Pressioni sui prezzi negli Stati Uniti arrivano anche da mercato del lavoro e salari: il tasso di disoccupazione è tornato a minimi del 3,6% e le imprese segnalano scarsità di addetti.
Le mosse della FED e della BCE per contrastare l’inflazione avranno effetti ribassisti sulla crescita economica delle due aree di riferimento che inevitabilmente si rifletteranno sulla crescita economica globale visto che anche la Cina sta rallentando. La stretta della BCE avrà pesanti ripercussioni sui paesi ad alto debito pubblico come l’Italia che dovrà ripagare il suo debito a tassi d’interesse più elevato. Infatti lo spread tra BTP e BUND è subito salito a 233 punti (non accadeva da maggio 2020). Sui mercati valutari pesante calo dell’euro nei confronti del dollaro. Il cross è tornato a 1,05 segnando un ribasso del 2,2% in sole 48 ore. Anche questo molto inusuale. Colpa del “flight to quality”.
Adesso le nuvole su America e Unione Europea si addensano e diventano più nere perché all’orizzonte si riaffaccia la stagflazione, ovvero bassa crescita e alta inflazione con effetti devastanti su consumi e investimenti di aziende e famiglie.

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LA REAZIONE DEI MERCATI
CRB Index: in ribasso.
RICI Index: in ribasso.
GSCI Index: in ribasso.
BDI Index-Noli marittimi: in ribasso.
Petrolio Brent: in lieve ribasso.
Gas naturale TTF: in ribasso.
LMEX-Metalli non ferrosi: in ribasso.
Metalli preziosi: in rialzo oro e argento, in ribasso platino e palladio.
Dollar Index: in rialzo.
Euro: in ribasso.