Economia e commodity: un possibile scenario

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 04 aprile 2022

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

Durante la settimana passata la quotazione dell’indice LMEX è scesa a quota 5209.60$. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra.
La chiusura settimanale si posiziona a cavallo delle medie mobili a 10,20,40 gg, fornendo un’indicazione incerta per il breve termine. Malgrado la volatilità sia ancora in discesa, i livelli dei prezzi continuano ad essere molto alti. Considerando il rapporto cash e future a tre mesi, tra i metalli non ferrosi quotati all’LME prevale il contango.

COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE

Dopo una settimana in cui gli spiragli diplomatici per arrivare ad un cessate il fuoco si sono chiusi con pochi successi, due grossi problemi di natura economica sono all’attenzione del mondo intero. Il conflitto in Ucraina sta contribuendo da una parte al rallentamento della crescita economica globale, dall’altra all’aumento dell’inflazione in tutto il mondo a cominciare da Stati Uniti e Unione Europea. Nel suo ultimo rapporto, il Centro Studi di Confindustria ha lanciato un allarme da far tremare i polsi: a causa dei i forti aumenti dei costi energetici già il 16% delle imprese ha rallentato la produzione, mentre il 30% prevede fermi produttivi nei prossimi mesi. Di conseguenza, si stima che nell’anno in corso il PIL italiano possa raggiungere l’1.9%, ben 4 punti percentuali in meno dalla stima del Governo. Tuttavia, il rapporto precisa anche che sia le stime di crescita del PIL come i trends dei prezzi di gas e petrolio dipenderanno molto da quanto tempo durerà la guerra.

Nell’ipotesi che il conflitto non si concluda a breve, è ipotizzabile che nei prossimi mesi si possa assistere ad un’ulteriore caduta del clima di fiducia dei vari operatori economici, soprattutto delle imprese. Infatti, una serie di fattori come la consapevolezza da parte degli imprenditori di dover subire un forte aumento dei prezzi dei prodotti energetici, le difficoltà crescenti di importare prodotti intermedi, la flessione della domanda interna e delle esportazioni verso la Russia potrebbero contribuire ad aggravare l’instabilità della congiuntura economica. Ciò contribuirebbe, dalla parte degli imprenditori, ad un peggioramento del sentiment, con un probabile effetto negativo sugli investimenti. Dalla parte dei consumatori, ad un peggioramento della propria situazione personale a seguito dell’aumento dei costi delle bollette elettriche e di una diffusa e crescente incertezza.
In questo contesto, gli effetti sui consumi (soprattutto di beni durevoli) e sulla propensione al risparmio sarebbero molto negativi. Come raccontato a più riprese, i mercati finanziari e quelli delle commodity resteranno dunque molto volatili fino a quando la guerra non finirà. Il rallentamento economico imporrà ai Governi di tutto il mondo di varare misure di ristoro a favore di imprese e famiglie e il rialzo dell’inflazione imporrà alle Banche Centrali di adattare la politica monetaria per cercare di compensare il rialzo dei prezzi al consumo. Sul fronte dei prezzi delle commodity, il quadro depressivo dell’economia globale può avere un impatto ribassista sui prezzi, portando ad un raffreddamento della domanda come effetto dei fermi produttivi delle aziende manifatturiere. Al contrario, le sanzioni e i dazi invece possono avere un impatto rialzista laddove deviano i normali flussi commerciali.

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LA REAZIONE DEI MERCATI
CRB Index-Commodity in generale: n ribasso.
BDI Index-Noli marittimi: in ribasso.
Container Index: in ribasso.
ETS-CO2: stabile.
Petrolio Brent e WTI: in ribasso.
Gas naturale: in leggero rialzo.
Costo energia Italia: in leggero rialzo.
Costo energia Germania: in rialzo.
LMEX-Metalli non ferrosi: stabile.
Metalli preziosi: in ribasso.
Dollar Index: stabile.
Euro: in ribasso.
Rublo: in rialzo verso dollaro ed euro.