La reattività dei mercati al conflitto in Ucraina

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento dell' 7 marzo 2022

.

LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

La scorsa settimana è proseguita la corsa dei prezzi dei metalli non ferrosi, alcuni dei quali hanno registrato i massimi assoluti, in primis lo stagno che si è spinto oltre quota 48000 $/ton, come anche alluminio, nichel e palladio.
In questo contesto segnato da forti rincari, l’indice LMEX è salito a quota 5355.80$, raggiungendo i livello più elevato di sempre.
L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona ipercomprato. La chiusura settimanale è nettamente sopra le medie mobili a 10, 20, 40 gg.
Nel complesso ne deriva un’indicazione decisamente rialzista per il breve termine.

COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE

Prosegue senza tregua il conflitto in Ucraina e nella situazione attuale il cessate il fuoco appare ancora come un miraggio.

Accanto ai drammatici costi umanitari, la guerra provoca anche dei gravi danni al tessuto economico dei paesi coinvolti, di cui l’ ammontare è ancora difficile da stimare. Per l’Ucraina tale conflitto sta determinando la distruzione della propria economia, con l’industria manifatturiera che ormai è in ginocchio.
Per quanto riguarda la Russia le difficoltà sono sia economiche che finanziarie. Mentre le spese belliche faranno aumentare il suo debito pubblico, le sanzioni varate da molti paesi rallenteranno la crescita economica russa. In una recente nota, l’agenzia di rating S&P ha classificato la Russia con un rating "CCC-", a pochi passi dal default. Nel frattempo, il rublo continua la sua inesorabile caduta rispetto al dollaro e all'euro risentendo della sempre maggiori pressioni esercitate dalle sanzioni. In questo contesto, per Mosca sarà difficile finanziarsi sui mercati esteri e in ogni caso ciò avverrà con costi altissimi.

Diversi analisti ritengono che le ricadute economiche a livello globale potranno essere differenziate, penalizzando soprattutto i paesi europei. Dall'inizio della crisi, infatti, mentre i listini europei hanno perso molto terreno, i principali indici americani hanno visto moderati guadagni. L’Euro Stoxx 50 ha perso il 10% e Piazza Affari il 13.5%. Al contrario, l’indice americano S&P500 ha guadagnato il 2.45%, mentre l’indice valutario Dollar Index 1 è salito a 99, con il cross euro-dollaro sceso a 1.09. Ciò perché l'economia americana è meno esposta di quella europea al commercio con la Russia e l'Ucraina. Le perdite sulle principali borse asiatiche sono state moderate ed inferiori al -1.5%.

Sui mercati delle commodity si osservano rialzi a due cifre che stanno coinvolgendo non sono solo i prezzi dei prodotti degli energetici e metalli, ma anche dei beni alimentari. A febbraio, l’indice FAO dei prezzi dei generi alimentari ha superato di 3 punti il precedente record del 2011, registrando un rialzo del 3.9% rispetto a gennaio e del 20.7% su base annua. Sulla base delle quotazioni della Borsa merci di Chicago, la Coldiretti ha calcolato che in Italia il prezzo del grano è balzato del 38.6%, quello del mais del 17% e quello della soia del 6%. L’allarme è serio in quanto tali rialzi non stanno coinvolgendo singoli prodotti, ma le materie di base per la coltivazioni e della produzione globale. Sembra che il ministero del Commercio russo abbia dato la disposizione di bloccare le esportazioni di fertilizzanti in Europa. Se il blocco si dovesse estendere a tutti i tipi di concime che arrivano dall’Ucraina, la capacità produttiva dell’Italia si ridurrebbe drasticamente.

Oltre al rialzo dei prezzi a preoccupare le aziende sono i tempi di consegna, che si sono allungati parecchio come anche la reale possibilità di non trovare le commodity di cui hanno bisogno.

Vuoi restare aggiornato sull’andamento dei mercati delle commodity?
Iscriviti gratuitamente alla newsletter PricePedia!

Visualizza le ultime newsletter Pricepedia

LA REAZIONE DEI MERCATI
CRB Index-Commodity in generale: in rialzo e nuovo massimo pluriennale.
BDI Index-Noli marittimi: in rialzo.
Container Index: in ribasso.
ETS-CO2: in ribasso.
Petrolio Brent e WTI: in rialzo e nuovo massimo pluriennale.
Gas naturale: in rialzo e nuovo massimo pluriennale.
Costo energia Italia: in rialzo.
Costo energia Germania: in rialzo.
LMEX-Metalli non ferrosi: in rialzo e nuovo massimo pluriennale.
Metalli preziosi: in rialzo.
Dollar Index: in rialzo e nuovo massimo pluriennale.
Euro: in ribasso.
Rublo: in ribasso verso dollaro ed euro.

1. L’indice valutario Dollar Index misura il cambio del dollaro americano contro altre sei valute, tra cui l’euro.