Non accennano a ridursi i prezzi del grano in Europa

Da alcuni mesi il mercato del grano registra continui incrementi di prezzo, cui stanno contribuendo diverse concause

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Energetici Grano Alimentari Chimica: Specialty Fertilizzanti Determinanti dei prezzi

Nelle ultime settimane tutti i mercati sono molto sensibili alle tensioni geopolitiche che si stanno verificando sul fronte russo-ucraino. Non da meno è la filiera alimentare e, in particolare, quella del grano, poiché Russia e Ucraina, assieme a Stati Uniti, Francia, Canada e Australia, costituiscono il ranking dei principali paesi esportatori di grano nel mondo.
Ma ciò che sta determinando l’incremento dei prezzi di questo bene non è principalmente e direttamente imputabile alla situazione contingente, ma bensì a diversi fattori.
Il grafico che segue mostra l’andamento delle serie di prezzo mensili del grano duro e del grano tenero degli ultimi 10 anni sul mercato reale.

Andamento prezzo del petrolio

Per entrambe le tipologie è possibile osservare come l’aumento dei prezzi sia iniziato già nei primi mesi del 2021, per poi intensificarsi nel corso dello stesso anno. Attualmente il grano duro, utilizzato principalmente per la produzione della pasta, ha raggiunto nel mese di gennaio 2022 un prezzo medio di 348 €/Ton, registrando una variazione del +39% rispetto al medesimo mese del 2021, mentre il grano tenero, utilizzato principalmente nella produzione di pane e derivati, ha registrato un prezzo medio nel mese di gennaio 2022 pari a 261 €/Ton, con una variazione tendenziale, ovvero rispetto al medesimo mese del 2021, del +27%.

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Ma cosa ha determinato l’aumento dei prezzi?

Come erroneamente si può pensare, non è la Russia (o l’Ucraina) il principale fornitore di grano dell’Europa, ma bensì il Canada, per il grano duro e la Francia per il grano tenero. Quindi tutte le tensioni attualmente in atto non hanno alcun impatto diretto sui prezzi europei.

Grafico 2: Principali esportatori di grano (duro e tenero) in Europa



Ciò che invece sta influendo direttamente sui costi del grano sono i prezzi dei fertilizzanti.
I fertilizzanti, infatti, sono un valido aiuto nella lavorazione del grano che consente, ad esempio in terreni poco fertili, di preservarne la produttività fornendo il giusto mix dei nutrienti principali (azoto, fosforo e potassio) e secondari (calcio, magnesio, zolfo, ecc.). Uno dei fertilizzanti maggiormente utilizzati è l’urea, che ha visto nel corso del 2021 un incremento di prezzo di oltre il +150%, passando dai 234 €/Ton nel gennaio 2021 agli oltre 600 €/Ton nel gennaio 2022. L’urea viene importata in Europa dalla Russia ma soprattutto dall’Egitto, e ciò avviene principalmente via mare: i colli di bottiglia che si sono creati nel settore della logistica hanno quindi influito significativamente sul prezzo di quest’ultimo.
Non va infine dimenticata la componente energetica. Gli storici incrementi, registrati nella seconda parte del 2021 sui prezzi di tutte le fonti energetiche, hanno avuto un enorme impatto che si è riversato sull’intera filiera.

Conclusioni

In conclusione, i rincari registrati sul mercato del grano sono quindi imputabili a diverse cause tra loro connesse. Un aumento dei fertilizzanti, che si è riversato inevitabilmente sul tutto il condotto, ma anche l’aumento degli energetici fondamentali nella produzione.
Probabilmente gli ulteriori e recenti rincari sul grano sono stati influenzati dalle tensioni sul confine russo-ucraino, a causa non tanto della Russia quale partner diretta nell’export di grano verso la UE, ma soprattutto nel ruolo indiretto di esportatore di fertilizzanti e di principale esportatore di grano verso i paesi emergenti. Se dovesse venire meno un esportatore importante come la Russia, verrebbe meno il 30% di offerta sul mercato e quindi un’enorme quantità del bene disponibile, che produrrebbe un deficit notevole. E un deficit tra offerta e domanda non farà altro che aumentare ancor di più i prezzi già elevati.

Per un’overview del commercio mondiale del grano e altri cereali, si rimanda all’articolo “Il ruolo di Russia e Ucraina nel commercio mondiale di cereali”