I moniti dell’OCSE su pandemia ed economia mondiale

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 06 dicembre 2021

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

La settimana scorsa la quotazione dell’indice LMEX è scesa a 4314 $. Sul comparto dei metalli non ferrosi è prevalsa l’incertezza, che ha fatto scendere le quotazioni dell’indice. Tra i fattori di incertezza vanno considerati i timori di un raffreddamento della domanda a causa della risalita dei contagi, soprattutto nelle aree più industrializzate. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra e in ribasso. La chiusura settimanale è sotto le medie mobili a 10, 20 e 40 giorni. Nel complesso ne deriva un’indicazione ribassista per il breve termine.

COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE

Le festività sono ormai alle porte e ci si chiede che Natale sarà e, soprattutto, che 2022 sarà. Per l’OCSE, la pandemia si conferma ancora la minaccia numero uno per l’economia globale, e la variante Omicron aumenta le incertezze.

Per prevenire la diffusione del virus, quasi ovunque sono stati cancellati i tradizionali mercatini natalizi, mentre la programmazione dei viaggi procede a rilento tra rinvii e disdette, a causa del caos normativo per l’ingresso nei vari paesi, soprattutto in merito a green pass, tamponi, quarantene. In Cina sono state bloccate le importazioni che non avvengono tramite container. In Europa, molti paesi, a cominciare dalla Germania, stanno valutando l’introduzione dell’obbligo vaccinale. Negli Stati Uniti sarà introdotto il tampone obbligatorio per chiunque chieda di entrare nel paese. L’obiettivo primario di tutti i governi è evitare i lockdown e i fermi degli impianti produttivi.

Sui mercati sta comunque salendo l’incertezza, perché nonostante le rassicurazioni dei governi e delle agenzie internazionali, la pandemia fa paura e la situazione generale non sembra sotto controllo. Nei mercati delle commodity si registrano ribassi delle quotazioni e un aumento della volatilità. Le aziende manifatturiere si ritrovano bollette energetiche piuttosto elevate, nonostante lo storno dei prezzi di petrolio, gas e carbone. In Italia, molte aziende rischiano la chiusura per l’impossibilità di pagare i costi energetici – non potendo trasferire tutti i rialzi dei costi sui prezzi finali. Per le aziende che comprano i certificati CO2, le quotazioni continuano a salire e a registrare nuovi massimi. Sul fronte degli acquisti di materie prime, andrebbero sfruttati tutti gli storni dei prezzi, senza aspettare ulteriori ed eventuali minimi. Le tensioni sui prezzi dureranno più del previsto e potrebbero costringere le banche centrali a prendere contromisure per evitare un rialzo fuori controllo dell’inflazione, ritenuto un altro fattore di rischio.

Riguardo alle politiche di bilancio dei governi, l’OCSE sostiene che dovrebbero rimanere flessibili, evitando un brusco ritiro delle misure di sostegno, fintanto che le prospettive a breve termine rimarranno incerte. Non è tanto il livello, già elevato, del debito pubblico a preoccupare, quanto l’uso che ne è stato fatto.

Altro rischio indicato dall’OCSE è quello della tentazione, da parte di alcuni governi, di ridisegnare la globalizzazione per provare a risolvere gli attuali problemi nella supply chain. In realtà, il problema non è il modello in sé, quanto l’eccesso di concentrazione di alcune produzioni in pochi paesi, che dovrebbe stimolare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

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LA REAZIONE DEI MERCATI
CRB Index-Commodity in generale: in ribasso.
BDI-Noli marittimi: in rialzo.
LMEX Index-Metalli non ferrosi: in ribasso.
Acciaio: HRB world e CRC world in ribasso.
Metalli preziosi: in forte ribasso.
Petrolio: in ribasso.
Gas naturale: in rialzo quello europeo, in ribasso quello americano.
Dollar Index: in rialzo.