2022, alto tasso di volatilità per i prezzi delle commodity

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento dell'08 novembre 2021

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

La scorsa settimana, sul comparto dei metalli non ferrosi è arrivato un consistente flusso di vendite, che ha fatto scendere i prezzi. Sicuro l’impatto degli ultimi dati arrivati dalla Cina, che hanno evidenziato un’economia più debole. Altro fattore determinante è stato il ribasso dei noli marittimi, dei container e del carbone. La quotazione dell’indice LMEX è scesa a 4414 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra e in ribasso. La chiusura settimanale è a cavallo delle medie mobili a 10, 20 e 40 giorni. Nel complesso, ne deriva un’indicazione ribassista per il breve termine.

COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE

Nel corso del 2021, a livello macroeconomico, le politiche espansive degli stati e delle banche centrali hanno consentito un buon recupero del PIL perduto nel 2020. Queste politiche, però, hanno creato il problema di come e quando iniziare a ridurre l’enorme debito pubblico accumulato in questo biennio.

Al problema debito pubblico si somma, per le banche centrali, il problema dell’inflazione, che è stata indotta soprattutto dal forte aumento dei prezzi delle materie prime, a sua volta generato da una domanda forte e da un’offerta inadeguata. Su questo aspetto continuerà a giocare un ruolo importantissimo la geopolitica, con i conflitti in atto, commerciali e non, che rappresentano una minaccia per i traffici internazionali. In particolare, gli occhi sono sempre puntati sulla Cina, vero driver del commercio globale, oltre che dei trend dei prezzi delle commodity. È dal Dragone, infatti, che passa la gran parte delle terre rare fondamentali alla costruzione di molte applicazioni tecnologiche, come i semiconduttori, indispensabili in comparti manifatturieri chiave, come l’automotive. Inoltre, com’è noto, le maggiori produzioni mondiali di semiconduttori si trovano in Asia, nello specifico in Cina e a Taiwan. Quest’ultima è sotto i riflettori a causa delle rivendicazioni territoriali, e bellicose, di Pechino, alle quali si oppongono gli Stati Uniti.

Tornando al tema prezzi, le filiere del valore, nel corso del biennio 2020-2021, hanno avuto un ruolo importantissimo nel causare il rialzo dei prezzi, a causa anche dell’allungamento delle consegne, provocato dall’applicazione, soprattutto in Oriente, di restrizioni particolarmente severe per il contenimento dei contagi. Cosa aspettarsi, sotto questo profilo, per il prossimo anno?

Per quanto riguarda il 2022, per i prezzi delle commodity (dai metalli alle plastiche), crediamo che il tasso di volatilità sarà ancora elevato, in quanto è plausibile che i fattori distorsivi riscontrati nel 2020-2021 – e che hanno alla base la pandemia – saranno attuali anche l’anno prossimo. Inoltre, per lo specifico settore dei metalli, vanno tenuti in considerazione la transizione green, che contribuirà a far crescere la domanda, a fronte di un’offerta non ancora adeguata.

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LA REAZIONE DEI MERCATI
Il trend dei prezzi dei metalli non ferrosi ha registrato, per la terza settimana consecutiva, una flessione dei prezzi, con storni significativi rispetto ai massimi annuali. Le quotazioni attuali cominciano a essere interessanti per gli acquisti di metallo fisico.
CRB Index: in ribasso.
LMEX Index: in ribasso.
Acciaio: HRB world in ribasso, CRC world in leggero rialzo.
Metalli preziosi: in rialzo tranne l’argento.
Petrolio: in ribasso.
Gas naturale: in ribasso sia quello europeo sia quello americano.
Dollar Index: in rialzo.