La corsa del prezzo del mais

La scarsità nell’offerta causa forti pressioni sul mercato finanziario del mais

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Alimentari Congiuntura

In questi giorni la quotazione del mais al Chicago Mercantile Exchange sta registrando una forte crescita, tanto da attestarsi sui massimi quinquennali: lo scorso 12 gennaio il valore ha raggiunto i 534 dollari per bushel, per una variazione rispetto alla giornata precedente di poco superiore al 5% (fonte: DailyDataLab).

Grafico 1: Andamento della quotazione del mais al CME
Andamento della quotazione del mais al CME

Questo forte rialzo è arrivato a seguito della decisione del governo argentino di sospendere le esportazioni di mais per motivi di sicurezza alimentare. Il governo sudamericano, infatti, si attende un raccolto molto debole per questa stagione a causa della siccità; al fine quindi di preservare il raccolto, si è optato per un blocco dell’export. Nel quadro degli scambi commerciali internazionali, questo blocco temporaneo risulta rilevante in quanto l’Argentina è il quarto esportatore di mais al mondo, dopo Stati Uniti, Ucraina e Brasile (fonte: ExportPlanning).
La conseguenza della sospensione della fornitura argentina è un’ulteriore concentrazione dell’offerta1, che aggrava alcune questioni già aperte: la scarsa capacità produttiva del Brasile e dell’Ucraina a causa delle condizione climatiche avverse, nonchè i problemi relativi dell’interruzione della catena di approvvigionamento dello scorso anno. La domanda mondiale potrebbe quindi concentrarsi ulteriormente sul mercato statunitense, creando pressioni sul prezzo.

Prezzi in crescita già dall'estate

La presenza di pressioni sull'offerta internazionale di mais già da qualche mese emerge anche dall'andamento del prezzo. Allargando lo sguardo al recente passato, si nota come la quotazione del mais al CME risulti in significativa crescita da metà dello scorso anno (come raccontato in un precedente articolo). Questa dinamica si è materializzata a seguito di un disequilibrio nei fondamentali di mercato: un’offerta non in grado di soddisfare la domanda. Infatti, se da un lato la Cina ha continuato ad acquistare (importare) strategicamente nel corso del 2020, dall’altro lato l’offerta non è stata in grado di soddisfare la domanda.
I fattori dietro la carenza di offerta possono essere riassunti di seguito:

  • la rapida riduzione della scorte per rifornire il mercato cinese;
  • le cattive condizioni meteo in Europa e Sud America;
  • il perdurare degli effetti dell’interruzione della catena di approvvigionamento della scorsa primavera.

L’insieme di questi fattori ha generato forti tensioni sui mercati finanziari: da settembre ad oggi il benchmark al CME ha registrato in dollari un forte aumento, pari al +40%. La spinta più forte è stata registrata a gennaio, pari al +16% rispetto al mese precedente (fonte: DailyDataLab).

Previsioni 2021: uno sguardo ai prezzi future

Questi incrementi di prezzo potrebbero continuare a rimanere sulla scena anche nel prossimo futuro. Il dipartimento dell’agricoltura americano (USDA) ha recentemente pubblicato le previsioni per il mercato del mais USA nel 2021: è atteso un livello di prezzo medio annuo superiore del 20% rispetto al 2020, in conseguenza alla scarsa produzione della stagione in corso; quest’incremento potrebbe limitare la domanda globale, in termini di consumi ed importazioni.

Le informazioni disponibili ad oggi sul mercato finanziario per una previsione di medio periodo possono essere ricavate dal future per consegna a 6 mesi. Il prezzo risulta in crescita, ma le variazioni registrate sono inferiori rispetto a quelle dello spot, che sono state così intense da portare ad una situazione di backwardation (che riflette la carenza di offerta).

Grafico 2: Andamento della quotazione spot e future del mais al CME
Andamento della quotazione spot e future del mais al CME

Le aspettative per i prossimi sei mesi rilevano quindi i prezzi in crescita, ma con un riallineamento della quotazione spot verso il future: per gli operatori, un livello così elevato sul mercato a pronti non risulterebbe sostenibile nei prossimi mesi. Da segnalare che sul mercato del mais una situazione di backwardation non si verificava dal 2013, a seguito del forte ciclo di aumento di prezzi del triennio 2010-2013 (fonte: PricePedia - funzionalità confronto future).

Il mercato reale

Ad oggi, con le quotazioni spot e a consegna in crescita, qual è la situazione sul mercato reale?
Attraverso la funzionalità benckmark di PricePedia abbiamo confrontato le serie storiche del mais ricavate dal prezzo medio delle importazioni europee dal mondo2 e la quotazione finanziaria al CME. Le serie di prezzo sono riportate sia in indice3 (graf. 3), per ridurre l’effetto scala, sia in euro per tonnellata (graf. 4).

Grafico 3: Confronto del prezzo del mais in indice
Confronto del prezzo del mais in indice
Grafico 4: Confronto del prezzo del mais in €/ton
Confronto del prezzo del mais in euro per tonnellata

Al netto di una maggiore volatilità del prezzo finanziario, dal grafico 3 emerge la simile dinamica tra le due serie, confermata dall’elevata correlazione pari a 0.96 (fonte PricePedia: funzionalità statistiche). Anche il prezzo doganale del mais è in crescita dalla scorsa estate, ma con delle variazioni di prezzo nettamente inferiori rispetto a quelle finanziarie: nel secondo semestre 2020 il valore in euro è cresciuto del 3% (+10% in dollari) a fronte di un incremento del finanziario pari al 19% (+28% in dollari).
Dal grafico 4 si evince il differente livello di prezzo tra la serie doganale e quella finanziaria, e come la crescita più contenuta abbia riportato la serie doganale sui livelli medi del 2019, pari a 177 euro alla tonnellata. La differente intensità nelle variazioni tra il prezzo doganale e quello finanziario si nota anche nella caduta della scorsa primavera: durante il crollo generalizzato, la quotazione al CME ha toccato i minimi dal 2014, mentre quella doganale ha registrato una lieve flessione, attestandosi sui 175 euro alla tonnellata.


(1) Un’offerta molto concentrata potrebbe provocare al margine forti oscillazioni nel prezzo.
(2) Con prezzo medio delle importazioni europee si intende il prezzo medio al quale l’UE importa dal mondo. Il valore è ricavato dai flussi commerciali; il codice doganale di riferimento è CN100590.00.
(3) L’indice è costruito sull’anno base 2017, ovvero la media annua del 2017 è posta pari a 100.