Nuovi lockdown in Occidente: un'analisi dei primi effetti

I consumi elettrici e la mobilità registrano un nuovo rallentamento

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Nelle ultime settimane la pandemia ha drammaticamente accelerato, con l’Europa che si è ritrovata ad affrontare la seconda ondata dell'epidemia da Covid-19, mentre gli USA stanno ormai attraversando la terza; come diretta conseguenza l’Occidente è tornato a chiudersi, con l'imposizione di nuovi lockdown parziali. Ciascuna nazione ha optato per restrizioni più o meno stringenti, ma la linea comune è univoca: limitare la mobilità delle persone, specialmente per gli spostamenti non strettamente necessari.
Il grafico che segue riporta i dati raccolti da Google sulla mobilità verso i luoghi di lavoro per i principali paesi europei e gli Stati Uniti. I dati sono riportati in variazioni percentuali rispetto al valore base, che corrisponde alla mediana di gennaio.

Grafico 1: Mobilità sul lavoro in Europa e negli Stati Uniti
Mobilità sul lavoro in Europa e negli Stati Uniti

In termini di dinamica, il grafico sulla mobilità rispecchia l’andamento della pandemia e le restrizioni volte a contenerla. Nei mesi di marzo ed aprile le persone hanno ridotto drasticamente gli spostamenti, che hanno raggiunto un punto di minimo ad aprile, tornando poi a muoversi dei mesi estivi.
Il dato interessante è quello di novembre, che torna a registrare una variazione negativa significativa, ad esclusione della Germania. Se si considera il mese in corso come il primo periodo di lockdown e lo si confronta con il dato di marzo, emerge una diversa intensità nelle variazioni: quelle attuali risultano infatti nettamente inferiori a quelle della scorsa primavera.
La mobilità verso i luoghi di lavoro può essere considerato un indicatore indiretto dell’andamento dell’attività industriale, e quindi del ciclo economico, benchè distorto dalla ormai nuova normalità dello smart working. Per validare l'ipotesi che in Occidente possa essere in atto un nuovo rallentamento del ciclo economico è quindi utile integrare i dati sulla mobilità con quelli sui consumi elettrici.

I consumi elettrici costituiscono infatti indicatore anticipatore dell’andamento del ciclo economico: secondo recente letteratura economica, il consumo di energia elettrica in orario lavorativo potrebbe costituire un indicatore indiretto dei livelli e dell’intensità dell'attività industriale.
In un precedente articolo di ottobre si è analizzata la dinamica dei consumi elettrici in termini di variazioni tendenziali, giungendo alla conclusione che l’Europa ancora non stava attraversando una fase di ulteriore rallentamento, nonostante l’inizio di nuove restrizioni. I dati di ottobre registravano una variazione anno su anno pari al -0.6%.
Oggi è stata replicata la stessa l’analisi per USA e Europa per il mese di novembre e sono stati inoltre aggiornati i dati dello scorso mese, come mostrato nel grafico di seguito.

Grafico 2: Consumi elettrici in Europa e negli Stati Uniti
Consumi elettrici in Europa e negli Stati Uniti

Per il mese di ottobre, la variazione tendenziale nei consumi di energia elettrica in Europa è stata rivista al rialzo rispetto alla precedente analisi, e dal segno positivo pari a +1.5%; negli USA, invece, si registra una variazione negativa più intensa, pari al -2.5%. Stando ai dati attualmente disponibili, novembre sembra un mese più critico rispetto al precedente, con l'avvio di nuove restrizioni volte a contenere la diffusione della pandemia: le variazioni tendenziali nei consumi elettrici per Europa e USA sono state rispettivamente pari al -3% e -5%.
Confrontando i dati di marzo con novembre emerge che la variazione tendenziale è circa della stessa intensità per gli USA, a marzo era pari a -4.7%, mentre per l’Europa è di qualche punto inferiore, in primavera era -5%. Da questo confronto ne deriva un quadro più severo rispetto a quanto emerge dai dati sulla mobilità: le restrizioni sembrano infatti impattare in maniera più diretta sull’andamento dei consumi elettrici, e quindi (ipotizziamo) sui livelli di attività industriale.

Al fine di approfondire il quadro dei consumi elettrici europei per paese, nel grafico 3 sono riportati i consumi dei principali paesi europei da inizio anno, in termini di variazioni tendenziali (fonte: DailyDataLab).

Grafico 3: Consumi elettrici in Europa
Consumi elettrici in Europa

Emerge che nel 2020 tutti i paesi hanno registrato variazioni negative, più intense nella prima parte dell’anno, per poi rientrare nei mesi estivi fino ad ottobre, quando Francia, Germania e Regno Unito hanno registrato una variazione positiva.
A novembre per tutti i paesi dell'area UE considerati, ad eccezione del Regno Unito, la variazione negativa è relativamente significativa; il paese che registra la contrazione più forte è la Francia, la nazione che sta subendo più duramente la seconda ondata di Covid-19, seguita da Italia e Spagna con variazioni dell’ordine del -8% e -6%. Stabile la Germania.

In conclusione, dal confronto dei dati sulla mobilità e sul consumo elettrico emerge una linea univoca, anche se con diversa intensità: per novembre ci si attende un nuovo rallentamento del ciclo economico in Occidente, in seguito all’impennata di casi da Covid-19.