Mercati: cosa influenza il trend dei prezzi?

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 12 ottobre 2020

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

La scorsa settimana, rispetto alla precedente (venerdì su venerdì), ha registrato un rialzo dei prezzi che ha interessato 6 metalli su 6. In evidenza il rialzo del nichel, seguito dal rame. Le quotazioni dell’indice LMEX sono salite a quota 3038 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra, ma in rialzo. La chiusura settimanale è sopra le medie mobili a 10, 20, 40 giorni (indicazione rialzista). L’indice ha recuperato tutto il valore perso a causa della pandemia e ha segnato i nuovi massimi pluriennali.

COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE

Dopo due settimane di ribassi, la settimana scorsa i prezzi dei metalli non ferrosi quotati all’LME hanno registrato un generale rialzo. Questo avviene in un momento in cui l’incertezza aumenta giorno dopo giorno. Incertezza legata a diversi fattori tra i quali segnaliamo:

  • contagi in aumento in tutto il mondo, a cominciare da Stati Uniti ed Europa
  • elezioni politiche americane, che contribuiscono, tra l’altro, all’indebolimento del dollaro
  • contrasti all’interno della UE in merito al bilancio, all’interno del quale c’è il Recovery Fund
  • contrasti UE-UK sui nodi Brexit più spinosi, come i confini irlandesi
  • aumento delle tensioni geopolitiche, con un insolito movimentismo della Turchia.

In questa situazione, caratterizzata da un’elevata incertezza, sono giustificati gli attuali prezzi dei metalli?

Guardando ai fondamentali dei singoli metalli, troviamo rame e stagno in una situazione di deficit, in quanto l’offerta è più bassa della domanda (seppure in calo), mentre gli altri metalli sono in surplus. Nel caso del rame, il deficit è dovuto a una diminuzione della produzione per motivi legati alla pandemia.

Quella che, invece, è in aumento per tutti i metalli, è la domanda cinese, sempre alta, a conferma che l’economia del Dragone non si è mai fermata e ha tratto benefici dal rallentamento economico degli altri paesi (Stati Uniti ed Europa in primis). Su questo argomento si veda il dato relativo al mercato globale dell’acciaio.

Secondo la World Steel Association, la produzione mondiale di acciaio nei primi 8 mesi dell’anno è calata, anche se in modo non uniforme: nella UE –19%, America del Nord –19%, America del Sud –15%, Asia –0.7%. Come risaputo, la Cina è ormai il primo consumatore mondiale di metalli e incide sul consumo globale per il 50%, quindi ha un ruolo dominante sui prezzi. A questo si aggiunga l’indebolimento del dollaro, che con i prezzi delle materie prime in generale e dei metalli in particolare, ha una relazione inversa: quando il dollaro si svaluta, i prezzi delle commodity salgono e viceversa.

Da ultimo, non va dimenticato il ruolo dei cosiddetti “no commercial”, che sulle commodity quotate in borsa hanno un ruolo decisivo per i prezzi e in particolare per il tasso di volatilità – osservando il Commitments of Traders dell’LME o del CME, si può verificare la velocità con cui i trader speculativi girano le posizioni da short a long e viceversa, sulla base di singole news.