La sorpresa americana e la conferma cinese

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 6 luglio 2020

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

La scorsa settimana, rispetto alla precedente (venerdì su venerdì), c’è stato un rialzo dei prezzi che ha interessato 4 metalli su 6. In evidenza il rialzo del nichel e il ribasso dello zinco. Le quotazioni dell’indice LMEX sono salite a quota 2660 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è vicino alla zona ipercomprato. La chiusura settimanale è sopra le medie mobili a 10, 20 e 40 giorni (indicazione rialzista). L’indice ha recuperato oltre il 50% del valore perso a causa della pandemia.

COMMENTO MACROECONOMICO E PROSPETTIVE

Mentre la pandemia non dà tregua né in termini di contagi né in termini di decessi, emerge a sorpresa il dato positivo sull’occupazione americana: a giugno 4.8 milioni di persone hanno trovato lavoro – contro i 2.9 milioni previsti dagli analisti.

Immediatamente Trump ha sottolineato il dato, sebbene, a ben vedere, il tasso di disoccupazione, pure scesa, è pur sempre al 11.1%, assai distante dal 3.6% di febbraio. Inoltre, i nuovi posti di lavoro “creati” sono, in realtà, una reintegrazione di persone licenziate allo scoppio della crisi. Conferma ciò il dato settimanale sul sussidio di disoccupazione (in aumento) chiesto da 1.4 milioni di persone.

In ogni caso, il recupero dell’occupazione negli Stati Uniti ha indotto una reazione positiva nei mercati finanziari e delle merci, che ancora una volta sembrano dimenticare la realtà della pandemia e dei contagi tutt’altro che sotto controllo, soprattutto negli USA.

Dall’altra parte del mondo, anche la Cina mostra dati positivi, che riguardano diversi settori: immobiliare, della rete elettrica, automobilistico e del condizionamento aria. Conferma di questo miglioramento arriva anche dall’indice Caixin di giugno, che colloca la Cina in territorio espansivo per il secondo mese consecutivo – la lettura dell’indice PMI standard registra il suo quarto mese di espansione. E per rafforzare la ripresa, il governo di Pechino, in accordo con la Banca centrale cinese, ha attuato un nuovo taglio dei tassi di interesse.

Guardando gli indici PMI manifatturieri, vediamo che a livello globale sono in miglioramento anche se persistono ancora nella zona di “contrazione” dell’economia (ovvero indice sotto quota 50). Fa eccezione quello cinese, unico, fra gli indici delle grandi economie del pianeta, che si trova in zona di espansione (oltre quota 51), ciò a conferma della vitalità del settore manifatturiero cinese, che ha subito pochi danni dal covid-19.

Per l’altra superpotenza, gli USA, l’indice è a quota 49.6, mentre quello dell’eurozona a 47.4. All’interno di quest’ultima superano quota 50 solo Francia e Regno Unito, mentre si trovano al di sotto tutti gli altri, compresa la Germania (45.2) e l’Italia (47.5). Laddove si è registrato un miglioramento dell’indice, questo è dovuto per lo più al rimbalzo della domanda interna dopo la fine del lockdown.

Andamento dei mercati finanziari e delle materie prime
I prezzi dei metalli non ferrosi continuano a non rispecchiare né i fondamentali né l’andamento dell’economia globale (che è in recessione e ci resterà per tutto l’anno). I singoli metalli scontano un generale calo della domanda, sebbene, in alcuni casi, i cali corposi della produzione vadano a compensare e riequilibrare il mercato. D’altronde, i dati LME, riassunti nel COT settimanale, indicano un sostanziale aumento delle posizioni LONG dei trader sui metalli che hanno corso di più: rame, nichel, stagno. La settimana scorsa, oltre ai prezzi dei metalli non ferrosi, sono saliti anche quelli del petrolio (oltre i 40 $). Tra i preziosi continua il trend rialzista di oro e argento, mentre sono in discesa platino e palladio. Sui mercati valutari c’è stata una leggera flessione del dollaro, stabile il cross euro-dollaro.