Il rame continua a perdere valore ma contiene la caduta

L’offerta cilena non sembra contrarsi così come la domanda internazionale

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LME Non Ferrosi Determinanti dei prezzi

Anche ad aprile la quotazione spot del rame scambiato al LME perde inevitabilemente valore, segnalando una variazione del -3,2% rispetto a marzo e del -22,2% rispetto ai livelli di aprile 2019, attestandosi sui 5013 dollari per tonnellata.

Quotazione Rame spot (LME)

Quotazione Rame spot (LME)

Da quando il rame, considerato insieme al petrolio il termometro del ciclo economico mondiale, ha iniziato a subire gli effetti del rallentamento della domanda internazionale, quella segnata ad aprile è la variazione di minore intensità (-5,9 a febbraio e -8,9 a marzo). Ovviamente in una fase di pandemia lo squilibiro delle forze classiche di mercato tende verso la maggiore contrazione della domanda a cui segue anche quella dell’offerta, un po’ per bilanciare gli effetti della domanda, un po’ perché la pandemia colpisce anche i lavoratori di questa industry.

Secondo quanto riportato da Reuters nell’articolo “Chile mining trade group sees copper supply glut of 200,000 tonnes in 2020” di pochi giorni fa, la produzione cilena, nonostante gli effetti del virus, continua quasi a pieno regime. Si stima che la debolezza della domanda porterà ad un eccesso di 200 mila tonnellate di rame quest’anno. L’eccesso si otterrebbe, secondo il presidente della Sanomi (Sociedad Nacional de Minería), Hernandez, da una contrazione della domanda mondiale tra il 3,5 e il 4% e una riduzione dell’offerta prevista pari al 3%, mentre la produzione cilena, che corrisponde quasi al 25-30% di quella mondiale, dovrebbe ridursi solo dell’1%.

In un articolo di circa un mese fa avevamo discusso della decisione di rallentare la produzione o addirittura interromperla in molte miniere cilene per contrastare il virus e la debolezza dei prezzi. Oggi la situazione e le intenzioni della Sociedad Nacional de Minería, rappresentante dei principali minatori del Cile, sembrano diverse e produrre sembra essere il nuovo imperativo. Allo stesso tempo la pandemia non è stata contenuta ma anzi ha aumentato la pendenza della curva esponenziale dei contagi: in poco più di un mese si è passati da 5120 a più di 31720 casi confermati ieri (+520%).

Covid19lab.info: Cile

Covid19lab.info: World Map

L’incrocio di queste due componenti (ripresa a pieno regime della produzione e prezzi in calo ma non in crollo) fa protendere verso la spiegazione di una domanda in ripresa contrariamente a quanto affermato dall’articolo di Bloomberg “Volatile price swings in copper are driven by key factors”. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statunitense, l’edilizia e l’automotive sembrano in grossa difficoltà negli USA, i primi dati delle ventite di veicoli, infatti, sembrano aver segnalato le peggiori performance negli ultimi 30 anni. Dunque a sostenere momentaneamente la caduta della domanda e quindi del prezzo internazionale del rame potrebbe esserci, in solitaria, la superpotenza asiatica e la sua ripresa degli investimenti. Basterà ad evitare la depressione del prezzo del rame e delle altre principali commodity?