Massimo da un anno e mezzo per il prezzo spot del cacao

L’offerta di cacao ivoriano rallenta a causa della siccità prolungata

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Alimentari Determinanti dei prezzi

A gennaio la quotazione ICE (Intercontinental Exchange) mensile in dollari del cacao spot cresce del +5% circa, toccando quota 2670 dollari per tonnellata. Livelli simili erano stati raggiunti nel maggio del 2018, momento che segnò il picco e che giunse al termine di una crescita repentina, che in 5 mesi portò il cacao da 1900 a 2700 dollari (+42%).

Grafico 1: Prezzo del cacao spot

Prezzo del cacao spot

La quotazione attuale è stata raggiunta dopo un rush iniziato lo scorso agosto, quando il prezzo spot del cacao era prossimo ai 2200 dollari. Nei 12 mesi precedenti la quotazione era rimasta piuttosto stabile e su un livello medio di 2280 dollari.

Il recente aumento è stato causato dalla siccità che ha colpito la Costa d’Avorio e che secondo gli esperti potrebbe compromettere il raccolto del principale produttore mondiale di cacao. La Costa d’Avorio si trova infatti nella stagione secca, che va da novembre a marzo, e il clima arido e le ondate di calore potrebbero compromettere il mid-crop, il minore tra i due raccolti annuali. Secondo alcuni coltivatori, il calore potrebbe danneggiare la qualità del raccolto oltre a ridurne la quantità prodotta. Nell’articolo di Reuters “Cocoa traders expect adverse weather, hoarding to hit Ivorian sales" è riportata la testimonianza di un direttore, con sede in Costa d'Avorio, di una società di esportazione europea, che ha dichiarato: "i nostri team di conteggio hanno notato da gennaio che la produzione sarà in calo rispetto alla scorsa stagione a causa della mancanza di pioggia". Nello stesso articolo è riportato il parere di nove buyer ed esportatori ivoriani che prevedono che 350-400 mila tonnellate arriveranno nei porti tra aprile e settembre, rispetto alle 527 mila tonnellate dello scorso mid-crop. Inoltre, a sostenere l’incremento futuro dei prezzi dovrebbe contribuire l’accordo dello scorso giugno denominato "Living Income Differential" (LID), firmato dai governi di Costa d’Avorio e Ghana con le principali multinazionali operanti in questa industry (Nestlé, Barry Callebaut, ecc.). L’accordo punta a contrastare la povertà e soprattutto a migliorare i salari degli agricoltori destinando loro (tramite un fondo dedicato) circa 400 dollari per ogni tonnellata di cacao venduta a partire dal raccolto 2020/21.

La questione del raccolto ivoriano sta avendo ripercussioni sul prezzo internazionale perché riguarda il primo produttore mondiale.

L'export internazionale del cacao in grani (2018)


Il grafico dei principali esportatori sottolinea come la Costa d’Avorio domini il mercato, con una quota dell’export che nel 2018 superava il 40%(1,7 milioni di tonnellate). Il confinante Ghana, che occupa la seconda posizione della classifica, ha esportato nello stesso anno 0,62 milioni di tonnellate; seguono Ecuador e Camerun con rispettivamente 0,28 e 0,25 milioni di tonnellate scambiate.

Dal sondaggio di Reuters riportato nell’articolo “Cocoa seen weakening by end-2020, but still set for annual gain- Reuters Poll”, in cui si è chiesta l’opinione di nove buyer/esportatori esperti, è emerso il sentiment degli operatori: per la fine dell’anno ci si attende il rientro dei prezzi dovuto ad un aumento della produzione rispetto agli attuali livelli.