Forte aumento della quotazione dell’olio di palma

La frenata della produzione malesiana e indonesiana crea tensione sul mercato internazionale dell’olio di palma

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Alimentari Determinanti dei prezzi

La quotazione Chicago Mercantile Exchange (CME) dell’olio di palma spot ha raggiunto a novembre i 620 dollari per tonnellata, facendo un balzo del +13,5% rispetto al livello di ottobre, e raggiungendo le quotazioni di inizio 2018.

Grafico 1: Quotazione Spot olio di palma (CME)

Quotazione Spot olio di palma (CME)

La dinamica di medio periodo mostra come, dopo il ciclo tra la seconda metà del 2016 e la prima del 2017, la quotazione è tornata a crescere e nelle fasi conclusive dello stesso anno si è attestata sui 650 dollari circa. In seguito si è originato un trend negativo che è durato circa un anno e mezzo e che ha condotto la quotazione verso i 476 dollari dello scorso luglio, record negativo dal 2006.
Ad agosto 2019 il benchmark internazionale di questo prodotto è tornato a crescere e in 4 mesi, con una variazione complessiva di +30% rispetto a luglio, ha raggiunto l’attuale livello di 620 dollari. Ancora una volta sono gli shock dell’offerta a causare la riduzione delle scorte e quindi l’aumento repentino del prezzo, in questo caso dovuto agli incendi dolosi che stanno deforestando la giungla di Indonesia e Malesia.

Come emerge dall’articolo di Bloomberg “Forest Fires Cost Indonesia $5.2 Billion in Economic Losses”, gli incendi che stanno devastando il Borneo e Sumatra, secondo le stime della World Bank, hanno causato una perdita pari allo 0,5% del PIL annuo indonesiano (5,2 miliardi di dollari), oltre a distruggere anche le colture che impiegano dai 2 ai 5 anni per tornare a produrre. Gli incendi, così come accade in Amazzonia per la soia, riguardano l’appropriazione illegale di porzioni di foresta tropicale da impiegare nella produzione di olio di palma. Ciò starebbe provocando anche il peggioramento della fiducia degli operatori economici europei verso questa industria.

Mercato internazionale olio di palma (2018)

Import internazionale di olio di palma greggio (2018)
Export internazionale di olio di palma greggio (2018)
Import internazionale di olio di palma raffinato (2018)
Export internazionale di olio di palma raffinato (2018)

I grafici a barre sul commercio mondiale nel 2018 di olio di palma greggio e raffinato fanno emergere la concentrazione che caratterizza l’offerta su questo mercato, dominato da due grandi player: Indonesia e Malesia. L’Indonesia ha un export doppio di quello malese sia di olio di palma raffinato che greggio e pari rispettivamente a 19 e 6 milioni di tonnellate.
La Cina emerge come principale importatore di prodotto raffinato, avendo introdotto nel 2018 5 milioni di tonnellate di olio di palma raffinato. L’India invece occupa la prima posizione della classifica degli importatori di olio greggio, domandando una quantità tripla rispetto all’Olanda, seconda in questa classifica, e pari a 6 milioni di tonnellate.

L’aumento del prezzo potrebbe però essere smorzato nei prossimi mesi dalla riduzione attesa della domanda europea di olio di palma ad uso alimentare (che costituisce il 70% del consumo totale di olio di palma) e non.
Per l’UE la Malesia deve adeguarsi agli standard sul 3-MCPD1 indicati dall’EFSA (European Food Safety Authority). Come riportato nell’articolo di Reuters intitolato “Malaysian palm oil to meet new EU food safety levels by 2021 – minister”, Teresa Kok, ministro dell’industria primaria della Malesia, ha confermato l’impegno di adeguamento dei produttori nel rispetto di questa normativa UE entro il 2021.
A inizio anno è stata annunciata una limitazione all’import europeo di olio di palma che è poi entrata effettivamente in vigore lo scorso giugno con l’obiettivo di eliminare progressivamente l’uso di biocarburanti entro il 2030. A ciò Indonesia e Malesia hanno risposto facendo sapere di voler contestare la legge europea presso il WTO: "Nonostante i nostri migliori sforzi, se alcuni paesi importatori scelgono di imporre barriere commerciali discriminatorie nei confronti dei paesi produttori di olio di palma, non dobbiamo tacere né esitare a prendere misure contrarie"; queste le parole di Mahathir Mohamad, il primo ministro malese.


(1) La sostanza chimica 3-monocloropropandiolo (3-MCPD) e i suoi derivati chiamati esteri del 3-MCPD sono contaminanti da processi alimentari di raffinazione, che si sviluppano soprattutto nella lavorazione dell'olio di palma.