Un resoconto sul Workshop Adaci Ottobre 2019

Il workshop degli approvvigionatori per il budget 2020

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Mercoledì 9 ottobre si è svolto, presso tre sedi collegate tra loro via streaming, il workshop Adaci, “Il budget degli approvvigionamenti per l’anno 2020”. La giornata è stata ricca di invertenti, fornendo un quadro chiaro di quello che sta succedendo nell’economia mondiale e nei mercati delle materie prime, e indicazioni puntuali sulla possibile evoluzione dei prezzi nel 2020.

Come di consueto il primo intervento è stato tenuto da Lorena Vincenzi, sulla situazione e prospettive dell’economia globale. Di fatto il settore industriale mondiale è attualmente in recessione. Solo i servizi stanno sostenendo la crescita. Il commercio mondiale è negativo. Per trovare una situazione simile bisogna ritornare alla crisi dei subprime del 2009 e allo scoppio delle dot-com del 2001. Le autorità di politica economica e monetaria stanno intervenendo, rendendo più facile l’accesso al credito per imprese e famiglie, aumentando i budget di spesa pubblica e, in Cina, deprezzando il cambio. Questi interventi non hanno però, per ora, invertito la tendenza al peggioramento delle aspettative. Gli interventi messi in atto dai governi e quelli previsti dovrebbero consentire un recupero del ciclo economico già nel 2020. Il commercio mondiale, in particolare, dovrebbe registrare una crescita superiore all’1% nel 2020 e superiore al 2% nel 2021, per poi tornare ad aumentare al 3% nel 2022. Questo scenario sconta, tuttavia, politiche monetarie generalmente accomodanti, politiche di bilancio espansive nei paesi europei e una stabilizzazione delle relazione commerciali USA-Cina. Se anche solo uno di questi tre fattori non dovesse realizzarsi, la ripresa potrà essere molto più lenta.

E’ seguito l’intervento di Luigi Bidoia sui prezzi del petrolio, gas naturale e sui loro effetti sul prezzo dell’energia elettrica in Italia. La domanda di petrolio sta crescendo a ritmi molto ridotti. Fino a ad aprile le riduzioni dell’offerta dei paesi OPEC+, guidate dall’Arabia Saudita, erano riuscite a sostenere i prezzi. La prosecuzione della debolezza della domanda e, soprattutto, la maggior offerta di petrolio da parte degli Stati Uniti hanno poi avviato una fase tendenziale di riduzione dei prezzi, portando i prezzi del Brent e del WTI, rispettivamente verso i 60 e i 55 dollari a barile. Rispetto ad altre fasi storiche di domanda debole il prezzo del petrolio continua a registrare prezzi relativamente elevati. Su queste tendenze di medio periodo si inseriscono forti variazioni di breve periodo. La volatilità del prezzo del WTI è raddoppiata dopo maggio, sostenuta dalle notizie sulla guerra commerciale USA-Cina e dalle crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente.
Diversamente dal prezzo del petrolio, i prezzi del gas e del carbone termico hanno registrato riduzioni significative avvicinandosi ai minimi storici. Gli effetti sul prezzo dell’energia sono stati di una forte riduzione, avvicinandosi al precedente minimo dell’inizio del 2016. Qualche ulteriore diminuzione del prezzo dell’energia elettrica in Italia è possibile nei prossimi mesi, anche se lo spazio prima di incontrare un pavimento sembra molto limitato.

L’intervento di Nevio Benetello ha riguardato i prezzi dei prodotti chimici. E’ confermato il ciclo negativo di domanda a livello mondiale. Le grandi imprese chimiche stanno cercando di riequilibrare l’offerta alla minor domanda, attraverso la riduzione di dipendenti e posticipando progetti di avvio di nuove produzioni. L’offerta in Europa si è ridotta a causa del Regolamento REACH che ha limitato le produzioni non a norma provenienti dall’Estremo Oriente. Altri fattori hanno concorso nel ridurre l’offerta: negli intermedi chimici la produzione ha subito un forte calo a causa dell’incendio nell’impianto di Chenjiagang, dove some morte quasi 100 persone; nella filiera petrolchimica, la produzione ha risentito dell’attacco con droni agli impianti in Arabia Saudita della Saudi Aramco. Domanda debole e minore offerta si stanno traducendo in prezzi mediamente piatti. Alcuni fornitori stanno proponendo prezzi con sconti anche elevati.
Un tema importante che influenzerà tutta la chimica è quello della sostenibilità ambientale. Stanno aumentando i progetti per la produzione di polimeri da biomasse. Un segnale di questa rivoluzione è l’uso del logo verde della BASF al posto del logo blu.
Questo cambiamento avrà effetti rilevanti sul mondo degli approvvigionatori. Saranno necessarie maggior competenze per distinguere i prodotti veramente innovativi e sostenibili dalle operazioni di solo marketing.

Luca Surace ha presentato una visione d’insieme dei prezzi delle commodity, scorrendo i vari indici pubblicati da Pricepedia. Mediamente tutti i prezzi analizzati presentano delle flessioni significative nel corso del 2019, con alcune eccezioni:

  1. il prezzo del petrolio che ha registrato aumenti significativi fino ad aprile, sostenuto dalle riduzioni di produzione dell’Arabia Saudita;
  2. il prezzo dei minerali di ferro che solo negli ultimi mesi è diminuito, dopo aver raggiunto a luglio il livello massimo degli ultimi 7 anni;
  3. i profilati di alluminio, che sembrano, fino ad ora, aver risentito solo in minima parte delle flessioni registrate dal prezzo dell’alluminio greggio;
  4. il prezzo del nichel, che ha raggiunto i livelli di massimo dal 2011, sostenuto dalla decisione del governo indonesiano di proibire l’esportazione del minerale dal 1 gennaio 2020.

Le fusioni di ghisa sono state l’oggetto dell’intervento di Stefano Parini. Le fonderie sono in difficoltà, ma i prezzi tendono ad avere una minore elasticità alla domanda, dato il minor grado di sostituibilità dei fornitori. La situazione è comunque tale da rendere possibile un recupero degli aumenti concessi nel 2018. Le fonderie possono concedere questi recuperi perché stanno beneficiando di una riduzione dei costi sia di carica che diretti di trasformazione. La mancanza di ordini sta riducendo i tempi di consegna. Alcune fonderie stanno valutando la possibilità di chiudere. Attenzione perché questo potrebbe diventare un problema grave e portare alla mancanza di materiale. Per evitare questo pericolo è opportuno stipulare con i propri fornitori accordi di lungo periodo dando alla fonderia visibilità sui livelli e tempi dei propri consumi futuri.

Marco Arletti ha riportato la situazione dei prezzi nel settore della carta, cartone e imballi.
Tutti i prezzi analizzati hanno alle spalle riduzioni significative dei prezzi: da una flessione tra il 15% e il 20% per la maggior parte dei compensati al 8% per il cartone. Nel corso del 2020 la flessione dovrebbe arrestarsi, lasciando spazio a qualche leggero aumento. Non sono escluse però ulteriori riduzioni nei prossimi mesi, portando a consigliare di non fare, per almeno un po’ di tempo, contratti su un orizzonte temporale lungo.

I laminati in acciaio sono stato l’oggetto dell’intervento di Alfredo Pinotti. La domanda di acciaio nel mondo sta rallentando, a causa soprattutto della crisi dell’automotive e della caduta della produzione nell’industria meccanica. La domanda di acciaio nelle costruzioni sembra, invece, tenere.
In Europa, Germania e Italia si stanno registrando forti riduzioni della produzione, per cercare di riequilibrare l’offerta alla domanda. I margini delle imprese stanno calando, ma i prezzi sono ancora relativamente elevati, a causa dei costi di produzione che si mantengono elevati. La capacità produttiva a livello mondiale sta crescendo anche se la Cina, di gran lunga il principale produttore mondiale, dal 2016 sta chiudendo gli impianti più obsoleti. La previsione per i prezzi dei laminati a caldo è di un’ulteriore riduzione nei prossimi mesi. In termini di strategie d’acquisto, l’indicazione di Alfredo Pinotti è stata quella di aspettare almeno fino alla fine dell’anno prima di stipulare contratti che fissino il prezzo per il 2020.

Alessandro Baldazzi ha affrontato il tema del costo dei trasporti e dei servizi generali. Dal lato dei trasporti le variazioni del prezzo sono relativamente contenute, soprattutto se confrontate con quelle delle materie prime. Sono previsti aumenti del 2% per il trasporto sul territorio nazionale. La minor dinamica del commercio mondiale, porta a prevedere una riduzione del nolo dei trasporti marittimi, sopratutto se il prezzo del petrolio continuerà ad essere debole. Nel trasporto container la riduzione potrebbe essere prossima al 2%.
Da segnalare la riduzione dei costi di trasporto su treno per le tratte verso la Cina, sia previsti, che sopratutto acquisiti. Nell’arco di 4 anni i costi si sono dimezzati ed altre riduzioni prossime al 10% sono previste per il 2020.
Dal lato dei servizi generali, da segnalare il forte aumento registrato nel 2019 dei costi di facchinaggio, trainati dall’applicazione nel 2019 del rinnovo contrattuale.

Gianni Robinelli si è soffermato sul prezzo del rame e dell’alluminio secondario.
Anche il mercato del rame è caratterizzato da una domanda molto debole. I portafogli degli operatori sono molto bassi e regna un forte clima di incertezza. Erano anni che non si registravano 6 trimestri consecutivi di calo dei prezzi dei rottami. L’attuale prezzo del rame riflette i duri giudizi sull’economia globale. Per ora la Cina sta riducendo la domanda, ma vi è molta incertezza sulla domanda cinese. Alcuni operatori temono che qualora la domanda cinese dovesse ripartire, la speculazione potrebbe ritrovare fiducia e invertire velocemente il trend dei prezzi. Per questo la forchetta di previsione per il 2020 è molto ampia: da un minimo di 5200 $/ton ad un massimo di 6850. La situazione della domanda nel mercato dell’alluminio secondario è molto simile. I prezzi dei rottami sono in continuo calo perché è bassa la domanda dei raffinatori. La stima dei costi totali di produzione di un chilo di alluminio secondario è di 1.12 euro. Nel 2020, il prezzo di acquisto dell’alluminio secondario potrebbe oscillare nell’intervallo 1.3-1.5 euro al chilo.
L’indicazione operativa di Gianni Robinelli è stata di non fare coperture di lungo.

I prezzi delle materie plastiche sono state l’oggetto della presentazione di Claudio Bruggi. Nonostante il rallentamento in atto, la domanda mondiale di plastica è destinata ad aumentare a tassi significativi anche nei prossimi anni. C’è infatti una forte correlazione tra consumo pro-capite di plastica e reddito pro-capite. Nei paesi UE si consumano 130 chili pro capite; 140 negli Stati Uniti; 50 nell'Estramo Oriente e 10-20 in Africa.
L’aumento previsto della popolazione (1.5% media annuo) e l’aumento di reddito dovrebbe portare ad aumenti dei consumi mondiali prossimi a quelli sperimentati negli ultimi 30 anni. Tre quarti della produzione di plastica mondiale finisce in scarti. Di questa solo il 9% viene riciclata e il 12% bruciata. Quasi l’80% finisce nelle discariche o dispersa nell’ambiente. Per ora il peso delle bioplastiche è solo dell’1%.
Questa situazione potrebbe portare ad una modifica dei comportamenti individuali, andando a ridurre la relazione esistente tra reddito e consumi di plastica.
Dal punto di vista congiunturale, anche il mondo della plastica accusa una fase di stagnazione. Le quotazioni in borsa delle imprese del comparto stanno diminuendo, parallelamente alla diminuzione della marginalità. Come sempre, in condizioni di domanda bassa i prezzi stanno scendendo. Nei prossimi mesi continuerà questa tendenza, ma le riduzioni risulteranno contenute. L’indicazione operativa di Claudio Bruggi è che i prossimi mesi saranno favorevoli per fare accordi di medio termine.

Stefano Arena ha descritto la situazione dei prezzi delle componenti elettroniche. Dopo l’aumento del 13.7% del 2018, nel 2019 il mercato in dollari dei semiconduttori sta accusando una flessione del 12.1%. Una moderata ripresa è già prevista nel 2020, quando riemergeranno i fattori di lungo periodo di crescita degli impieghi: applicazioni di intelligenza artificiale, lo sviluppo di un mercato di auto a guida autonoma, la diffusione delle tecnologie di comunicazione G5, il lancio di dispositivi IOT sempre più avanzati, il grande piano di investimenti tecnologici della Cina nella sfida per il primato con gli Stati Uniti.
Nel 2019 l’effetto più rilevante nel cambiamento delle condizioni di domanda è dato dalla forte riduzione dei tempi di consegna degli ordini. Le riduzioni più intense si stanno registrando per le famiglie delle resistenze e dei condensatori, i cui tempi di consegna avevano superato le 20 settimane nel corso del 2018.
Nel 2019 gli effetti del rallentamento degli impieghi sono amplificati dalle politiche della distribuzione, che stanno riducendo le proprie scorte. La distribuzione è l’attore del mercato che produce le maggiori distorsioni. Infatti mentre i produttori seguono la strategia di saturazione della capacità produttiva e di investimento, quando questa raggiunge il 100% la distribuzione tenta di governare la domanda finale, accelerandone la crescita nelle fasi di sviluppo.

Alessio Tommasini ha chiuso il workshop trattando dei prezzi dell’acciaio inox.
I prezzi stanno avendo due dinamiche completamente diverse: da un lato il prezzo degli austenitici sta aumentando, sostenuto dal forte aumento del nichel; dall’altro i prezzi dei ferritici sono leggermente in diminuzione, in linea con la dinamica tendenziale del prezzo del ferro cromo. Il mercato è fortemente condizionato dai dazi antidumping e dai provvedimenti di salvaguardia della UE. Sui laminati a freddo, il dazio del 25%, limita fortemente le importazioni dalla Cina. Eventuali dazi antidumping sulle importazioni dalla Cina anche per i laminati a caldo, associati ai provvedimenti di salvaguardia applicati alle importazioni dall’Estremo Oriente, potrebbero portare ad una situazione paradossale sul mercato europeo, con il prezzo dei laminati a caldo superiore a quello dei laminati a freddo.