Metalli Non ferrosi in ribasso e mercati volatili in cerca di certezze

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 30 settembre 2019

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

Nella scorsa settimana c’è stato un ribasso dei prezzi che ha interessato 5 metalli su 6. In evidenza il forte ribasso dell’alluminio primario seguito da quello del nichel. Le quotazioni dell’indice LMEX sono scese fino a toccare quota 2771 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra e in ribasso. La volatilità è scesa e attualmente è piuttosto bassa.

COMMENTO MACROECONOMICO

In America il Partito Democratico è intenzionato a chiedere al Parlamento di avviare la procedura di impeachment per Donald Trump per l’affare della telefonata col neo eletto presidente ucraino. In Gran Bretagna la Corte Suprema ha bocciato la decisione di Boris Johnson, avallata dalla Regina, di sospendere il Parlamento per un paio di settimane. I due leader possono uscire molto indeboliti da queste vicende. Il leader britannico rischia di essere sfiduciato e quindi non guiderebbe Brexit senza accordo. Trump rischia di essere “impresentabile” alle elezioni del 2020. Entrambi i leader devono fare i conti con una situazione economica che va peggiorando e perciò richiede un Governo e un Presidente capaci di prendere decisioni importanti e in tempi molto ravvicinati. Sicuramente la vicenda inglese desta molte preoccupazione nell’Unione Europea che ha sempre sperato di arrivare ad un accordo utile per tutti. La vicenda di Trump è osservata con attenzione da tutto il mondo ed in particolare dai paesi che hanno in corso una qualsivoglia forma di guerra con gli USA a cominciare da Cina e Iran. Usa e Cina, relativamente alla guerra dei dazi, torneranno ad incontrarsi il prossimo 10 ottobre e le rispettive delegazioni saranno guidate dai vice presidenti dei due paesi. Sul fronte iraniano non si vedono spiragli per una composizione dei contrasti tra USA e Iran e si sentono rullare tamburi di guerra. I mercati continuano a monitorare i dati economici che non promettono niente di buono e anzi sentono venti di recessione in avvicinamento. Nell’ultimo report di Intesa San Paolo che monitorizza i distretti manifatturieri italiani, la fotografia restituisce una forte diminuzione degli ordinativi che derivano dalla Germania. La componentistica meccanica di Lecco, la filiera dei metalli di Brescia, o ancora la gomma del Sebino, così come le valvole di Lumezzane oppure i beni strumentali di Bergamo, evidenziano tutti un segno meno che si trascina di mese in mese. Colpa del forte rallentamento del comparto automotive e non solo. Anche il comparto delle costruzioni mostra evidenti segni di frenata. Le aziende in Italia, in Europa e anche fuori, guardano con impazienza alle decisione di politica economica che i Governi devono varare in tempi brevi per promuovere investimenti pubblici e privati ad alto valore aggiunto. Le Banche Centrali da sole non bastano e con le politiche troppo espansive, se non bene incanalate dai Governi, rischiano di produrre più danni che benefici. I bassi tassi d’interesse spingono le aziende ad indebitarsi e a fare emissioni obbligazionarie per importi rilevanti. Il debito pubblico mondiale complessivo è in costante crescita e si calcola che valga oltre l’80% del PIL globale. Tra Stati, aziende e famiglie, sembra una gara a chi si indebita di più.

La reazione dei mercati

Notevole balzo del dollaro che aggiorna i massimi pluriennali. Di contro s’indebolisce l’euro che aggiorna i minimi nei confronti del dollaro arrivando a quota 1.09. Il rafforzamento della valuta americana e soprattutto le bad news politiche, geopolitiche ed economiche frenano i prezzi dei metalli non ferrosi (tutti in ribasso) che sembrano traguardare oltre l’andamento di questi giorni fino a spingersi alla fine dell’anno. Un segnale negativo anche dal comparto dei rottami ferrosi e non ferrosi che accusano i colpi dei primi fermi di acciaierie e fonderie. Per chi fa acquisti in euro, consideri che il deprezzamento della valuta europea frena il ribasso dei prezzi. Male anche il comparto del petrolio che teme un calo della domanda. Bene invece i metalli preziosi che risentono degli acquisti in chiave difensiva. Per quanto riguarda le Borse azionarie, il Dow Jones, l’indice più importante del mondo, per ora non ha reagito né la vicenda Trump né al rallentamento della crescita economica mondiale. Sembra apprezzare sia i bassi tassi d’interesse sia i quantitative easing.