Finito l’effetto post attacco il prezzo del petrolio rientra sui livelli medi mensili
Riad sembra aver mantenuto le aspettative di un recupero repentino della produzione
Pubblicato da Claudia Ranocchia. .
Energetici Petrolio Analisi settimanale PetrolioNel precedente articolo si è segnalato che il prezzo del petrolio si era attestato su livelli superiori alla media di settembre. Nella settimana passata il prezzo del petrolio ha subito un ribasso, tornando su livelli medi mensili. Venerdì 27 Settembre il Brent è sceso a 62.7 dollari al barile (-1.5 dollari), il WTI a 56.4 (-1.6) e l’Oman/Dubai a 60 (-2). La variazione negativa più forte si è registrata mercoledì 25 settembre, quando in media il prezzo del petrolio è caduto nel -1.2%.
Grafico 1: Andamento prezzo del petrolio |
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Il recupero della produzione saudita e le continue tensioni geopolitiche fanno da sfondo a questo calo settimanale del prezzo del petrolio.
A seguito del disastro agli impianti petroliferi, l’Arabia Saudita aveva dichiarato che la totale restaurazione della produzione sarebbe avvenuta entro Novembre. Fonti di Reuters riportano che la settimana scorsa il Regno è riuscito a recuperare tutta la capacità produttiva pari 11.3 milioni di barili giornalieri. La notizia però non è stata ancora confermata dalla diretta interessata, Saudi Aramco. La fuga di notizie ha superato le aspettative di mercato mettendo il prezzo sotto pressione.
A questo si aggiunge la politica estera statunitense, sempre più conflittuale verso Cina e Iran. Nel discorso alle Nazioni Unite del 24 Settembre il presidente Trump ha espresso giudizi fortemente negativi verso i due paesi.
In particolare Trump ha sottolineato l’esigenza di un cambio radicale all’interno delle regole del WTO, contestando la Cina per le sue pratiche commerciali di manipolazione della valuta, di vendite sui mercati esteri in dumping, di sussidi alle esportazioni, di elevate barriere alle importazioni e di limitata protezione alla proprietà intellettuale. “Not only has China declined to adopt promise reforms, it has embraced an economic model dependent on massive market barriers, heavy state subsidies, currency manipulation, product dumping, forced technology transfers and the theft of IP, and trade secrets on a grand scale” (fonte FoxBusiness).
Gli USA stanno minacciando di bloccare qualsiasi investimento diretto cinese negli USA e di escludere dalle quotazioni in borsa le aziende cinesi, con l’obiettivo di limitare gli investimenti statunitensi in compagnie cinesi. Su quest’ultimo punto ci sono in corso tensioni da alcuni mesi, poiché le aziende cinesi (quotate sul mercato americano) si rifiutano di sottoscrivere una supervisione regolamentare che permette agli USA di avere accesso a processi di audit. Il senatore repubblicano Marco Rubio ha infatti esclamato che “Beijing should no longer be allowed to shield U.S.-listed Chinese companies from complying with American laws and regulations for financial transparency and accountability”.
Parole altrettanto forti sono state dirette all’Iran, descrivendolo come “the regime’s record of death and destruction” e “No responsible nation should subsidize Iran’s bloodlust".
Nelle settimane recenti il presidente iraniano ha chiesto più volte agli USA di rimuovere le sanzioni, al fine di poter riprendere le vendite all’estero di greggio. Prima del vertice delle Nazioni Unite Trump ha proposto a Rouhani un incontro e poi di rimuovere le sanzioni, ma il presidente iraniano ha rifiutato poiché le “optics” di questo incontro non erano accettabili. L’Iran contropropone di rimuovere le sanzioni e poi di stabilire un incontro. Immediata è stata la reazione di Trump su Twitter che ha criticato il rifiuto dell’Iran.
Anche il principe saudita si è espresso in merito alla questione, confermando la linea dell'alleato. Secondo Mohammed bin Salman il prezzo del petrolio potrebbe arrivare su livelli molto alti se il mondo non si unisce per contrastare l’Iran, ricorrendo ad una linea politica e non militare.
In conclusione, nell'ultima settimana di Settembre il prezzo del petrolio è tornato sulla media mensile.
A seguito dell’attacco saudita sono state registrate importanti variazioni "anomale" solo il giorno dopo l'attacco, all’apertura del mercato. In seguito il prezzo del petrolio è tornando a scendere. Ne deriva quindi che nel breve periodo il prezzo reagisce a shock immediati mentre nel medio/lungo periodo sembra oscillare intorno a un livello d’equilibrio, a parità di condizioni di domanda e offerta.