La debolezza dell’automotive europea e la sovrapproduzione cinese affondano l’alluminio all’LME

Analisi dei prezzi dell'LME, confronto con la quotazione SHFE e analisi della situzione di contango

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LME Non Ferrosi Determinanti dei prezzi

A giugno il prezzo mensile dell’alluminio spot quotato al London Metal Exchange ha toccato quota 1750 dollari per tonnellata: non raggiungeva questi livelli da fine 2016, essendo stato interessato da un trend negativo iniziato un anno fa e tutt’ora in corso. Anche la quotazione LME delle leghe di alluminio spot è in forte calo da un anno, e ha addirittura fatto registrare il minimo storico dal 2012 (momento in cui sono state quotate per la prima volta), attestandosi sui 1230 dollari, riducendo il valore del 30% rispetto a giugno 2018.

Grafico 1: Quotazione alluminio spot e leghe di alluminio spot (LME)

Quotazione alluminio spot e leghe di alluminio spot (LME)

Analizzando la dinamica emerge che il trend ribassista si è originato tra maggio e giugno, anticipando di un periodo l’inizio della tendenza del rame spot. Mentre il trend dell’alluminio greggio è stato piuttosto continuo, quello delle leghe ha avuto sia una fase calante, tra luglio e ottobre, che un rimbalzo, tra novembre e lo scorso febbraio, molto pronunciati.

A causare questa situazione concorrono due fenomeni economici che puntano nella stessa direzione: l’eccesso di offerta internazionale e la riduzione della domanda sul mercato europeo.

Secondo le stime di Reuters, poi confermate dalle rilevazioni del National Bureau of Statistics of China, la produzione cinese a giugno ha toccato il record storico di 99 mila tonnellate al giorno per via di un alto livello dei prezzi di maggio, che si attestava attorno ai 2060 dollari.

Grafico 2: Quotazione alluminio spot LME e alluminio spot SHFE

Quotazione alluminio spot LME e alluminio spot SHFE

Nell’articolo di Reuters “China June aluminium output climbs to daily record -Reuters calculations” si afferma che la produzione cinese a giugno è stata trainata dall’alto livello dei prezzi di maggio allo Shanghai Futures Exchange (SHFE), superiore a quello europeo di quasi 300 dollari, come riscontrabile dal grafico di confronto. Le quotazioni di Londra e Shanghai, pur essendo molto simili nella dinamica e dal 2018 anche nel livello, negli ultimi mesi si sono differenziate, molto probabilmente a causa del rinnovato entusiasmo sostenuto dai recenti annunci del "Partito". Sono state promesse manovre espansive che puntano al contrasto del rallentamento del ciclo economico in atto mediante l’aumento degli investimenti infrastrutturali.

Va ricordato che, nonostante il mercato europeo sia rifornito da Russia, Olanda, Mozambico e Islanda (si veda il grafico che segue), il prezzo all’LME, che è il benchmark di riferimento per il “prezzo comunitario”, è influenzato anche dagli equilibri di mercato internazionali e dalla quotazione di Shanghai. La sovrapproduzione cinese, per via del legame tra i mercati finanziari, nonostante abbia come destinazione soprattutto il mercato interno (e prima dei dazi quello USA), ha influenzato in parte il prezzo dei contratti stipulati a Londra, contribuendo a deprimerlo.

D’altro canto, la domanda europea è stata influenzata dal rallentamento del ciclo economico a seguito della guerra dei dazi ma ciò che ha inciso maggiormente è stata soprattutto la crisi dell’automotive (di cui si è già parlato in un precedente articolo), che è anche il comparto che più ha accresciuto l’utilizzo di alluminio come input produttivo. Con il crescente bisogno di metalli leggeri e flessibili nella costruzione di autoveicoli, l’alluminio è diventato infatti il materiale più scelto nella produzione ingegneristica, al fine di rispettare l’attuale normativa sugli standard di emissione. Anche le auto elettriche, il cui mercato si stima raggiungerà il 30% di quello totale entro i prossimi 10 anni, dovendo far i conti con la limitata durata delle batterie, necessitano di metalli leggeri, come l’alluminio, per la costruzione dell’autoveicolo. La crisi del settore dell’auto sta contraendo la domanda e quindi affossando i prezzi, che secondo il parere degli operatori economici, riscontrabile dall’ampia situazione di contango, sono destinati ad un recupero perché ritenuti troppo bassi.

Grafico 4: Quotazione alluminio spot e alluminio a 3 anni (LME)

Quotazione alluminio spot e alluminio a 3 anni (LME)

Dal grafico emerge che questo tipo di mercato è solitamente caratterizzato da contango e che a seguito dell’attuale trend negativo la “forchetta” tra il prezzo spot e quello a 3 anni si è ampliata, a dimostrazione che il prezzo future non è sceso proporzionalmente a quello spot: in altre parole, il prezzo spot, per gli esperti del settore, tornerà a crescere.

Prezzi così deboli dovrebbero mettere il mercato internazionale sotto pressione, spingendo le fonderie a tagliare la produzione per sostenere i prezzi. Sia il prezzo dell’allumina, che è uno dei principali feedstock dell’alluminio, che dei minerali di alluminio, sono in trend negativo da un anno, e ciò ha permesso ai produttori, grazie all’abbassamento di una parte dei costi, di recuperare margini di guadagno persi per il basso livello, e al settore di smorzare gli effetti della debolezza della domanda.