Crescita globale: i venti contrari aumentano

Settimanale Metalli non ferrosi LME - Commento del 15 luglio 2019

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Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Andamento non ferrosi

 

Nella scorsa settimana c’è stato un deciso rialzo dei prezzi che ha interessato 5 metalli su 6. In evidenza il rialzo del nichel seguito da quello del piombo. Le quotazioni dell’indice LMEX sono salite fino a toccare quota 2814 $. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto è in zona neutra ma in rialzo. La settimana scorsa è risultata buona la correlazione col cambio del dollaro (che si è un po’ deprezzato contro tutte le principali valute). La correlazione tra metalli e petrolio (in rialzo) resta nella norma.

COMMENTO MACROECONOMICO

Il sempre inquieto Medio Oriente continua a tenere alta la tensione e l’attenzione riapre la pagina geopolitica. Come risaputo, nei giorni scorsi nello stretto di Hormuz (rotta importantissima per le petroliere) la Gran Bretagna e l’Iran sono stati vicini ad uno scontro militare. Delle navi militari dei pasdaran iraniani hanno cercato di bloccare una petroliera britannica, ma è prontamente intervenuta una nave da guerra della Royal Navy e tutto si è risolto “pacificamente”. Testimoni dell’accaduto sono dei militari americani. Il Governo britannico ha protestato e quello iraniano ha prontamente smentito tutto. Il tentativo di blocco sembra essere una rappresaglia per quanto è avvenuto la settimana precedente, quando i Marines britannici erano intervenuti al largo di Gibilterra per sequestrare una petroliera iraniana sospettata di violazione dell’embargo UE sulle forniture di greggio alla Siria. Ieri le autorità britanniche hanno arrestato il capitano della petroliera e hanno sequestrato documenti. L’Iran aveva protestato per il “blocco illegale” della petroliera. Mercoledì il presidente Hassan Rouhani ha minacciato ritorsioni contro la Gran Bretagna. Tensione altissima in Medio Oriente con l’Iran che si sente accerchiato e sta toccando con mano gli effetti pesantissimi per la sua economia, dei dazi imposti dall’America dopo la rottura sul trattato nucleare e per i non buoni rapporti con l’Europa rea, agli occhi iraniani, di non aver fatto niente per ammorbidire la posizione dell’alleato americano. Situazione tesa anche tra Corea del Sud e Giappone con i coreani che hanno chiesto aiuto agli Usa. Situazione tesa anche tra USA e Turchia dopo l’arrivo dei primi missili russi in terra turca, paese Nato. Da parte sua il presidente americano, impegnato su tanti fronti, è di nuovo impaziente perché non vede progressi nella trattativa con la Cina sui dazi. Una mezza buona notizia gliela dà il presidente della FED, Powell, che sembra molto predisposto a tagliare i tassi d’interesse già a fine luglio prossimo e si augura che anche le altre Banche Centrali più importanti facciano lo stesso. Per Powell “i venti contrari aumentano” e stima un serio rallentamento dell’economia mondiale che inevitabilmente colpirà anche l’economia americana nonostante stia vivendo il ciclo espansivo più lungo della sua storia. In altre parole, l’economia americana da 120 mesi consecutivi (giugno 2009) è in crescita e il suo PIL è cresciuto del 25% col tasso di disoccupazione sceso al 3,6% (il più basso dal 1969).
Passando in Europa, va detto che la Commissione Europea ha preso atto del rallentamento economico dell’eurozona e ha ridotto la sua stima di crescita per il 2020 dal 1,5 all’1,4% e quindi la BCE non avrà difficoltà a varare la sua nuova politica monetaria espansiva. Molto preoccupante la frenata dell’economia tedesca che condiziona quella dei partner europei a cominciare da Italia e Francia.