Recap sui prezzi delle commodity nella prima parte del 2019

Breve rassegna delle commodity che hanno subito variazioni più significative

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In questo articolo si propone un' overview generale dei prezzi doganali delle importazioni UE, che da gennaio ad aprile 2019 hanno subito le maggiori variazioni, sia in aumenti che in calo (i prezzi delle commodity analizzati sono disponibili nel tool di PricePedia). Le merceologie che sono risultate di maggiore interesse sono gli energetici, i chimici organici, i non ferrosi e i ferrosi. Dall’analisi ne è emerso che all’interno delle stesse merceologie si posso verificare andamenti divergenti per i prezzi dei singoli prodotti, segnalando come la “famiglia merceologica” ha un’utilità gestionale ma non informativa.

Grafico 3: Variazioni % in euro da Gennaio ad Aprile 2019

Iniziando con il comparto degli energetici, il prezzo del petrolio segnala un netto recupero rispetto alla caduta avuta nella seconda parte dell’anno scorso, registrando un aumento del +16% ed attestandosi su 62 euro al barile. Questo ha avuto un diretto impatto sul prezzo della benzina che è aumentata del +23%. La ripresa non è stata seguita dal prezzo del carbone fossile, il quale si trova ancora in flessione rispetto a gennaio del –11 %, riflettendo il rallentamento della domanda non compensato, come il petrolio, da una minor dinamica dell’offerta.
La ripresa dei prezzi del petrolio ha influenzato, via feedstock, il reparto dei chimici organici. Variazioni intense sono state registrate dal cumene (+ 20 %), che dopo mesi di flessione nella seconda parte del 2018 (-30%) sta tornando sui livelli precedenti alla caduta. Tra i chimici organici analizzati, solo il prezzo del butanolo sta diminuendo (–19%).

Nella filiera dei non ferrosi stanno risentendo in particolar modo del rallentamento della domanda globale l’ossido di litio e le metalline di cobalto, registrando variazioni negative rispettivamente del –19 % e del –30 %. I prezzi delle metalline si trovano sui minimi degli ultimi due anni, a 86 euro alla tonnellata, dopo aver raggiunto il massimo storico a giugno 2018 (162 euro alla tonnellata). Viceversa il prezzo dello zinco (sia il minerale che il metallo greggio) sembra avere recuperato sulla caduta della seconda parte del 2018, registrando una crescita nei primi mesi del 2019 pari al +10 %.
Infine per quanto riguarda i ferrosi la vergella e le billette hanno registrato variazioni negative del –16%, mentre il minerale di ferro e i rottami di acciaio inox sono aumentati del +9% tornando sui livelli precedenti al lieve calo subito nella seconda parte del 2018.

Questa forte diversità tra le dinamiche dei prezzi di beni appartenenti alla stessa famiglia merceologica segnala come l’attuale fase di rallentamento dell’economia mondiale non sia, per ora, tale da generare una caduta generalizzata della domanda delle diverse commodity e come le condizioni dell’offerta possano essere molto diverse da prodotto a prodotto. Solo l’analisi dei singoli mercati può fornire indicazioni robuste sulla possibile evoluzione dei loro prezzi nel prossimo futuro.