Cresce l’incertezza per i commerci internazionali e i mercati sbandano
Settimanale Metalli non ferrosi LME - Commento del 15 maggio 2019
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
Non Ferrosi Analisi settimanale LMEDINAMICA SETTIMANALE
Performance dei singoli metalli (future 3 mesi $)
Nella scorsa settimana c’è stato un deciso ribasso dei prezzi che ha interessato 5 metalli su 6. In evidenza il ribasso dello zinco seguito dal piombo. Le quotazioni dell’indice LMEX sono scese fino a toccare quota 2840 $ e poi sono un po’ risalite. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto si trova in zona ipervenduto. La settimana scorsa è risultata non molto buona la correlazione col cambio del dollaro (che si è un po’ deprezzato su tutte le principali valute ma resta sempre sui massimi). La correlazione tra metalli e petrolio resta nella norma, ma il rialzo del prezzo del petrolio non sta contagiando allo stesso modo i singoli metalli come si è visto anche nell’ultima settimana.
COMMENTO MACROECONOMICO
Nella scorsa settimana ci sono state delle giornate particolarmente calde per i mercati
finanziari e delle materie prime. Le Borse mondiali hanno bruciato oltre 2 trilioni di
dollari di capitalizzazione. La volatilità è schizzata alle stelle.
Dietro tutto questo ci sono due notizie che hanno spinto i mercati sull’ottovolante.
Tutte e due riguardano lo scontro in atto tra USA e Cina e Usa e Russia. La prima riguarda
il nuovo pacchetto di dazi (che passano dal 10 al 25%) e valgono 200 miliardi di dollari
di prodotti cinesi esportati in America che è entrato in vigore venerdì scorso, a cui la
Cina ha risposto duramente sia a livello politico (minacciando di sospendere i negoziati)
sia a livello economico (minacciando ritorsioni sui prodotti americani ). Il governo cinese
ha mandato a quello americano il segnale più tangibile delle conseguenze che ci saranno se
Trump continua a tirare la corda con i dazi. Nelle aste dei T- Bond americani del 7 e 8 maggio,
i buyers cinesi si sono defilati. Risultato: il collocamento di 65 miliardi di T- Bond è stato
fallimentare e ha portato ad un repentino rialzo dei tassi d’interesse del decennale americano;
il più alto dal 2016. Come è risaputo i cinesi sono i primi acquirenti al mondo di titoli di
stato americani e possiedono uno stock che supera i mille miliardi di dollari. L’accordo sui dazi,
che al 90% sembrava fatto, ora si allontana. Trump stesso dopo questo episodio è apparso più conciliante
e si è dimostrato ottimista sulle trattative.
La seconda notizia, che non ha avuto molto risalto sui media, riguarda la Russia. La Banca centrale
russa, ispirata dal governo di Mosca, ha dimezzato gli asset denominati in dollari
(portandoli dal 45,8% al 22,7%) a favore di asset denominati in euro (saliti dal 21,7% al 31,7%) e
asset denominati in yuan (saliti 2,8% al 14,2%). Mosca ha anche aumentato le sue riserve auree.
Questo scenario relativo alle valute impiegate nei commerci internazionali avrà ripercussioni molto
importanti, visto che già coinvolge altri player di 1° livello come la Cina e si teme si allargherà
ad atri paesi come l’India. I due fatti (riduzione degli asset denominati in dollari e diversificazione
delle valute impiegate nei commerci internazionali) nel loro insieme stanno facendo salire parecchio
l’incertezza sui mercati come si è notato nei giorni scorsi.
Come hanno reagito i mercati
Per il comparto dei metalli non ferrosi, quella passata, è stata una settimana di ribassi generalizzati. Idem per il comparto petrolifero mentre salgono i prezzi del gas naturale. Ribassi anche nel comparto dei preziosi. Il dollaro americano ha chiuso in ribasso per la seconda settimana consecutiva.