L’analisi del valore per gli acquisti

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Management Management

Alessio Paša è l’Amministratore Delegato di ADACI Formanagement Srl SU, società specializzata in formazione, consulenza e servizi accessori in ambito Acquisti e Supply Management, controllata da Adaci, l’Associazione Italiana di riferimento dei professionisti degli Acquisti e del Supply Management.


Esiste molta disinformazione in merito all’ Analisi del Valore, in molti casi viene confusa con il processo di “creazione” di valore oppure con la “catena” del valore. Sono inoltre in uso le locuzioni Value Engineering (VE), Value Management (VM), and Value Planning (VP), le quali hanno significati diversi da quello dell’Analisi del Valore. Il termine “valore” medesimo è oggetto di interpretazioni differenti, talora è inteso come “riduzione” dei costi, talaltra quale indicatore di “incremento” di qualità e di prestazione. In realtà l’Analisi del Valore è una disciplina consolidata, univoca e assolutamente esplicita nella sua struttura formale e nei suoi obiettivi.

Nascita dell’analisi del valore

Lawrence Delos Miles (1904-1985), ingegnere della General Electric, intuisce che ragionando in termini prestazionali è possibile trovare soluzioni alternative rispetto a quelle in essere, per ottenere la stessa risposta funzionale abbattendo i costi. L’evento che scatena questa sua riflessione è molto particolare. Miles, durante gli anni della seconda guerra mondiale, è a capo di un team che progetta e costruisce detector di gas da utilizzare nei bombardieri di alta quota, dove le frequenti fughe di gas erano causa di incidenti molto gravi. Quando, avendo subito alcune restrizioni negli approvvigionamenti, resta privo di un materiale abitualmente utilizzato, è costretto a ricercarne uno alternativo e riesce a sostituirlo con un materiale che non solo è più facilmente reperibile, ma ha anche un minor costo. Dunque, riesce ad assicurare la medesima funzionalità all’apparecchiatura ed a ridurne nel contempo i costi, aumentandone in questo modo il valore.
Riflettendo su questa esperienza, Miles elabora il Value Method (inizialmente questo era il suo nome), che, in estrema sintesi, mira a scomporre la distinta base di un prodotto, esaminandone in dettaglio ogni componente, per eliminare quelle inutili e individuare componenti e materiali sostitutivi a minor costo.

La formula del valore

La formula del valore, fissata da Miles nel 1947 è di una estrema semplicità:

I = W/C

I = Indice di Valore
W = (Worth) Utilità della funzione
C = (Cost) Costo di bene o servizio

L’indice di valore di un bene, di un servizio, di un progetto, di una qualsivoglia entità, è dunque il risultato del rapporto tra il suo indice di utilità (e pertanto di funzionalità, prestazione, qualità, affidabilità, durata, etc.) e il suo costo. L’indice di valore è applicabile alla transazione commerciale di compravendita, indifferentemente se in un mercato B2B o B2C, laddove il venditore valuta il valore di ciò che offre e il compratore il valore di ciò che acquista.
Celebre è l’esempio dell’asciugacapelli, uno dei primi casi presentati da Miles per spiegare e divulgare il suo metodo. Quale è l’indice di valore di un asciugacapelli, dotato di una sola velocità di emissione e di un solo livello di temperatura dell’aria, venduto a un determinato prezzo e di un altro asciugacapelli, munito di diverse opzioni di velocità e di temperatura, offerto ad un prezzo più elevato?
Se il secondo asciugacapelli possiede un indice di utilità W così alto da bilanciare l’aumento del suo costo C, ciò significa che il suo indice di valore è più elevato; altrimenti, se C fosse talmente elevato da non bilanciare l’aumento delle prestazioni W, l’indice di valore scenderebbe. Tutto questo è buon senso comune, è il rapporto tra prezzo e qualità che chiunque istintivamente applica, sia nel privato, sia nell’ambito professionale.
L’innovazione portata da Miles è stata quella di individuare un metodo, una formula, un approccio sistematico, che rende assolutamente oggettiva la comparazione tra progetti differenti.

L’analisi del valore per gli acquisti

L’analisi del valore trova una splendida opportunità di utilizzo in ambito acquisti, laddove la funzione desideri comparare soluzioni differenti al medesimo fabbisogno. Quando in azienda, presso l’unità richiedente, sorge una necessità, si palesa il “ciò che serve”, ovvero si consolida il fabbisogno di un bene, di un servizio, di una prestazione, di un lavoro la sua soluzione potrà essere di genere diverso. L’analisi del valore è uno strumento di grande utilità per verificare quale tra le soluzioni possibili possieda maggior “valore”. Esattamente come quando Miles aveva sostituito il materiale che non era più in grado di ricevere con un materiale equipollente e meno costoso. Il fabbisogno era quello di realizzare un rilevatore di gas e la soluzione trovata era una apparecchiatura configurata diversamente, la quale offriva le medesime prestazioni, la medesima durata e affidabilità e aveva un costo inferiore, producendo dunque un “valore” maggiore.

L’indice di valore e il costo

Naturalmente l’indice di valore non è l’unico criterio di guida alla scelta della soluzione al fabbisogno. Supponiamo che Miles avesse avuto la possibilità di sostituire quel materiale mancante con due materiali diversi: il primo (come in realtà è avvenuto) performante come quello che andava a sostituire, ma con un costo inferiore; il secondo molto performante, ma estremamente costoso. Con il primo materiale l’indice di valore sarebbe salito poiché C, a parità di W, era sceso. Nel secondo caso, l’indice di valore sarebbe aumentato solo se e fino a quando l’aumento di W si fosse mantenuto proporzionalmente superiore a quello di C. Il criterio che avrebbe portato a una scelta tra le due soluzioni non sarebbe stato solo l’indice di valore, ma l’indice di valore “insieme” alla sostenibilità della spesa.