Gli alimentari del CME perdono valore rispetto ad inizio anno

Dal grafico dinamico emerge una flessione ancora in atto degli alimentari al CME

.

Alimentari Congiuntura

Come già fatto in un articolo precedente per i non ferrosi del London Metal Exchange, è interessante analizzare come i principali prodotti agricoli del Chicago Mercantile Exchange hanno aperto il 2019, se hanno accresciuto o meno il loro valore nei primi mesi rispetto al loro prezzo iniziale (in dollari) e se hanno subito l’effetto delle tensioni sul commercio internazionale.

Di seguito viene proposto un grafico dinamico a barre orizzontali che descrive le variazioni di ciascuna quotazione rispetto ai valori di inizio anno (4 gennaio 2019) che sono stati posti uguali a 100. Le barre verticali delineano i punti di minimo e di massimo raggiunti dai vari prodotti nel corso di questi primi mesi (rispetto alla base posta a 100).


Nell’evoluzione dei prezzi finanziari in dollari è possibile distinguere due fasi: la prima è quella di ripresa dei valori, che si attesta tra gennaio e la prima metà di febbraio. In questa fase avena, semi di soia e riso registrano i loro massimi, pari rispettivamente a 107,1 (massimo anche tra i prodotti considerati), 101,7 e 105,2; nello stesso periodo il grano alterna variazioni positive e negative del 2% circa mentre il mais cumula esclusivamente variazioni negative rispetto ai valori di inizio anno. Nella seconda fase quasi tutti i prodotti hanno perso valore ad eccezione del riso, che ha comunque mantenuto un livello di prezzo maggiore rispetto a quello di inizio gennaio. Il grano ha continuato a perdere valore fino a raggiungere il minimo tra tutti i beni a 81,7 (-18,3%); anche le quotazioni di mais e avena sono significativamente inferiori rispetto ai valori di inizio anno, con minimi pari a 92 e 90. La soia perde valore ma meno rispetto agli altri alimentari, fissando il minimo a 96,5. Svariati periodi consecutivi col segno meno uniti al fatto che i minimi dei beni analizzati, ad eccezione del riso, sono stati raggiunti nell’ultimo giorno dell’arco temporale considerato induce a pensare che si tratti di un trend negativo di breve periodo non ancora concluso.

L’esistenza delle due fasi potrebbe essere giustificata dall’apparente raggiungimento dell’accordo commerciale tra USA e Cina, di cui uno dei nodi principali è l’acquisto della soia statunitense, così come di altri beni agroalimentari made in USA (mais, grano e riso). Le notizie delle ultime settimane che vedono allontanarsi la data dell’accordo per la risoluzione della guerra commerciale a favore di una rinnovata ostilità sembrano trovare riscontro nella flessione che ha interessato le quotazioni degli alimentari sul mercato di Chicago nella seconda fase di cui sopra.
Va però ricordato che i beni alimentari sono influenzati anche da fattori stagionali ed ambientali, come periodi prolungati di siccità o raccolti non ancora giunti a maturazione.
Non essendosi manifestate catastrofi o fenomeni ambientali particolari, ciò che sembra stia influenzando verso il basso il prezzo finanziario in dollari dei principali alimentari sono le recenti preoccupazioni sull’esito del confronto USA Cina.