Cresce l’incertezza e i mercati tremano: Cina-USA e la guerra Opec

Metalli non ferrosi LME - Commento del 10 dicembre 2018

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LME Non Ferrosi Analisi settimanale LME

DINAMICA SETTIMANALE

Performance dei singoli metalli (future 3 mesi $)
Da inizio anno Performance a 1 anno
Ultima settimana Performance a 1 settimana

 

Nella settimana scorsa c’è stato un leggero ribasso dei prezzi che ha interessato 2 metalli su 6. In evidenza il rialzo dello zinco. La chiusura LMEX è risalita fino a toccare quota 2900 $. Su questo mercato è aumentato il trading e c’è molta volatilità. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto si trova ora in zona neutra. Come si nota la performance da inizio anno è negativa per tutti i metalli e stimiamo che risulterà tale anche al 31 dicembre prossimo.

ANALISI E PROSPETTIVE

Alla fine del G20 svoltosi in Argentina la settimana scorsa, i due presidenti di USA e Cina avevano siglato una tregua nella loro guerra commerciale. La reazione dei mercati finanziari e delle materie prime era stata molto positiva. Nelle cancellerie di mezzo mondo si tirava un sospiro di sollievo per quella che viene considerata la minaccia principale per il commercio.
Poi, il 1° dicembre dal Canada arriva un tuono fragoroso che si sente in tutto il mondo: in un aeroporto canadese viene arrestata Wanzhou Meng , CFO della compagnia cinese Huawei , su ordine degli Stati Uniti perché la società avrebbe aggirato le sanzioni americane verso l’Iran. Immediata la reazione della Cina che protesta in tutte le sedi.
I mercati reagiscono molto male con ribassi corposi che non risparmiano nessun settore.
Chi è Huawei? E’ la società più importante della Cina nel settore strategico delle telecomunicazioni.E’ seconda nel mondo, dietro Samsung, nella costruzione di smartphone e attrezzature per telecomunicazioni. Un vero colosso mondiale leader in un settore strategico che gli americani cercano di controllare in tutti i modi per mantenere il loro primato a livello mondiale.
Ora tutti si chiedono cosa succederà. Che fine farà la tregua siglata dai due Presidenti. La paura generale è che la guerra commerciale possa subire un’escalation.

Oltre questo, a tenere sulla corda i mercati ci sono altri dossier molto caldi a cominciare da quello del petrolio. A Ginevra l’organizzazione dei produttori di greggio-OPEC- riunita per decidere i tagli all’estrazione, è arrivata alla decisione finale non senza forti divisioni interne. Alla fine è stato deciso un taglio di 1.300.000 barili al giorno gran parte a carico dell’Arabia Saudita che così è andata contro Trump. Fondamentale il ruolo della Russia che non fa parte dell’Opec. Positiva ed immediata la risposta degli operatori per cui il prezzo del greggio è salito.

In Gran Bretagna, l’accordo faticosamente raggiunto tra il governo inglese e l’Unione Europea su Brexit, rischia di non essere approvato dal Parlamento con conseguenze gravissime che nessuno è in grado di prevedere. Tutto questo mentre aumentano i segnali economici di un rallentamento dell’economia a li vello mondiale a cominciare proprio dalla Cina.

Dall’America invece l’ALERT arriva direttamente dal mercato obbligazionario e per essere più precisi dalla curva dei tassi d’interesse che, andando verso l’inversione, segnala il superamento del rendimento dei tassi a 2 anni su quello a 5 e si teme che quanto prima possa superare anche quello a 10 anni. Normalmente i tassi a lungo pagano interessi più alti di quello a breve. Questo non è un bel segnale perché vuol dire che tra gli investitori aumenta il senso dell’incertezza, nemico giurato dei mercati.

Per il comparto dei non ferrosi, al di la delle chiusure settimanali, resta alta l’incertezza per la crescita economica mondiale che nel 2019 è stimata in rallentamento rispetto al 2018. Come diceva nell’800 lo scrittore francese Jean Karr:
“L’incertezza è il peggiore dei mali, fino al momento in cui la realtà ce la fa rimpiangere.”