G20 in Argentina tra tango e guerre militari, guerre commerciali, guerre tecnologiche

Metalli non ferrosi LME - Commento del 3 dicembre 2018

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DINAMICA SETTIMANALE

Performance dei singoli metalli (future 3 mesi $)
Da inizio anno Performance a 1 anno
Ultima settimana Performance a 1 settimana

Nella settimana scorsa c’è stato un leggero rialzo dei prezzi che ha interessato 4 metalli su 6. In evidenza il rialzo del nichel. La chiusura LMEX è risalita sopra quota 2900 $. Su questo mercato è aumentato il trading e c’è molta volatilità. L’indicatore di momentum che misura la forza del trend in atto si trova ora in zona neutra.

ANALISI E PROSPETTIVE

G20 in Argentina tra tango e guerre militari, guerre commerciali, guerre tecnologiche

Lo scorso week-end si è svolto in Argentina il G20, ovvero il summit tra le 20 potenze commerciali del pianeta che rappresentano l’85% dell’output economico mondiale e i 2/3 della popolazione. Come ogni anno, l’attenzione su questo meeting è totale sia da parte dei media sia da parte degli operatori sia degli analisti. Rispetto agli anni scorsi la parola ricorrente usata dai media e dagli analisti è stata, GUERRA. Ma non la guerra in Siria o in Yemen, in medio Oriente o in Afghanistan o negli altri 100 conflitti sparsi per il mondo. NO. Si è discusso della “possibile” guerra militare tra Russia e Ucraina, dopo l’incidente militare della scorsa settimana nello stretto di Kerch che ha portato la Russia a sequestrare tre navi ucraine. L’Ucraina, si sente minacciata e ha chiesto l’intervento della NATO ovvero dell’occidente (USA ed Europa in primis). L’altra guerra, di cui si parla ormai da mesi, è la guerra commerciale tra USA e CINA da una parte e USA-resto del mondo dall’altra.

Ovviamente quella più pericolosa e perciò più dibattuta è quella cino- americana combattuta a suon di DAZI. Questa guerra ha già provocato sconvolgimenti nel commercio mondiale e per fare un esempio, nel campo dell’acciaio ha già decretato vincitori e vinti: tra i primi figurano Russia, Turchia e Vietnam e tra i secondi c’è l’Europa. A dirlo è Roeland Baan, CEO di Outokumpu Oyj, uno dei maggiori produttori di acciaio inossidabile al mondo, che cita alcuni dati: nel 2018 le esportazioni russe verso la UE sono cresciute del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Quelle vietnamite sono cresciute del 144% e quelle turche del 61%. Le esportazioni dei paesi UE sono crollati. I produttori che impiegano acciaio, a parità di condizioni, comprano la materia prima che costa meno. Secondo gli analisti la guerra dei dazi tra americani e cinesi è in realtà una guerra che ha al centro il primato tecnologico (veicoli elettrici, robot, telefonia, internet e-commerce) oggi in gran parte in mano agli USA. Per questo i due contendenti faticano a mettersi d’accordo. Come andrà a finire?

Gli analisti sostengono che USA e Cina sono obbligati a mettersi d’accordo perché un eccessivo prolungamento della guerra commerciale danneggerebbe entrambi. Sicuramente i mercati, da quelli finanziari a quelli delle materie prime, chiedono a gran voce di arrivare subito alla pace visto che l’economia mondiale comincia a mandare chiari segnali di rallentamento come evidenziano gli ultimi dati usciti in Europa, America e Cina. A questo si aggiungano gli atri punti caldi dell’agenda commodity: petrolio, cambi, tassi d’interesse e geopolitica.
Quando si chiede agli argentini che hanno inventato il tango e lo hanno esportato in tutto il mondo, cos’è questa musica, loro rispondono in tanti modi. Il tango è amore, gelosia, sofferenza, gioia, legame stretto e abbandono. In questo report dobbiamo parlare di metalli (e lo facciamo) ma non possiamo non parlare anche di tutto quello che ci sta intorno.
E’ un tango argentino in cui la coppia balla molto stretta guidata da una musica che coinvolge e trascina. Fra pochi giorni parleremo di un’altra musica altrettanto bella, il valzer viennese. Lo ascolteremo direttamente da Vienna il 6 dicembre quando ci sarà un altro importante meeting che riguarda i metalli: quello dell’OPEC che decideranno se tagliare o no la produzione di greggio e di conseguenza decideranno il prezzo del petrolio nei prossimi giorni e prossimi mesi a cui è molto legato il prezzo dei metalli e non solo.
P.S. L’incontro tra il presidente americano Trump e quello cinese XI Ping sembra aver avvicinato le parti. La Cina ha annunciato che ridurrà i dazi sulle auto americane. Vediamo se stavolta il tango argentino farà il miracolo di far ballare questa strana coppia che molto conta per l’economia di tutto il mondo. Adesso occhi puntati sulla riunione dell’OPEC del 6 dicembre.