Squilibri globali in crescita: lo scenario dei prezzi diventa più incerto
Le crescenti tensioni nei mercati mondiali portano a includere maggiori rischi nelle previsioni PricePedia
Pubblicato da Pasquale Marzano. .
Previsioni PrevisioneLo Scenario PricePedia è stato aggiornato con le informazioni disponibili al 4 dicembre 2025. Il nuovo quadro risulta sostanzialmente in linea con quello pubblicato nei mesi precedenti. Da un lato prosegue la fase di riduzione dei prezzi dell’energia, attesi in calo di oltre il 10% nel 2026 e di un ulteriore 4% nel 2027; dall’altro, i prezzi delle commodity industriali sono previsti rimanere complessivamente stabili nel 2026, per poi registrare un lieve incremento (+1.5%) nel 2027.
Tabella 1: Tassi di variazione annui (%) degli Indici Aggregati PricePedia, in Euro
| 2024 | 2025f | 2026f | 2027f* | |
|---|---|---|---|---|
| I-Scenario PricePedia-Indice Totale Commodity (Europa) (Info al 04-12-2025) | −4.57 | −5.98 | −5.73 | −1.51 |
| I-Scenario PricePedia-Indice Totale Energetici (Europa) (Info al 04-12-2025) | −5.89 | −12.39 | −11.59 | −4.10 |
| I-Scenario PricePedia-Indice Industriali (Europa) (Info al 04-12-2025) | −4.59 | −2.50 | −0.03 | +1.49 |
| I-Scenario PricePedia-Indice Totale Alimentari (Europa) (Info al 04-12-2025) | +2.82 | +8.46 | −3.83 | −1.33 |
All’interno di questa “mare piatto” rappresentato dall'aggregato delle commodity industriali, i movimenti dei prezzi a livello delle singole famiglie risultano molto più articolati. Tra quelle destinate a registrare riduzioni prossime al -5% figurano i legnami, il nichel e gli acciai inossidabili. Viceversa, alcune famiglie di metalli non ferrosi - come zinco, rame, ottone e bronzo - sono attese in aumento di circa il 5%. A crescere in modo ancora più marcato saranno soprattutto i coils laminati a caldo, i cui prezzi fisici per gli spessori compresi tra 3 e 10 millimetri sono previsti avvicinarsi ai 700 euro/ton entro la fine del 2026.
Se lo scenario pubblicato in questi giorni mostra poche differenze rispetto alle previsioni dei mesi precedenti in termini di livelli puntuali attesi per i prezzi delle singole commodity, più significative appaiono invece le implicazioni sul contesto di rischio. Sta emergendo, infatti, una crescente consapevolezza di come questo scenario rappresenti un percorso relativamente stretto, tracciato lungo un sentiero accidentato che potrebbe presentare tanto improvvise e ripide salite quanto altrettanto inattese discese. Il principale fattore di incertezza riguarda l’evoluzione dell’offerta cinese sui mercati internazionali e il grado di protezione che l’UE deciderà di adottare per contrastare l’impatto dei prezzi più bassi delle esportazioni cinesi sui livelli di prezzo interni europei.
Per molte famiglie di commodity, l’offerta presente sul mercato europeo dipende in misura significativa dalle importazioni dalla Cina. Se le politiche cinesi di riduzione della capacità produttiva dovessero risultare efficaci, la pressione delle imprese del Paese ad esportare potrebbe attenuarsi, favorendo condizioni di relativa scarsità sul mercato europeo e, di conseguenza, un aumento dei prezzi - potenzialmente anche brusco, qualora il timore di carenze inducesse le imprese utilizzatrici a incrementare rapidamente gli stock di magazzino.
Al contrario, se dovessero persistere le attuali condizioni di eccesso di offerta in Cina, la spinta ad aumentare le esportazioni potrebbe intensificarsi, esercitando una pressione al ribasso sui prezzi europei e generando riduzioni anche repentine.
È molto probabile che i prezzi delle diverse commodity seguano traiettorie differenziate, dando luogo a dinamiche anche marcate tra categorie in aumento e categorie in diminuzione.
Le informazioni oggi disponibili indicano chiaramente la necessità di considerare con attenzione questi rischi, ma non sono ancora sufficienti per distinguere con precisione quali commodity siano esposte a maggiori pressioni al rialzo e quali, invece, presentino rischi prevalenti di riduzione dei prezzi. L’attuale squilibrio tra i livelli dei prezzi all’export delle commodity cinesi e i corrispondenti prezzi doganali intra-UE appare del tutto inedito nelle sue dimensioni, come evidenziato dal grafico riportato di seguito. Quest’ultimo confronta l’indice dei prezzi medi FOB delle commodity industriali esportate dalla Cina con il relativo indice dei prezzi doganali intra-UE.
Confronto tra prezzi FOB Cina e prezzi europei per commodity industriali
Dall’inizio del 2015 alla metà del 2022, i due indici si sono mossi in modo quasi parallelo, mostrando le stesse fasi di crescita e di diminuzione, con intensità molto simili. A partire dalla seconda metà del 2022, entrambi hanno iniziato a diminuire, ma con velocità decisamente diverse. Tra luglio 2022 e ottobre 2025, a fronte di una riduzione di oltre il 40% dei prezzi FOB delle esportazioni cinesi, i prezzi registrati nella UE sono diminuiti del 23%, generando così, a ottobre 2025, un differenziale superiore al 30% tra prezzi cinesi e prezzi europei.
È importante ricordare che l’indice aggregato riflette una media di situazioni molto eterogenee, alcune delle quali mostrano divari ancora più accentuati tra prezzi cinesi e prezzi UE. Ne sono un esempio le famiglie degli acciai lunghi non legati e degli acidi organici, che a fine 2025 evidenziano un differenziale superiore al 50%.
Confronto tra prezzi FOB Cina e prezzi europei per singole merceologie
Prodotti lunghi di acciaio
Acidi organici
All'interno di queste due famiglie merceologiche, alcune commodity mostrano, naturalmente, differenziali di prezzo ancora più ampi.
Gli studi attualmente in corso all’interno di PricePedia mirano a distinguere, sulla base dell’evoluzione delle serie storiche, le commodity i cui prezzi europei risultano direttamente e significativamente influenzati dai prezzi cinesi da quelle che, invece, mostrano relazioni più deboli o indirette. L’analisi è tutt’altro che semplice, poiché richiede di isolare le relazioni effettivamente causali da quelle spurie, che possono riflettere la dinamica dei costi di produzione oppure gli effetti esercitati dai prezzi finanziari. È evidente, tuttavia, che per le commodity che presentano un collegamento diretto tra prezzi cinesi e prezzi UE, l’attuale differenziale significativo rende urgente comprendere come e quando questo divario potrà chiudersi nel prossimo futuro.
Conclusioni
Lo scenario di previsione pubblicato in questi giorni da PricePedia presenta solo lievi differenze rispetto a quelli diffusi nei mesi precedenti. A fronte della prosecuzione della fase di riduzione dei prezzi delle commodity energetiche, i prezzi in euro della media delle commodity industriali sembrano aver raggiunto un livello tale da risultare sostanzialmente stabili nel 2026, per poi avviare una moderata fase di crescita nel 2027.
A livello di singola commodity, lo scenario mostra rischi sia al rialzo sia al ribasso. Questi dipendono dall’intensità della relazione che collega i prezzi delle esportazioni cinesi ai prezzi interni UE e dal grado di successo delle politiche attualmente in atto in Cina per limitare la capacità produttiva e, di conseguenza, la pressione all’export.
In questo contesto, solo un monitoraggio puntuale e costante di quanto accade sul mercato cinese potrà consentire di anticipare eventuali fasi di significativo aumento o brusca riduzione dei prezzi sul mercato europeo.