Niobio: scarsa riciclabilità e alta dipendenza dalla fornitura brasiliana
Analisi delle dinamiche globali del mercato del ferro-niobio
Pubblicato da Luca Sazzini. .
Non Ferrosi Ferroleghe Materie Prime CriticheIl niobio è un metallo strategico impiegato prevalentemente sotto forma di ferro-niobio, una ferrolega utilizzata nella produzione di acciai HSLA (High-Strength Low-Alloy), che rappresentano circa il 90% della domanda globale di niobio. I principali settori di utilizzo di questi acciai sono l’edilizia e l’industria automobilistica, in particolare quella elettrica. Il niobio è inoltre utilizzato nella produzione di superleghe per l’Oil & Gas e, in misura minore, per l’acciaio inossidabile.
Sebbene esistano diversi metalli in grado di sostituire il niobio nella produzione di acciai HSLA, tra cui vanadio, molibdeno, tantalio, titanio e tungsteno, si tratta di commodity considerate anch'esse critiche per l’Unione Europea.
Negli ultimi vent’anni, la domanda mondiale di niobio è aumentata significativamente per via dell’espansione della mobilità elettrica ed è prevista continuare a crescere, sostenuta dalle attese di una ripresa della domanda cinese. La produzione globale è anch’essa cresciuta sensibilmente nel corso degli anni ed è attesa in aumento tra il 2.5-3% annuo fino al 2030.
Nonostante le aspettative di un’espansione dell’offerta, l’Unione Europea resta fortemente vulnerabile sotto il profilo dell’approvvigionamento. La produzione interna è praticamente inesistente e l’intera domanda dipende da forniture esterne altamente concentrate, che espongono l’Europa a un elevato rischio di approvvigionamento.
A questa fragilità si aggiunge un tasso di riciclo estremamente basso e, nella maggior parte dei casi, non funzionale. Il niobio contenuto nei rottami non viene infatti recuperato né separato come metallo puro, poiché ciò non risulta economicamente conveniente: nelle leghe finali in cui è impiegato, il niobio è presente in concentrazioni molto basse, spesso inferiori all’1%, rendendo il processo di separazione tecnicamente complesso e poco conveniente.
Sebbene non esistano dati pubblici esaustivi e sistematici sul riciclo del niobio, si stima che a livello globale, così come in Europa, il riciclo funzionale (con separazione del niobio dagli altri metalli) sia inferiore all’1%, mentre quello non funzionale possa coprire fino al 20% del consumo apparente.
L'assenza di produzione interna e l’elevata dipendenza da fornitori esterni stanno spingendo l’Unione Europea a promuovere nuove strategie di riciclo più efficaci al fine di ridurre i rischi di approvvigionamento.
In questo articolo effettueremo una prima analisi sul commercio mondiale del niobio, evidenziando i principali esportatori globali e i fornitori dell’UE, per poi esaminare l’andamento dei prezzi nei mercati regionali di Unione Europea e Cina.
Analisi merceologica e dei flussi commerciali del niobio
Il niobio è presente in natura sotto forma di minerali di cui i più comuni sono il pirocloro e la columbite. La sua produzione mondiale è altamente concentrata, con il Brasile che produce da solo oltre il 90% della fornitura mondiale, seguito dal Canada che arriva circa al 7%.[1]
A livello commerciale, il niobio viene scambiato quasi esclusivamente sotto forma di ferro-niobio, una ferrolega contenente tra il 60% e il 70% di niobio in peso. Come sopra anticipato, questa lega è impiegata prevalentemente nella produzione di acciai HSLA, i quali contengono mediamente tra lo 0.02% e lo 0.1% di niobio. Di conseguenza, la concentrazione di niobio nel prodotto finale è generalmente inferiore all’1%, con rare eccezioni che possono raggiungere fino al 5%.
Il grafico seguente mostra l’evoluzione del commercio mondiale di niobio in termini di peso, dal 1995 al 2024.

L’analisi del grafico evidenzia una dinamica crescente del commercio mondiale di ferro-niobio. Nel 1995, la produzione globale si attestava a circa 22 mila tonnellate; già nel 2000, tale cifra era quasi raddoppiata, raggiungendo le 40 mila tonnellate. Da allora, la crescita è ulteriormente aumentata, con una produzione che nel 2024 ha raggiunto le 133 mila tonnellate, più che triplicando i livelli di inizio millennio.
La crescita dell'offerta non è derivato dall'entrata sul mercato di nuovi paesi esportatori, ma dalla crescita di quelli già presenti nel secolo scorso. L'offerta globale di ferro-niobio è quindi rimasta fortemente concentrata.
Nel grafico seguente si riportano i 10 principali esportatori mondiali di ferro-niobio nel 2024.

Nel 2024, il Brasile ha esportato da solo 94 mila tonnellate di ferro-niobio, rappresentando oltre il 70% del commercio mondiale del 2024. I Paesi Bassi sono il secondo principale esportatore, con 17 mila tonnellate esportate. Tuttavia, i Paesi Bassi non sono produttori di ferro-niobio, bensì importatori netti: nel 2024 hanno importato oltre 19 mila tonnellate, posizionandosi così come il secondo principale importatore mondiale. Escludendo quindi i Paesi Bassi, che svolgono principalmente un ruolo di riesportatori, il successivo maggior esportatore è il Canada, che nel 2024 ha esportato circa 10 mila tonnellate.
Data l’indiscussa leadership del Brasile nel mercato mondiale del ferro-niobio, anche la fornitura europea risulta fortemente dipendente da questo paese.
Nel grafico che segue sono riportati i 10 principali fornitori di ferro-niobio per il mercato europeo nel 2024.

Dall’analisi del grafico emerge che i principali fornitori dell’Unione Europea coincidono con i maggiori esportatori mondiali di ferro-niobio. L’UE importa circa metà del proprio fabbisogno direttamente dal Brasile, per un volume di circa 18 mila tonnellate. Seguono i Paesi Bassi, che coprono circa il 40% delle forniture UE, ma svolgono esclusivamente un ruolo di hub di riesportazione intra-europeo, essendo a loro volta importatori netti di ferro-niobio. Al terzo posto si posiziona il Canada, con una quota pari a circa l’8% delle forniture europee.
Escludendo i Paesi Bassi, la dipendenza dell’UE dalla fornitura brasiliana risulta lampante. Il Brasile detiene, infatti, la leadership nella produzione e nelle esportazioni di ferro-niobio, e un’eventuale interruzione delle sue forniture provocherebbe una grave carenza di ferro-niobio non solo nel mercato europeo, ma anche a livello globale.
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Analisi dei prezzi
Nel grafico seguente è riportato un confronto tra la serie storica dei prezzi CIF del ferro-niobio registrati alle dogane di Unione Europea e Cina, primo importatore mondiale di ferro-niobio, che nel 2024 ha importato oltre un terzo della fornitura totale.
Prezzi doganali CIF del ferro-niobio in UE e in Cina, espressi in euro/tonnellata

Dall’analisi del grafico emergono tre aspetti principali:
- l’elevato livello dei prezzi del ferro-niobio, con i prezzi cinesi ormai prossimi ai 28 mila euro/tonnellata. Tale livello risulta coerente con la composizione della lega, visto che contiene un’elevata percentuale di niobio mediamente compresa tra il 60% e il 70%.
- il forte allineamento della dinamica dei prezzi tra Cina e UE, con i prezzi cinesi che risultano mediamente superiori di circa l’8% rispetto a quelli europei.
- il marcato aumento dei prezzi rispetto all’inizio del millennio, in linea con la crescita della domanda globale negli ultimi vent’anni. Dal 2000, infatti, i prezzi CIF nell’UE sono aumentati di oltre due volte e mezzo, passando da circa 10 mila euro/tonnellata a una media di quasi 26 mila euro/tonnellata da inizio 2025 fino a oggi.
In sintesi
Negli ultimi vent’anni, sia il commercio mondiale sia il livello dei prezzi del ferro-niobio sono più che triplicati. L’offerta globale è fortemente concentrata in Brasile, che nel 2024 ha prodotto oltre il 90% del niobio estratto a livello mondiale ed esportato circa il 70% della fornitura globale di ferro-niobio.
La domanda dell’Unione Europea è totalmente dipendente dalle forniture brasiliane e canadesi, in quanto non esiste una produzione interna significativa e il tasso di riciclo non funzionale si aggira intorno al 20%. Tuttavia, il tasso di riciclo funzionale in grado di rendere disponibile niobio puro, è stimato essere inferiore all’1%.
L’analisi dei prezzi CIF ha evidenziato una dinamica molto simile tra il mercato europeo e quello cinese, con quest’ultimo che tende a registrare prezzi mediamente più elevati, dell’ordine di circa l’8%, determinato dai maggiori costi di trasporto dal Brasile e dalla maggior concentrazione di niobio nelle ferroleghe.
[1] Fonte: U.S. Geological Survey (USGS): Mineral Commodity Summaries 2025.