I mercati finanziari nuovamente in balia di Trump
Dati deludenti sull’occupazione, dazi, minacce alla Fed e licenziamenti: venerdì da incubo a Wall Street
Pubblicato da Luca Sazzini. .
Indicatori Congiunturali Settimana Finanziaria Materie PrimeLa settimana appena conclusa si è chiusa con una forte accelerazione della turbolenza. Dopo alcuni giorni relativamente stabili, venerdì i mercati finanziari sono stati nuovamente scossi dalle dichiarazioni del presidente Trump. A innescare la reazione è stata la pubblicazione dei deludenti dati sull’occupazione negli Stati Uniti, cui Trump ha contribuito con una serie di decisioni che hanno amplificato l’instabilità:
- un nuovo attacco alla Federal Reserve, con la minaccia di rimuovere Powell se non verranno ridotti i tassi d’interesse;
- l’imposizione di dazi drastici contro decine di paesi (tra cui Canada, UE, Taiwan, Svizzera, India, Sudafrica), con effetti immediati sui mercati globali;
- il licenziamento della direttrice del Bureau of Labor Statistics, Erika McEntarfer, accusata di aver diffuso i dati negativi sull’occupazione;
- il riposizionamento di sottomarini nucleari statunitensi come segnale alla Russia, alimentando le tensioni geopolitiche.
Nella sola giornata di venerdì, il prezzo del Brent è crollato del 4%, l’indice S&P 500 ha perso l’1,6%, mentre il dollaro si è deprezzato di quasi il 2% rispetto alle principali valute.
La settimana era iniziata in un clima di quasi ottimismo, sostenuto dalle recenti novità in ambito commerciale. Il nuovo accordo tariffario tra Stati Uniti e Unione Europea ha generato una spinta rialzista sui mercati energetici, in particolare petrolio e gas naturale. L’intesa prevede un dazio statunitense del 15% sulle importazioni europee, inferiore al 30% inizialmente prospettato, in cambio della rimozione di tutte le barriere tariffarie europee verso gli Stati Uniti.
Oltre alla revisione dei dazi, l’accordo include impegni collaterali: l’UE si è impegnata ad acquistare fino a 750 miliardi di dollari in energia statunitense (gas naturale, petrolio e tecnologie nucleari), e a investire 600 miliardi negli USA nei settori strategici di difesa e innovazione tecnologica.
Rimangono in vigore i dazi del 50% su alluminio e acciaio europei, mentre sono in corso trattative per l’introduzione di future quote agevolate. Contestualmente, sono state revocate alcune tariffe statunitensi su importazioni strategiche europee, tra cui aeromobili, semiconduttori, materie prime critiche e specifici prodotti chimici e alimentari.
La riduzione delle tariffe statunitensi sulle importazioni europee, dal 30% al 15%, insieme all’impegno dell’UE ad acquistare 750 miliardi di dollari in energia statunitense, ha alimentato la speculazione sui prezzi di petrolio e gas naturale.
Il prezzo del petrolio ha poi trovato ulteriore supporto nella decisione di ridurre da 50 a soli 10 giorni il termine entro cui la Russia dovrà raggiungere un accordo con l’Ucraina per porre fine al conflitto. In caso contrario, gli Stati Uniti applicheranno sanzioni rafforzate, tra cui dazi secondari fino al 100% contro i paesi che continueranno a importare petrolio russo. La prospettiva di tali misure ha fatto salire il prezzo del petrolio di quasi il 4% nella sola giornata di martedì. Tuttavia, il mercato rimane scettico sull’effettiva attuazione di queste minacce, considerato che Trump ha più volte espresso l’intenzione di ridurre i prezzi del greggio.
In questo contesto, le notizie e i provvedimenti annunciati venerdì hanno capovolto le aspettative portando ad un crollo del 4% dei prezzi sia del petrolio Brent che del gas scambiato al TTF olandese.
A questi effetti macroeconomici si è aggiunto, giovedì, il crollo del prezzo del rame quotato al Chicago Mercantile Exchange (CME). Contrariamente a quanto annunciato l’8 luglio, l’amministrazione Trump ha comunicato che il rame non sarà soggetto ai dazi del 50% a partire dal 1° agosto. Il relativo ordine esecutivo chiarisce che tali dazi riguarderanno solo i prodotti derivati del rame, escludendo minerali, catodi e rottami.
Le tariffe sui catodi di rame saranno applicate con un’aliquota ridotta del 15% solo a partire dal 2027, per poi salire al 30% nel 2028. Questa gradualità mira a offrire all’industria statunitense il tempo necessario per adattarsi, considerando che circa la metà del fabbisogno di rame negli Stati Uniti è soddisfatto da forniture estere.
L’annuncio ha determinato un crollo del 22% nel prezzo del rame al CME, con una perdita di quasi 2.700 dollari per tonnellata in una sola seduta, riportando le quotazioni in linea con quelle del London Metal Exchange (LME).
Nel grafico seguente è illustrata l’evoluzione dei prezzi del rame al CME e al LME, espressi in dollari per tonnellata.

All’inizio dell’anno i prezzi del rame risultavano allineati, ma i timori per l’introduzione di dazi statunitensi sulle importazioni hanno progressivamente spinto il prezzo al CME oltre quello del LME, segnando l’inizio di una regionalizzazione del mercato.
Queste preoccupazioni si sono in parte attenuate ad aprile, quando il rame è stato inserito nella lista Annex II, escludendolo ufficialmente dalle categorie merceologiche soggette a dazi e favorendo un primo riavvicinamento dei prezzi sui due mercati finanziari. Tuttavia, le tensioni sono tornate a crescere fino all’8 luglio, quando il presidente Trump ha annunciato l’introduzione di dazi del 50% sul rame a partire dal 1° agosto, provocando un’immediata impennata dei prezzi. Il 30 luglio, però, è stato chiarito che tali dazi si sarebbero applicati solo ai prodotti derivati del rame, determinando l’annullamento dello spread tra i prezzi CME e LME.
Il mercato dei metalli ferrosi, diversamente da quello dei metalli non ferrosi, è rimasto complessivamente stabile durante la settimana, con variazioni giornaliere opposte che si sono bilanciate reciprocamente. In particolare, prosegue il trend rialzista dei prezzi dei minerali di ferro cinesi, iniziato a seguito dell’annuncio della Cina sull’avvio della costruzione della più grande diga idroelettrica del mondo in Tibet.
Nel comparto alimentare, i prezzi degli oli sono rimasti stabili, quelli dei prodotti tropicali hanno mostrato andamenti contrastanti, mentre i cereali hanno subito un calo, influenzato dalla prospettiva di maggiori esportazioni dall’Argentina, dove il governo ha annunciato una riduzione dei dazi sulle esportazioni.
Politica monetaria FED
Nonostante le pressioni politiche del presidente Donald Trump, la Federal Reserve (Fed) ha nuovamente deciso di mantenere invariati i tassi d’interesse, confermando il range tra il 4.25% e il 4.50%. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito la necessità di monitorare con attenzione l’evoluzione dell’inflazione e del mercato del lavoro prima di adottare nuove misure. Due governatori hanno espresso dissenso, proponendo un taglio dei tassi, ma la maggioranza del comitato ha ritenuto opportuna una politica monetaria “moderatamente restrittiva” per prevenire un possibile ritorno delle pressioni inflazionistiche, anche alla luce della politica commerciale protezionistica degli Stati Uniti.
Al momento, infatti, i dati economici indicano una crescita moderata, riducendo l’urgenza di anticipare un taglio dei tassi.
APPENDICE NUMERICA
ENERGIA
L’indice finanziario PricePedia dei prodotti energetici Pricepedia ha seguito fino a giovedì una svolta rialzista, sostenuto dagli impegni dell’Europa ad aumentare gli acquisti di beni energetici statunitensi e dalle minacce del presidente Trump di imporre nuove sanzioni sul petrolio russo, nel caso in cui non venga raggiunto un accordo di pace in Ucraina entro dieci giorni. La dinamica si è completamente capovolta venerdì.
Indice Finanziario PricePedia dei prezzi in dollari dell'energia

A causa del deprezzamento dell’euro a inizio settimana, la heatmap dei prezzi in valuta europea mostra una colorazione prevalentemente rossa, indicando un rialzo generalizzato, in particolare per il petrolio e per il gas naturale europeo quotato al TTF olandese. La media dei dati relativi agli ultimi tre giorni della settimana attenua però l’impatto del crollo registrato nella giornata di venerdì, limitandone l’effetto visibile sulla heatmap.
HeatMap dei prezzi degli energetici in euro

MATERIE PLASTICHE
L'indice finanziario cinese delle materie plastiche e degli elastomeri interrompe la sua fase di crescita, registrando una riduzione significativa del livello dei prezzi.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche

L'analisi dell'heatmap segnala una discesa dei prezzi della gomma naturale e del PVC, a fronte di un lieve rialzo di quelli del LLDPE e del propilene.
HeatMap dei prezzi delle materie plastiche e degli elastomeri in euro

FERROSI
Gli indici dei metalli ferrosi chiudono la settimana anch'essi con un forte crollo, dopo una serie di oscillazioni giornaliere di segno opposto registrate nei primi giorni della settimana.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi

A causa del deprezzamento dell’euro a inizio settimana e nella media mobile di tre giorni, la heatmap dei prezzi in euro dei metalli ferrosi evidenzia soprattutto il rialzo dei prezzi dei minerali di ferro e dei coils laminati a caldo avvenuti nella prima parte delle settimana.
HeatMap dei prezzi dei ferrosi in euro

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NON FERROSI INDUSTRIALI
Entrambi gli indici dei metalli non ferrosi presentano una chiara dinamica settimanale ribassista, con una accelerazione nella giornata di venerdì.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi industriali

Dall'analisi della heatmap emerge una riduzione settimanale della media mobile a 3 giorni dello stagno e un aumento di quella del molibdeno.
HeatMap dei prezzi dei non ferrosi in euro

ALIMENTARI
Dall’analisi dei tre indici alimentari emergono tre dinamiche distinte: i prezzi degli oli alimentari mostrano una tendenza laterale, quelli dei prodotti tropicali registrano oscillazioni divergenti, mentre l’indice dei cereali evidenzia una diminuzione dei prezzi. Tutte e tre gli indici registrano una riduzione significativa nella giornata di venerdì.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari

CEREALI
L’heatmap dei prezzi dei cereali evidenzia un calo, in particolare per la soia, in linea con le aspettative di un aumento delle esportazioni argentine. Il governo argentino ha infatti annunciato una riduzione dei dazi alle esportazioni argentine, dal 33% al 26%.
HeatMap dei prezzi in euro dei cereali

TROPICALI
La heatmap dei tropicali registra un aumento settimanale della media mobile a 3 giorni del prezzo del cacao e dello zucchero.
HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali

OLI
La heatmap degli oli alimentari segnala una crescita generalizzata dei prezzi in euro, sostenuti dal deprezzamento della valuta europea a inizio settimana.
HeatMap dei prezzi in euro degli oli alimentari
